La musica di David Garrett ha saputo conquistare i cuori di milioni di persone in tutto il mondo: la sua semplicità ed eleganza porta il suo pubblico ad emozionarsi ogni giorno di più. Il violino – il suo compagno di vita più fidato – si unisce alla musica rock e crea la magia. L’artista farà ritorno a breve in Italia, per esibirsi in cinque tappe del suo tour mondiale. Garrett ha accettato di incontrarci, e ci ha raccontato qualcosa in più sul suo percorso artistico e sui suoi progetti futuri.
Sei una star internazionale e sei seguito da milioni di persone. Ma quando è nata questa passione per la musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
È una bella domanda. Penso che già da bambino sapessi di voler suonare; non l’ho mai percepito come un lavoro perché è sempre stata una passione, qualcosa che amo fare. Ad un certo punto, ho però capito che stavo riuscendo a guadagnare con questa passione, ed è così diventato un lavoro. Credo che questa sia la cosa più bella che possa capitare nella vita, cioè venire pagato per fare qualcosa che si ama fare: è una situazione bellissima!
Hai pubblicato la tua autobiografia: qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere ai tuoi fans con la tua storia di vita?
Ci sono tantissimi messaggi! Penso che in fin dei conti è stato bello usare il tempo durante la pandemia per ricollegarmi con tante storie del mio passato. Ovviamente il libro parla di musica, di come avviene il mio approccio alla musica, parla dello strumento che uso, che porta la musica classica alle persone, senza renderla troppo “scientifica”. Il libro riguarda il racconto della mia vita tra una storia e l’altra, ma tratta anche tante storie divertenti, tante cose belle e altre meno belle. È un libro che si può leggere in vacanza, non è troppo filosofico ma ha la profondità che un’autobiografia deve avere, perché ci sono tante lezioni di vita che ho imparato e che ho voluto trasmettere.
Stai per iniziare un tour qui in Italia: cosa c’è da aspettarsi da questo tour? Quali saranno i brani del tuo repertorio?
Suoneremo tante canzoni! Inizieremo con “Enter Sandman”, durante il quale mixerò il violino classico con il violino elettrico, sarà un vero inizio col botto! Poi passeremo a Ray Charles, ad alcune colonne sonore di film Dinsey, per poi tornare alla musica pop con “Happy” di Pharrell Williams, che suonerò con una pedaliera con cui mi registrerò in diretta sul palco: sarà bellissimo! Suoneremo anche canzoni italiane, come la Tarantella napoletana e La canzone del partigiano, combinata con Verdi. Abbiamo avuto due anni e mezzo per preparare questo tour meraviglioso!
Hai creato uno stile musicale originale, che unisce la musica classica e rock in un unico brano. Dove nasce l’idea per questo genere? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Tutte le idee vengono dalla mia testa. Quando impari a suonare uno strumento puoi esercitarti tantissimo finché non impari, ma la creatività non puoi allenarla! Dev’essere l’obiettivo del tuo lavoro. Bisogna farsi venire alcune buone idee, ma anche centinaia di cattive idee per poi capire quali sono le buone idee e quali no. Ma nessuno può dirti cosa cercare nella vita: è qualcosa che devi trovare da solo, e bisogna avere il coraggio di andarci fino in fondo. Se hai un buon istinto musicale, questa è la via da seguire.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Il primo grande progetto è il tour! Mi sto esercitando da due anni e mezzo e finalmente posso far vedere a tutti le idee innovative che abbiamo messo in pratica: non vedo l’ora di vedere la reazione del pubblico, proprio perché non ho mai suonato dal vivo queste canzoni prima d’ora. Saremo in tour fino alla fine dell’anno. In autunno ci sarà un album di musica classica, che mi porterà ad un tour di musica classica per l’anno prossimo.
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Cosa vorresti dire invece ai nostri lettori italiani che ti seguono?
Vorrei dire che non vedo l’ora di tornare in Italia! Il pubblico italiano è meraviglioso ed appassionato. È passato tanto tempo dall’ultima volta che sono stato in Italia. Amo il cibo italiano, il popolo italiano, l’architettura italiana, perfino il mio violino è italiano!
Intervista a cura di Stefania Meneghella