Un nome da prima pagina sportiva e culturale, un nome che dà valore allo Sport con la S maiuscola, che ha scritto da capo la storia della ginnastica ed è ormai il simbolo del nostro tempo: Sofia Raffaeli. La prima ginnasta italiana a vincere un oro iridato mondiale. Determinazione e passione, coraggio e perfezione, 18 anni ed è già Leggenda. I Mondiali di Sòfia 2022 (Bulgaria) nell’Armeec Arena l’hanno vista portare a casa quattro ori (All-Around, Nastro, Palla, Cerchio) e un bronzo (Clavette).
Ciao Sofia, in questi Mondiali hai continuato a dimostrare più che mai chi sei, cioè l’unica italiana della storia sportiva della ginnastica ad avere vinto l’oro individuale mondiale e un’atleta portatrice di valori sani e di altissimo livello. Ti aspettavi tutte queste vittorie a Sòfia? Quanto allenamento e quanta fatica dietro a quelle medaglie?
Ancora non realizzo dei successi di Sòfia, sono stati molti e tutti insieme, e soprattutto di essere campione del mondo. Un’emozione grande, che mi porterà ad avere un pass per Parigi 2024. Una vittoria fatta di tanti sacrifici, di tanta forza, volontà, concentrazione e un duro lavoro che mi vede impegnata negli allenamenti 8 ore al giorno. Li in quel momento esisto solo io e i miei attrezzi! Tutto ciò ovviamente anche grazie al prezioso sostegno delle mie allenatrici, delle mie compagne di viaggio, delle Fiamme Oro che mi apprezzano e credono in me, della Federazione e Ginnastica Fabriano.
Ogni successo porta sempre con sé un insieme di fattori tra cui il supporto e l’insegnamento di un allenatore. Le tue allenatrici, Julieta Cantaluppi e Kristina Ghiurova, quanto hanno significato per te in questi Mondiali e in generale nella vita di tutti i giorni?
Sono molto fortunata ad avere come allenatrici, Julieta e Kristina. Dall’età di 7 anni sono arrivata alla Ginnastica Fabriano e ho lavorato sin da subito con Juli e Kristina, con le quali sono cresciuta sia dal punto di vista ginnico che umano. E’ dura, come anticipavo, perché è un allenamento costante, quotidiano, impegnativo e di concentrazione, ma loro sono sempre con me, pronte a supportarmi, sopportami e a farmi dare sempre il meglio; non bisogna mai accontentarsi, ma fare sempre di più!
Tutte le piccole e grandi atlete del mondo ora sanno che Sofia Raffaeli è la numero uno. Che responsabilità senti di portare con te nel tuo percorso professionale? Quale è il consiglio più significativo che vorresti dare a chi ti vede come un esempio nel mondo dello sport?
Io sono contenta, non solo per me, soprattutto per questo sport, non me la sento come una responsabilità. Mi rende al contrario orgogliosa. Fino a qualche anno fa non era uno sport cosi conosciuto, e ora non posso essere che felice che anche con me stia venendo fuori, che riesca con le mie emozioni a trasmettere anche agli altri la voglia di appassionarsi e apprezzarlo. E’ bellissimo, e spero di riuscire a far innamorare altre ragazze e bambine per lo più, a provare e avvicinarle. E’ uno sport serio, come già detto faticoso, fatto di sacrifici ma che dà delle soddisfazioni indescrivibili. E’ vero che tra noi atlete c’è competizione e sfida individuale, ma da sempre la vivo come una competizione sana che ti sprona sempre a far meglio quando sbagli e gioisco con le vittorie delle mie compagne!
La dedica alle Marche, che stanno attraversando un brutto periodo, è stata la dimostrazione che sei una ragazza con un animo umile e al contempo inarrestabile. Chi è Sofia al di fuori della ginnastica?
Sofia è semplicemente una ragazza semplice! Ho una famiglia che da sempre mi sostiene e appoggia, che mi ha insegnato ad essere responsabile, a credere nei valori e grazie a loro sono quella che sono. Non mi sento una ragazza invidiosa o che ostenta, sono sempre con i piedi per terra e rispettosa del prossimo. Mi dedico allo stesso tempo anche allo studio, ho scelto la facoltà di Psicologia. Penso che sia un indirizzo affine con lo sport, perché la testa e la concentrazione è fondamentale, mi aiuterà a crescere ancora di più e a conoscermi meglio. Il mio pensiero dopo la vittoria è stato subito quello di condividere e dedicare la mia medaglia con la mia regione, le Marche, con le persone che stanno soffrendo per i disagi procurati dall’alluvione.
Aspettative per Parigi 2024?
No nessuna, non voglio caricarmi ora di questo pensiero! Il lavoro e la strada è ancora lungo e faticoso. A breve avrò altre gare, ma la concentrazione massima sarà anche per il prossimo anno che inizieremo con le world-cup, gli europei e di nuovo i mondiali!