SCIENZA

Joseph L. Graves Jr, il primo uomo nero ad ottenere un dottorato in Biologia Evolutiva: “La mia vita e la lotta contro il razzismo”


Abbiamo incontrato Joseph L. Graves Jr., biologo evoluzionista, genetista e professore presso la North Carolina A&T State University di Greensboro, North Carolina (USA). Graves è stato il primo nero americano a conseguire un dottorato in Biologia evolutiva nel 1988. Attingendo al suo background in biologia evolutiva e genetica, ha anche scritto molti libri che affrontano i miti e le teorie della razza nella società americana tra i quali ricordiamo “Racism, Not Race: Answers to Frequently Asked Questions” e “A Voice in the Wilderness“. E’ inoltre apparso in sei film documentari su questi stessi argomenti.


Sei stato il primo nero americano a conseguire un dottorato in Biologia evolutiva nel 1988. Come è cambiata la società americana dal 1988 ad oggi? Gli scienziati neri riescono a realizzare i propri sogni?

Dipende da cosa intendi per “sogni“. Il nostro sogno non è quello di aggiungere simboli all’impresa scientifica, ma di avere voce in capitolo su come la ricerca scientifica venga immaginata e implementata. Nel 1951 il poeta del Rinascimento di Harlem, Langston Hughes, scrisse una poesia nota come “A Dream Deferred“. Le righe finali della poesia dicono:

Maybe it just sags
like a heavy load.
Or does it explode?

(trad. Forse si abbassa
come un carico pesante.
O esplode?)

Ci sono stati alcuni progressi nell’espansione del numero di afroamericani nelle scienze evolutive e nelle carriere scientifiche in generale (vedi: Graves JL. African Americans in evolutionary science: Where we have been and what’s next, Evol. Ed. Outreach). Tuttavia, il campo scientifico è ancora dominato da persone di discendenza europea attraverso la loro schiacciante rappresentanza nei dipartimenti delle migliori università di ricerca, laboratori governativi e industria. Ciò significa che le questioni su cui la comunità scientifica indaga, sono ancora a vantaggio delle persone di discendenza europea (vedi: Graves JL. Kearney M. Barabino G. Malcolm S. Inequality in science and the case for a new agenda, Proc. National Acad Sciences USA, Prospettive sulla giustizia razziale e sociale, 2022). Gli Stati Uniti stanno inoltre ora subendo un contraccolpo contro i movimenti per la giustizia sociale.

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti (SCOTUS), che ha consentito i programmi di Azione Positiva (Affirmative Action) progettati per diversificare la facoltà e il corpo studentesco delle università storicamente bianche (HWIs), sta per essere annullata. Ciò ridurrebbe drasticamente il numero di minoranze razziali, che accedono ai programmi scientifici presso queste istituzioni. Allo stesso tempo, l’infrastruttura di ricerca delle università storicamente nere (HBCUs), delle istituzioni al servizio delle minoranze (MSI) e dei college tribali è stata gravemente sottofinanziata.

Se la Corte Suprema degli Stati Uniti dovesse ribaltare i programmi di Azione Positiva (Affirmative Action), allora io e altri chiederemmo un investimento di tipo “moon shot” per le HBCUs, MSI e per i college tribali, affinché si possano avere le stesse opportunità nell’istruzione superiore. Con un tale impegno, la società americana potrebbe davvero “esplodere”.

Conferenza di Joseph L. Graves, presso la University of Maryland.
Credit: University of Maryland 2015

Nel tuo libro “A voice in the wilderness” cerchi di unire il tuo difficile percorso con la scienza evolutiva. Il tuo obiettivo è farci capire che siamo esseri umani che si evolvono, che cambiano nel corso degli anni? Gli esseri umani, gli animali e gli insetti fanno parte di questo pianeta e siamo tutti fratelli. Il tuo libro vuole insegnarci anche questo?

La “voce” ha due scopi. Il primo è quello di far conoscere al lettore il tortuoso percorso che ho intrapreso per diventare un biologo evoluzionista. Il secondo è spiegare perché era così importante che io facessi quel viaggio. Uno dei miei grandi predecessori, Theodosius Dobzhansky, disse: “Niente in biologia ha senso, se non alla luce dell’evoluzione”. Poiché gli esseri umani sono entità biologiche, tutto ciò che ci riguarda è correlato alle forze evolutive che ci hanno portato all’esistenza. Alcuni punti chiave dell’evoluzione umana che tutti dovrebbero comprendere sono i seguenti:

  • Gli esseri umani sono una specie giovane, che arriva nella storia della vita negli ultimi 2 minuti. Quindi, se rapportiamo l’intera storia della vita del pianeta Terra in un anno solare, noi esseri umani nasciamo il 31 Dicembre alle 23:58;
  • La formazione delle specie e la loro estinzione sono caratteristiche costanti nella storia della vita;
  • La durata media di una specie di grande corporatura, nella storia della vita, è di circa 1 milione di anni (o circa 2 ore sulla scala dell’anno solare);
  • Le caratteristiche più importanti che definiscono gli esseri umani sono l’intelligenza, le strutture sociali e il camminare eretti;
  • Queste caratteristiche sono una benedizione e una maledizione. Delle circa 8 specie intelligenti simili all’uomo, che esistevano quando la nostra specie si è formata per la prima volta in Africa, noi siamo l’unica che esiste ancora;
  • Tutti gli umani su questo pianeta discendono dai primi umani che si sono evoluti in Africa. Tutti gli esseri umani condividono il 99,9% del loro genoma. Due africani estratti a caso sono geneticamente diversi l’uno dall’altro, rispetto a un africano e un europeo estratti a caso. Questo perché la maggior parte della variabilità genetica della nostra specie si trova in Africa;
  • Durante l’antica migrazione avvenuta su tutta la Terra, la selezione naturale ha prodotto molti adattamenti, in base al tipo di ambiente in cui si giungeva, e anche in base all’intensità solare, alla persistenza della lattasi, all’altitudine, alle malattie parassitarie, alla vita artica, alla dieta ricca di grassi e alla dieta amidacea. Tutto questo ha portato e porta a semplici cambiamenti genetici. Le differenze genetiche non sono sufficienti per formare delle razze biologiche. Non abbiamo prove che l’intelligenza o la personalità siano stati alterati dalla selezione naturale, durante questa antica migrazione. Quindi, le idee fasciste e di suprematisti bianchi, che affermano che l’intelligenza eurasiatica sia geneticamente superiore, non hanno un fondamento scientifico;
  • Se non risolviamo le nostre contraddizioni sociali, non esisteremo ancora a lungo (vedi il mio libro “A Voice…”, Capitolo 14, La scienza evolutiva della giustizia sociale). Senza giustizia sociale non saremo in grado di affrontare i nostri problemi esistenziali come il cambiamento climatico, la proliferazione nucleare, o le pandemie.

Secondo te, perché è nato il razzismo? Perché l’uomo bianco si è sempre sentito superiore?

Il mio recente libro scritto con Alan Goodman: Racism, Not Race: Answers to Frequently Asked Questions (New York: Columbia University Press), spiega che gli europei non sempre pensavano di essere superiori. Marco Polo non parlava di razza, né pensava che gli europei fossero superiori ai cinesi nel XIII secolo. Nemmeno lo studioso marocchino Ibn Battuta, che viaggiò attraverso l’emisfero orientale nello stesso periodo, espose tali idee. Le idee globali di supremazia bianca sono nate con la colonizzazione dell’emisfero occidentale e l’istituzione della schiavitù. Nel 1600, Giordano Bruno fu bruciato dall’inquisizione non solo per la sua fede negli esopianeti, ma per la sua adesione alla teoria della razza “pre-adamita“, che afferma che solo gli europei erano i discendenti di Adamo ed Eva.

Successivamente, nel 1619 Lucilio Vannini sostenne che gli africani discendessero dalle scimmie, e fu anche giustiziato dall’inquisizione. I naturalisti del XVIII secolo non erano unanimi nella convinzione che gli africani fossero inferiori ai bianchi. Il tedesco John Friedrich Blumenbach (1752-1840) non pensava che le razze umane potessero essere classificate; Anche Gottfried Von Liebnitz (co-inventore del calcolo) non pensava che gli africani fossero inferiori agli europei. Tuttavia, nel XIX secolo, quando il valore economico della schiavitù e del colonialismo raggiunse i massimi storici, i naturalisti europei (e ora americani) concordarono sull’inferiorità dei non bianchi e sulla creazione separata (poligenesi) delle razze umane. Questo punto di vista non fu seriamente messo in discussione scientificamente fino a quando Charles Darwin pubblicò “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale” nel 1871.

Libro scritto da Joseph L. Graves Jr.

Com’era la società americana nel New Jersey nel 1955, quando sei nato? Com’è stata la tua infanzia?

Il New Jersey, come tutta l’America negli anni ’50, aveva sposato l’ideologia della supremazia bianca. Sono cresciuto a Westfield, una città che era una comunità “camera da letto” di New York City. A causa della sua vicinanza alla linea ferroviaria che collegava Manhattan, il lato nord della città era abitato dai dirigenti di Wall Street e Madison Avenue. In questo contesto ho dovuto competere con i bambini nati con ogni tipo di privilegio che la società americana poteva offrire. Naturalmente queste famiglie avevano bisogno della loro servitù, e vivevano tutti nella mia zona.

Sono nato appena 4 mesi prima che Emmitt Till venisse linciato a Money, Mississippi. Questo evento è ricordato come l’inizio della lotta per i diritti civili americani della metà del XX secolo. I miei genitori hanno fatto tutto il possibile per proteggerci dal razzismo violento della società americana, ma era semplicemente impossibile. Il sistema scolastico pensava che tutti i bambini afroamericani fossero intellettualmente inferiori. Quando i nostri genitori ci hanno portato a casa per visitare i nostri nonni, siamo stati direttamente esposti al sistema di discriminazione razziale legale delle leggi di Jim Crow.

Tuttavia, nonostante il razzismo strutturale della società americana, molte persone di discendenza europea iniziarono sempre più a rendersi conto di quanto fosse ingiusto questo sistema. Non hanno affrontato direttamente la supremazia bianca come sistema, piuttosto per la maggior parte delle persone si trattava di atti individuali di gentilezza. Molti dei miei migliori amici erano “bianchi”: infatti il mio libro “A voice in the wilderness” è dedicato a due europei americani (Tom Gockel e Mark Pinto) che sono stati i miei amici per la vita (ci siamo conosciuti quando avevamo 13 anni). Gli insegnanti bianchi, durante il mio percorso educativo, mi hanno dato dei consigli cruciali nella mia vita. Alle scuole elementari un insegnante ha riconosciuto le mie potenzialità, e mi ha fatto trasferire nel gruppo di educazione superiore; alle scuole superiori ho avuto due bravissimi professori di biologia, oltre a dei bravissimi professori al college e all’università.

Come è nata la tua passione per la scienza?

La prima parte del mio libro “A voice in the wilderness” è intitolata “The Unexpected Path“. Non c’era nulla nel mio background che prevedesse che sarei diventato uno scienziato. Mia madre e mio padre riuscivano a malapena a leggere un giornale. Nessuno nella mia famiglia più stretta si era laureato al college. Probabilmente, l’evento più importante che mi ha indirizzato sulla strada scientifica è stata la mia storia d’amore con la “Diva Caissa“. La Dea degli scacchi è entrata nella mia vita quando avevo otto anni. Quando ho iniziato a conoscerla, non mi ero reso conto che fosse molto possessiva! La Dea è molto selettiva nelle sue scelte e cerca persone come me. Mi ha mostrato che la mia mente era adatta a questo sport. Richiedeva la capacità di una profonda concentrazione, la necessità di riconoscere il significato della teoria, e anche la volontà ad abbandonare la teoria quando era necessario per ottenere la vittoria.

Il secondo fattore che ha contribuito alla mia passione per la scienza è stata la fantascienza. Ho iniziato a leggere i fumetti di Stan Lee (Marvel Comics) in tenera età. Dai fumetti, sono stato attratto dai grandi maestri della fantascienza come Arthur C. Clarke e Isaac Asimov. Ma più di ogni altra cosa, la mia attrazione più grande era per la serie TV Star Trek. Il significato di Star Trek non può essere sottovalutato per la società americana. È stata la prima serie TV con un cast interrazziale, con i membri non bianchi del cast presentati come persone intelligenti e coraggiose. Il mio personaggio preferito era l’ufficiale scientifico, il signor Spock (interpretato da Leonard Nimoy). La sua logica e la passione per la giustizia mi hanno fatto pensare alla possibilità di una vita nella scienza.

Libro scritto da Joseph L. Graves Jr. e da Alan H. Goodman

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Che consiglio daresti ai giovani sognatori? Secondo te, gli Stati Uniti e il mondo cosa dovrebbero cambiare per eliminare il razzismo?

Non lasciare che il tuo sogno “esploda”. La cosa più importante che devi superare è la sindrome dell’impostore. Il problema non sei tu, è il sistema ingiusto. Quindi, per noi (non bianchi) il perseguimento di qualsiasi carriera va di pari passo con la lotta per la giustizia sociale.

In Racism Not Race (2022) e Voice (2022) spiego perché e come possiamo eliminare il razzismo. Inizia con l’accettare il fatto scientifico che gli esseri umani non hanno razze biologiche. Lo smantellamento di questo mito è iniziato con Charles Darwin nel 1871. La scienza della genetica è progredita in modo tale che a metà del secolo, c’erano prove schiaccianti che le nostre razze socialmente definite non erano reali. Nonostante la scienza, i fascisti di tutto il mondo hanno rafforzato il loro programma a favore del razzismo (Gran Bretagna, Germania, Italia, Giappone e Stati Uniti).

Il programma per insegnare la realtà dell’unità biologica umana sarà diverso da regione a regione. Nel 2019 ho parlato nell’Europa dell’Est, dove le 19 categorie di razza sono ancora presenti nei programmi scolastici delle scuole primarie, come se fosse scienza legittima; in quello stesso anno ho parlato in India, dove la supremazia delle caste di colore è ancora la norma. Durante la mia visita in Cina qualche anno prima, le persone sono venute da me e hanno tentato di togliermi il pigmento dalla faccia.

Quindi, abbiamo del lavoro da fare come comunità internazionale. Ricordiamoci che la comunità internazionale è ancora geneticamente africana. I vantaggi dell’antirazzismo sono evidenti: immagina di vivere in un mondo in cui è normale giudicare le persone dal contenuto del loro carattere, anziché dalla “razza” a cui appartengono. Pensa al potenziale umano che possiamo sbloccare, dato che ora dobbiamo unirci per impedire l’estinzione della nostra specie.

Naturalmente, l’alternativa è andare avanti come stiamo facendo adesso. Fallo, ti garantisco che esploderemo tutti!

Published by
Fabio Meneghella