Campione di atletica leggera, parte del Gruppo Sportivo dell’Esercito Italiano, 10 presenze in maglia azzurra, atleta che spazia magistralmente dalla corsa in pista a quella di montagna e campestre. Risponde alle nostre domande Neka Crippa.
Ciao Neka, quali soddisfazioni ti ha dato la corsa finora?
La corsa mi ha dato tantissime soddisfazioni. Per prima cosa, la più importante: faccio un lavoro che mi piace, e non è scontato. Fare in modo che la corsa diventasse anche il mio lavoro è un obiettivo che ho sempre voluto raggiungere. Inoltre mi ha dato la possibilità di vestire la maglia della Nazionale, un’altra grande soddisfazione. E poi ci sono le medaglie che ho vinto, giovanili e assolute. Aggiungo anche che la corsa mi ha permesso e mi permette di viaggiare tanto, e non è una cosa da poco. Conoscere realtà diverse dalle nostre mi fa capire quanto siamo fortunati.
La mezza maratona del 2019 ti ha visto campione dopo uno stop dovuto a vari infortuni. Come è stato riprendere il via e vincere?
Nel 2019 ho vinto la mezza maratona ai campionati italiani a Palermo ed è stata una delle gare più importanti, anzi, direi la più importante del percorso che mi ha portato a diventare professionista. La vittoria è arrivata dopo una lunga serie di infortuni che, come hai detto, mi hanno fermato per due anni. Avevo perso la voglia di mettermi in gioco, ero demotivato, rassegnato. I tendini mi facevano male e continuavo a infortunarmi. Poi, a cavallo tra 2017 e 2018 ho incontrato un allenatore, Roberto Furlani, che oggi per me è come un secondo padre: è stato lui a offrirmi la possibilità di rimettermi in gioco. Da Trento mi sono trasferito a Trieste, dove lavora lui, e ho ricominciato a correre. Avevo 23 anni, vivevo a Trento: cambiare città e lasciare la famiglia e gli amici non è stato facile, ma ne è valsa la pena. Roberto mi ha allenato per due anni, mi ha aiutato a ricominciare a gareggiare e alla fine ho vinto il campionato italiano a Palermo. In tutti questi traguardi è stato fondamentale anche il sostegno dell’Esercito che con i suoi tecnici e le sue strutture mi permette di allenarmi e gareggiare al meglio. Sono davvero orgoglioso di indossare la divisa ed essere parte di questa grande famiglia che è la Forza Armata.
L’umiltà non è da tutti, ma tu ne sei un esempio. Chi è Neka nella vita di tutti i giorni?
Sono una persona semplice, faccio le cose che riesco a fare senza mai mollare. In quello che faccio ci credo. Sono tenace e sono arrivato dove sono adesso facendo tanti sacrifici. Grazie anche alla mia famiglia e a chi mi è stato vicino. Oggi sono allenato da Piero Incalza e Marco Salami e, insieme a loro, spero di raggiungere traguardi importanti, abbiamo obiettivi ambiziosi. Faccio sacrifici tutti i giorni, non potrebbe essere altrimenti. Mi alleno due volte al giorno, corro dai 150 ai 170 km a settimana. Per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato servono sacrificio, costanza, impegno. Adesso abito a Modena, vivo in caserma: è bello ma allo stesso tempo ci sono delle regole da rispettare; anche questo è un sacrificio.
Dove ti vedremo correre a breve? Quali sono i tuoi prossimi impegni sportivi?
Presto correrò una maratona, non so ancora se in Italia o all’estero. A breve termine, il 26 febbraio correrò una mezza maratona a Napoli. E poi quest’anno ci sono manifestazioni importanti come i Mondiali e gli Europei di Cross a fine anno. E poi, ovviamente, i Campionati Italiani.
Qualche progetto futuro?
Sicuramente correre al meglio la maratona, entrare nella squadra assoluta della Nazionale e fare il minimo per i grandi eventi, ovvero Mondiali e Olimpiadi. Non è facile ovviamente, ci sono tanti atleti fortissimi, ma l’ambizione è questa.
C’è un sogno che vorresti ancora realizzare con la maglia azzurra?
Sono tanti gli obiettivi, alcuni a breve termine altri che richiederanno tempo e costanza. Abbiamo obiettivi molto ambiziosi ma preferisco non dirli per scaramanzia!