Abbiamo avuto modo di conoscere Jacopo Ottonello nell’ultima edizione di “Amici di Maria De Filippi”, dove si è messo in luce grazie alla sua sensibilità ed emotività. Un percorso che lo ha condotto fino alla semifinale e dal quale il giovane cantautore ha avuto modo di crescere e di apprendere sempre di più. Ha da poco composto il suo album intitolato “Colori”, un album quasi biografico, che ben lo rappresenta e descrive, e dove attraverso musica e colori associati ad ogni brano, Jacopo si racconta al suo pubblico nel suo lato più personale. Arte, musica, è emozionarsi ed emozionare, ma anche istinto, ed è questa caratteristica che ha spinto alla creazione di questo concept album, nel quale si vede la sua maturazione e la sua crescita personale, grazie ad un’esperienza che lo ha cambiato.
Lasciamo la parola a Jacopo Ottonello con l’augurio di proseguire in questo meraviglioso percorso.
D: Come nasce la passione per la musica?
R:La mia passione per la musica nasce sin dalle elementari, infatti la mia maestra di scienze, ha con il suo compagno una scuola di musica, alla quale mi sono iscritto, perché già mi piaceva suonare la chitarra. Dopo due anni, quando ho terminato di suonare “Hey Jude” dei Beatles, lei mi ha chiesto se mi avrebbe fatto piacere intraprendere anche un percorso canoro, lo studio della propria voce. Da lì in poi ho iniziato, non abbandonando lo studio della chitarra che ho proseguito da autodidatta.
D:Qual è il primo ricordo che ti lega alla musica quando eri bambino?
R:Ricordo quando mia cugina veniva a casa, aveva un lettore cd collegato con gli auricolari, e mi faceva ascoltare tantissima musica, soprattutto rock. Questo lettore cd mi piaceva veramente tanto.
D:Quando decidi di partecipare ad amici?
R:Nasce tutto verso maggio, quando faccio un contest musicale nella mia città, Savona, arrivando secondo. In giuria c’erano ragazzi della mia città, era un contest organizzato da un liceo classico della zona. Qui incontro il mio attuale manager e dopo un mesetto circa, abbiamo pensato di dare una partenza, quello che tra l’altro per me rappresenta “Amici”, un punto di partenza. Decidiamo di iscriverci, arrivando fino alla creazione della classe e all’entrata nella scuola. Penso che sia l’anno che non mi dimenticherò mai, nonostante la situazione che ci spinge a restare a casa. Seguendo le normative attualmente in vigore, quando sarà possibile, potremmo poi incontrarci ad un instore o un concerto.
D:Che aspettative avevi durante i provini?
R:Dal momento che abbiamo deciso di entrare ad Amici, volevo arrivare alla formazione della classe. Avevo tante aspettative e ci credevo tanto, ero davvero centrato sull’obiettivo.
D: Qual è il bilancio finale di questa esperienza? Come credi questa esperienza ti ha cambiato?
R:E’ un’esperienza che mi ha radicalmente cambiato, sia dal punto di vista personale migliorandomi, che ovviamente artistico. Io credo che “Amici” non sia soltanto un talent, ma un’esperienza di vita. Bisogna avere un carattere forte per potervi partecipare, essendo pronto alla distanza dai tuoi cari, è molto difficile, ma se si ama la musica si riesce e si superano gli ostacoli, perché dopo il programma si torna alla vita normale, e bisogna farsi forza. Greta, la mia fidanzata, mi è stata molto vicino e mi ha aiutato in questo momento, nonostante anche per lei è stato difficile, ci siamo stati vicini. La sua presenza e quella della mia famiglia sono stati essenziali.
D:Qual è il ricordo più bello che conservi del programma?
R:Il ricordo più bello per me è stata l’ultima puntata, ho potuto risentire Greta, ho capito che avevo persone che mi supportavano e sono riuscito nell’intento di entrare nel cuore della gente. Credo di essere una persona rispettosa, semplice ed educata, magari questo ha colpito l’emotività di tutti, soprattutto quello di Maria, vederla così in difficoltà ed emozionata mi ha commosso, io sono un ragazzo molto sensibile, e mi si è rimpicciolito il cuore.
D:E’ da poco uscito il tuo album, parlacene e raccontacelo un po’
R: “Colori” è nato di primo impulso, ed è la cosa più bella quando si vuole raccontare qualcosa. Ricordo che dopo una registrazione chiamo Greta e lei mi chiede come chiamerei l’album, rispondendole: “colori”. Chiusa la chiamata, mi sono chiesto come mai avevo pensato proprio a questo titolo. Mi sono dato la risposta che dipende dalla mia passione per il disegno e l’arte, ho sempre associato una linea melodica di uno stile musicale, ad un colore. Nel mio album ad esempio ho associato il colore rosso al brano “Se parlo di te”, perché è una canzone estiva, che mi rimanda subito al caldo. “Luce e cenere”, invece, mi ricorda di più l’autunno, la associo all’emotività presente in ognuno di noi, quindi al blu. Quindi ogni traccia ha un suo colore, e casualmente sette sono i brani e sette sono i colori dell’arcobaleno. E’ un concept che mi è molto piaciuto, e mi emoziona.
D: Cosa vorresti la gente capisse di te attraverso il tuo disco?
R:Vorrei che la gente percepisse che Jacopo non è solo una persona che trae il positivo, può essere vista come una forma di menefreghismo, ma anche il reagire con forza. Mi piacerebbe, però, far capire che ho da raccontare tante cose della mia vita, anche se non ho mai vissuto qualcosa di realmente brutto, come ad esempio la separazione dei genitori. Ci definirei come una famiglia collegata. Nonostante questo, ho sofferto anche io. Ogni brano è diverso, e racconta una parte di me e secondo me lo sta capendo.
D: Qual è il tuo sogno più grande in ambito musicale?
R:So che punto in alto, ma mi piacerebbe vincere un disco di platino. Io ringrazio tantissimo la redazione di Kosmomagazine mandando un saluto grande, mi ha fatto piacere parlare con voi e mi sono divertito con queste belle domande. Un bacio!
Ringraziamo Jacopo Ottonello per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di continuare a sorprenderci e sorprendersi.
Intervista realizzata da Manuela Ratti