Kid Gamma torna sulla scena musicale con il singolo ‘Dove sei?‘, un brano nato nel 2018 dalla collaborazione dell’artista con un suo caro amico scomparso poco dopo. Dopo un grande percorso musicale, ha così deciso di lavorare nuovamente sul brano realizzando le intenzioni del suo amico e facendo rivivere le sue parole. Ha così accettato di incontrarci e ci ha parlato del suo mondo a forma di note.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Ho iniziato a fare musica quando avevo 4 anni, ed è stata una cosa che mi ha accompagnato sin dall’inizio. Sono poi andato a New York (dove ho suonato da solista), mi sono esibito per l’Orchestra Sinfonica di Palermo, ho prodotto musica elettronica, ho creato un collettivo e c’è stato un susseguirsi di eventi. Il mio percorso artistico non si è quindi mai fermato.
Parliamo del tuo singolo ‘Dove sei?’. Dove nasce l’idea per questo brano?
L’idea nasce nel 2018, quando ho iniziato a produrre musica elettronica con il mio migliore amico che è purtroppo scomparso. Sentivo di portare le sue parole in musica, attraverso il nostro percorso musicale. Era ciò che voleva fare lui: mettere le sue parole in musica e riprendere il progetto. È stata una necessità più che un volerlo.
Questa canzone parla del dolore di una perdita, ma anche di crescita. Cosa consiglieresti a tutti gli adolescenti che stanno per approcciarsi alla vita adulta? Quanto la musica può influire in questo percorso?
Non bisogna mai tirarsi indietro nonostante le avversità e i momenti no. È uno stile di vita che bisogna prendere: essere sempre positivi con sé stessi. E’ inoltre necessario cercare di rispettare il proprio posto e soprattutto le persone. Sono molto scaramantico, e penso che tutto possa tornare indietro quando si fa del bene.
Il tuo è uno stile davvero originale: cosa c’è dietro tutto questo? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Ho studiato composizione, e ho una visione complessiva della musica. Riesco a capire cosa potrebbe piacere alla gente e cosa no. Dietro le produzioni c’è ovviamente un team, e ci sono tante persone che mi supportano.
Hai avuto già numerose esperienze musicali: c’è stata una in particolare che ti è rimasta particolarmente nel cuore?
Ce ne sono state due: una è stata sicuramente la mia esperienza a New York, ho suonato da solista al Carnegie Hall. Ero un ragazzino di 13 anni e quella è stata un’esperienza molto forte. Un’altra è stata a Taormina: è stato il primo concerto dopo 2 anni di stop. Avere 1500 canzoni dopo due anni di pandemia è stato qualcosa che non si può spiegare.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Questa estate aprirò un bel po’ di concerti, uno di questi è Rkhomi. Avrò inoltre una data a ottobre a Londra. Voglio portare tutto live, è per me la prima fonte di contagio diretto con tutto il pubblico. Per il momento voglio lavorare bene a livello editoriale, per il resto si vedrà.
Intervista a cura di Stefania Meneghella