Nata in Germania e cresciuta in Italia, talentuosissima pallavolista, centrale dell’Imoco Volley, con cui conquista due scudetti, due Coppe Italia, la Supercoppa italiana, la Champions League e l’argento al Mondiale per Club. Classe 2001, vanta già una carriera prestigiosa. La contraddistinguono una forza inarrestabile unita a una solarità e una resilienza notevole dimostrata dopo i vari infortuni subiti.
È infinitamente lei, la Pantera gialloblù Sarah Fahr, che si racconta attraverso questa intervista.
Ciao Sarah, “Fai della tua vita un sogno e di un sogno una realtà”, questa è una frase che ti accompagna da molti anni. Hai perseguito il tuo sogno sin da bambina, facendo della pallavolo la tua realtà. Puoi raccontarci la tua passione per questo sport?
E’ una frase che ho attaccato per la prima volta all’età di dieci anni in gigantografia alla parete della mia cameretta e da lì non l’ho più lasciata. Con tanto impegno e sacrificio posso dire appunto che ho datto diventare il mio sogno – ovvero diventare una pallavolista professionista – una realtà. La passione per la pallavolo nasce quando avevo dieci anni, perché la mia amica di quei tempi giocava a pallavolo e di conseguenza io ho deciso di seguirla per stare il più possibile con lei e ho così iniziato a giocare. Ho visto che mi piaceva e da lì pian piano è iniziato tutto quanto. Negli anni mi sono resa conto che effettivamente quella frase scritta sul muro poteva veramente realizzarsi e ho deciso di intraprendere quella strada e di dedicarmi al 100% a questo sport. Posso dire di essermi tolta tante soddisfazioni.
Hai una serie di vittorie importanti alle spalle. Quale è stata la più importante e che ricordo hai di quella gara?
Si è vero, nonostante la mia età ho avuto la fortuna di fare parte di gruppi che hanno vinto tanto e ogni vittoria mi ha lasciato qualcosa dentro. Però posso dire che una delle partite che mi è rimasta più impressa in assoluto non è una vittoria, ma è stata una partita dell’Europeo del 2019 in cui io ero la più piccola e mai e poi mai mi sarei aspettata di poter entrare e dare un contributo alla squadra. E invece, nel momento del bisogno, l’allenatore ha fatto affidamento su di me e la cosa che ricorderò per sempre è stato entrare in campo e vedere gli sguardi delle mie compagne piene di fiducia nei miei confronti. Questa è stata la partita che mi ha lasciato tantissimo. Per quanto riguarda le vittorie, credo invece che una delle vittorie più belle debba ancora arrivare.
Come hai affrontato il recupero dopo l’infortunio?
Affrontare il primo infortunio – che è avvenuto l’estate scorsa durante l’Europeo – non è stato un problema, anzi fin da subito mi sono messa l’anima in pace e mi sono detta “Sarah, questa cosa fa parte del tuo sport e tornerai. Affrontala nel miglior modo possibile e cerca gli aspetti positivi, prendila come sfida personale e come modo di migliorare te stessa e di capire di più su di te come persona e come sportiva”. E infatti così è stato. Il recupero del primo infortunio è stato molto facile, e tutto è andato sempre per il verso giusto. Io mi sento cresciuta come ragazza di ventuno anni e come atleta. Non nascondo il fatto che invece il secondo infortunio è stato più complicato perché mi sono fatta male dopo neanche otto mesi dal primo e allo stesso ginocchio. La prima settimana è stata quindi un po’ una batosta. Io però credo nel fatto che tutto succede per un motivo e, durante un incontro puramente casuale avvenuto in treno, ho parlato con una persona che ha impiegato 18 anni della sua vita per tornare a camminare. Allora ho capito che le cose gravi nella vita sono altre e che dovevo affrontarlo con il sorriso e la positività che mi ha sempre contraddistinto. Dovevo prenderla ancora una volta come una sfida personale.
Sei una stella della pallavolo italiana. Quanto è importante il rapporto con il pubblico che ti segue?
Grazie per questa definizione. Più che una stella della pallavolo italiana mi sento semplicemente Sarah, una ragazza che fa quello che più le piace e che dà il massimo in campo. Al giorno d’oggi il rapporto con il pubblico è fondamentale. Le persone ti vedono come atleta però vogliono sapere di più su di te e sulla persona che sei. Cerco di interagire sempre molto sui social e nella vita reale, mi fermo a fare autografi, saluti o anche due chiacchiere con le persone che incontriamo per strada e che ci fermano. Il pubblico in questo periodo, in cui ho dovuto affrontare questi infortuni, mi ha aiutato veramente tanto. Mi sono arrivati tanti messaggi di incoraggiamento che non mi aspettavo ed è stata una bella cosa vedere che ho trasmesso qualcosa alle persone e che hanno capito quello che sono e perché lo faccio.
L’unione e il senso di collaborazione e complicità nello sport sono elementi fondamentali. Puoi parlarci del lavoro di squadra con le altre pallavoliste?
L’unione e il senso di collaborazione sono due aspetti fondamentali in ogni sport di squadra. Nella pallavolo la squadra è composta da 14 ragazze e diciamo che non è sempre facile andare d’accordo. In qualche modo si riesce sempre, perché abbiamo un obiettivo comune e lavoriamo per questo obiettivo. Quando stiamo in campo diamo tutte il 100% senza pensare alle dinamiche che si possono creare al di fuori del campo, però non nascondo il fatto che quando tutte e 14 vanno d’accordo anche al di fuori. Questo rappresenta un punto di forza per la squadra perché se c’è un senso di unione anche fuori dal campo è importante. E questa unione è stata una delle caratteristiche principali della squadra dell’Imoco degli ultimi anni.
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Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito sportivo?
Ho fatto una bella tabella di marcia per i miei progetti futuri in ambito sportivo. La prima cosa che voglio fare è appunto rientrare in sicurezza da questo infortunio perché non vedo l’ora di potermi esprimere di nuovo come giocatrice e di far vedere a tutti quello che ho imparato in questo periodo. Non vedo l’ora di ringraziare sul campo tutte le persone che mi hanno sostenuto in questo percorso a partire dalla Società. Poi, mi piacerebbe raggiungere tutti gli obiettivi che ci siamo prefissati con l’Imoco quest’anno e anche poter tornare in Nazionale e ricominciare da dove è finita.