Tre volte campionessa mondiale, sedici vittorie in coppa del mondo, quattro titoli di campionessa europea, quattro titoli di campionessa nazionale nell’XCE (cross-country Eliminator). Il carisma e il talento la contraddistinguono e la rendono una delle atlete più significative del ciclismo italiano e internazionale. Gaia Tormena si racconta attraverso le nostre domande.
Ciao Gaia, quale è la cosa che più ami del ciclismo?
Buongiorno a tutti! Amo il ciclismo perché è uno sport che mi permette di stare all’aria aperta, a contatto con la natura, esplorandola alla giusta velocità e con i giusti tempi (non velocemente come in macchina, non lentamente come a piedi).
Quando hai capito che questo sport sarebbe diventato la tua strada?
Fin da piccola ho sempre desiderato diventare una ciclista e ho realizzato che questo mio desiderio sarebbe potuto diventare realtà dal momento in cui sono entrata a far parte del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito. La sua è una struttura organizzata che ti offre tutti gli strumenti tecnici ed il supporto necessario per poter pensare al 100% alla tua attività sportiva. Poter fare della propria passione un lavoro è ciò che c’è di più bello nella vita e per questo motivo ringrazio l’Esercito per aver creduto in me ed avermi offerto questa possibilità. Sono veramente orgogliosa di far parte di questa grande famiglia che è la Forza Armata e di rappresentarne i colori in Italia.
Quale è stata la gara che ti ha dato più soddisfazioni?
Difficile a dirsi. Chiaramente vincere un mondiale ti toglie tante soddisfazioni e ti ripaga dei sacrifici fatti fino a quel momento, ma forse la soddisfazione più grande non arriva dalle maglie iridate vinte, bensì dalla tappa di Coppa del Mondo di Falun (Svezia) dove nell’estate passata sono riuscita a battere Jenny Rissveds, campionessa olimpica di XCO a Rio de Janeiro 2016 e beniamina di casa.
Come si svolge il tuo allenamento giornaliero?
Il mio allenamento dipende molto dal periodo dell’anno. Si aggira comunque sempre in media sulle 2h30/3h. A volte è a sessione unica, a volte (soprattutto in inverno) è a doppia sessione. Faccio palestra, sia pesi che a corpo libero, allenamenti di endurance, allenamenti per l’esplosività, allenamenti di forza, ripetute su minutaggi variabili, lavori piramidali, sessioni di tecnica. Diciamo che ho una vasta scelta e non mi annoio mai. Una mia peculiarità, che mi distingue dalle mie compagne, è forse quella che mi piace tanto allenarmi il pomeriggio. Non ne so il motivo, so solo che lo faccio fin da quando sono piccola e che, svolgendosi le mie gare solitamente al pomeriggio, credo mi faccia bene.
Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere il professionismo nel ciclismo?
Gli direi di circondarsi di persone che capiscano e sostengano la sua scelta e di trovare un team che creda in lui/lei e che ascolti i suoi bisogni. In un ambiente così, anche uno sport duro come il ciclismo diventa molto più semplice.
Progetti in corso? Puoi anticiparci qualcosa?
Quest’anno sarà il primo anno in cui mi dividerò tra strada e fuoristrada. Correrò fino a maggio principalmente sulle ruote strette e da lì in poi darò precedenza all’Eliminator. Esordirò poi in Coppa del Mondo U23 short track e ritaglierò dei momenti per partecipare a gare di Enduro. Non è mai semplice creare un calendario così disomogeneo, ma fare diverse discipline è ciò che mi stimola di più a dare il mio meglio in allenamento e a migliorarmi sotto ogni aspetto per diventare un’atleta completa.