Kento torna sulla scena musicale nazionale con il nuovo EP Neanche per sbaglio: un progetto tutto nuovo che racconta in pieno la sua essenza di artista. Non è infatti solo musica, la sua, ma anche poesia: lo ha dimostrato spesso con le sue canzoni e con la sua sensibilità artistica. Il rapper – che riscuote sempre un grandissimo successo tra gli ascoltatori italiani – ha così accettato di incontrarci e ci ha parlato di tutti i suoi progetti, tra presente e futuro.
Hai avuto numerosi successi, ma com’è nata questa fiammella per la musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Mi sono avvicinato al rap da ragazzo perché, negli anni ’90, era qualcosa di profondamente alternativo, qualcosa che ti dovevi andare a cercare. Tranne pochissime eccezioni, le radio e le tv (chiaramente internet non era diffuso) non lo trasmettevano assolutamente. Quindi c’era sempre un senso di scoperta e quasi di proibizione: già da allora si accostava il rap alla violenza e a determinati valori negativi, e questo chiaramente per un ragazzo adolescente era un grande incentivo a volerne sapere di più. Ma ho capito subito che le armi e le collane erano solo una parte di questa cultura straordinaria e, senza nemmeno rendermene troppo conto, è diventata qualcosa che mi ha accompagnato nei decenni, sottolineando e mettendo a fuoco tutti i momenti della mia vita. Certo, a quattordici anni non mi sarei mai sognato di trovarmi qui dove sono oggi… il viaggio è ancora più bello e interessante di quanto mi sarei potuto aspettare. E spero che continui molto a lungo.
Hai mosso i tuoi primi passi nel mondo della musica negli anni ’90: cos’è cambiato da allora e quanto si è evoluta la tua arte?
Beh, sicuramente non si può paragonare il modo di scrivere di un bambino a quello di un uomo, così come il rap e l’Hip-Hop in questi anni sono diventati adulti, nel bene e nel male. Però l’emozione che provo ascoltando determinate tracce o scrivendo le mie rime non solo non è diminuita, ma è forse ancora più forte di quando uscivano i dischi di Tupac e Biggie. Certo, ci sono stati degli episodi e delle esperienze chiave che hanno influenzato in maniera determinante la mia penna e il mio modo di pensare in generale: non posso non citare l’esperienza come “docente” di rap all’interno delle carceri minorili, che ti ribalta completamente determinate impostazioni e ti dà un salutare schiaffone, riportandoti al lato più drammatico della realtà. Krs-ONE diceva “I am Hip-Hop”: io sinceramente non mi sento all’altezza di fare una simile affermazione ma ti posso dire di sicuro che mi sto sforzando di andare sempre di meno in direzione del fare e sempre di più in direzione dell’essere.
Parliamo del tuo nuovo EP Neanche per sbaglio: qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con questo nuovo lavoro?
Neanche Per Sbaglio è un manifesto contro un certo tipo di omologazione che percepisco nella musica e nella società italiana, spesso legata a una visione molto superficiale di successo monetario. Non fraintendermi: ovviamente anche a me piace avere dei soldi in tasca e vivere una vita confortevole, ma penso che la filosofia dell’accumulo sia un falso amico. La carriera di chi fa musica è spesso vissuta come una scatola da riempire di denaro, di successo, di follower… Quindi chi la sente vuota è infelice, ma spesso è infelice anche chi la riempie, perché a quel punto che gli rimane da fare? Secondo me l’arte non è riempire una scatola… ma spaccarla in mille pezzi! E, di quei pezzi, fare la tua opera più bella.
Abbiamo potuto vedere il videoclip del tuo brano Settembre: dove nasce l’idea per questo singolo?
Beh, ovviamente con un titolo così non potevo che farlo uscire dopo l’estate! Il singolo chiude idealmente l’avventura dell’EP, che era iniziata a maggio appunto con il primo video. Ma è un modo per ringraziare anche le tantissime persone che mi hanno supportato in questi mesi, sia ai concerti e alle presentazioni dei miei libri che online. Fin da quando ho ascoltato questo stupendo beat di Krizoo mi sono immaginato un videoclip, e appunto ho scritto molto per immagini. Abbiamo voluto che le riprese fossero molto semplici, lavorando sulla fotografia e sulla location, che è una bellissima scalinata a Reggio Calabria, affacciata sul mare e sulla Sicilia. Infine, Irene (l’attrice che mi accompagna nel video) ha un’espressività straordinaria, sarebbero veramente bastate le sue scene a rappresentare il senso di nostalgia leggera che pervade la traccia.
Il tuo è uno stile musicale molto originale, ma cosa c’è dietro a tutto questo? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Da bambino, prima di scoprire il rap, ascoltavo ovviamente ciò che si ascoltava a casa mia, ed ho avuto la fortuna di avere genitori che mi hanno cresciuto con De André, Tenco e Guccini. Per quanto riguarda l’Hip-Hop italiano, sicuramente Lou X è una figura di riferimento assoluto, senza dimenticare i maestri dell’underground calabrese che mi hanno fatto da guida quando scrivevo le prime rime. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le prime cose che mi sono arrivate erano i Public Enemy, i Beastie Boys e i Run DMC, ma probabilmente Tupac è il rapper che mi ha influenzato e ispirato più di tutti. E poi ho letto e leggo tanta poesia, sia italiana che straniera, e forse questo in qualche modo tracima nei miei testi.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
È chiaro che, dopo gli ottimi risultati ottenuti con l’EP, adesso ci sia l’album nel mirino. Ho già una quindicina di tracce pronte, con delle collaborazioni pazzesche e una gran voglia di farlo uscire: nelle prossime settimane sicuramente annunceremo qualcosa. Tra l’altro si è creata una bellissima sintonia con Time 2 Rap Records, e sta venendo fuori un rapporto umano che va oltre il contratto discografico, il che per me è un fattore importantissimo. E poi… vuoi far uscire l’album senza un tour di supporto? Non credo proprio! Ma per adesso, su quello, non posso dirvi ancora niente.