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Intervista a Filippo Megli. “Parigi 2024 sarà la mia grande onda”. L’oro del nuoto italiano made in Chianti

Amo appassionatamente la Toscana. Mi inorgoglisce troppo quello che ha dato al mondo”. È con questa citazione di Oriana Fallaci che è giusto presentare un atleta che proprio dalla Toscana è venuto al mondo e che in acqua sta realizzando i propri sogni, con la tenacia e l’umiltà che solo pochi caratteri veraci e puri possono avere.

Oro agli Europei di Roma 2022 nella 4x100m sl, oro ai Giochi del Mediterraneo 2018 e 2022, argento agli Europei di Budapest 2020 e molto altro ancora. Parte del gruppo sportivo dell’Arma dei Carabinieri. Un esempio da ogni prospettiva. Un nuotatore “alla ricerca della grande onda”.

Filippo Megli si racconta attraverso questa intervista.


Ciao Filippo, come è nata questa passione per il nuoto? Come ti senti quando sei in acqua?

La passione per il nuoto è venuta mangiando, nel senso che io fin da piccolo ho fatto molti sport; infatti fino alla terza media ho portato avanti la mia dedizione allo sport attraverso due o tre gironi di calcio e due o tre giorni di nuoto più gare e partite il sabato e la domenica. Ero un ragazzo molto impegnato. Poi a un certo punto ho dovuto decidere e grazie a mio padre ho scelto il nuoto, rivelandosi una scelta giustissima. La passione è venuta pian piano con i risultati, la voglia di vincere, la competitività, fino a raggiungere la Nazionale e i risultati che ho avuto. Il nuoto è uno sport molto duro, ci vuole tanta testa e un livello molto alto di sopportazione del dolore perché spesso l’allenamento ti porta a una condizione estrema di forze fisiche e devi comunque reagire. Il nuoto è il movimento più simile al volo e quindi dà un senso di libertà. Vivere in acqua ed essere in una situazione in cui sei sempre tu a controllare il tuo corpo e a decidere cosa fare ti fa sentire libero!

La bellissima frase che più ti rappresenta è “Vivere in un mare di sogni, in attesa della grande onda”.  Senza i sogni infatti, non ci sarebbe lo stimolo a creare qualcosa di nuovo e a fare di più. In termini sportivi, quale “grande onda” stai aspettando?

É il mio motto perché oltre al riferimento all’acqua è qualcosa che io utilizzo in tutti i campi della mia vita, e ha a che fare con la voglia di rincorrere un sogno, perseguirlo, dare il cento per cento, esprimere tutte le energie possibili per il suo raggiungimento perché è l’unico modo che una persona ha di sognare e rincorrere quel sogno. Senza impegno, senza voglia di fare non si raggiunge niente. Qualche volta però questa grande onda ha bisogno di un po’ di colpi di fortuna. Io ho avuto la fortuna di essere molto capace nel mio sport e di avere un grande sostegno a livello famigliare che mi ha permesso di dedicarmi al cento per cento al raggiungimento del sogno, che fino a due/tre anni fa era Olimpiade, la quale è stata raggiunta anche se non nel migliore dei modi come mi aspettavo a causa dell’infortunio che avevo avuto nel 2020. Direi che questa grande onda in attesa può riferirsi a Parigi 2024. Lì vorrò essere protagonista. 

Filippo Megli (kosmomagazine.it)

Come si svolge la giornata-tipo di un nuotatore come te?

La mia condizione di giornata-tipo è molto particolare. Vivo a circa 25 minuti dalla piscina, non mi sono trasferito a Firenze perché sto bene dove sono nato e cresciuto, c’è aria buona e si mangia bene. Sono dodici allenamenti settimanali da circa due ore, nove in acqua e tre in palestra che vengono suddivisi su sei giorni della settimana e solitamente il lunedì, mercoledì e giovedì si fa il doppio quindi mattina e sera mentre gli altri giorni solo la mattina. La giornata viene completata da studio e fisioterapia, in più aiuto mio padre nell’azienda di famiglia. Abbiamo un’azienda nel campo editoriale. La giornata più o meno si conclude verso le otto/nove di sera. Mi sveglio alle sei di mattina, inizio palestra verso le sette e finisco intorno alle dieci e mezza tra palestra e piscina. Continuo con la fisioterapia, torno a casa e alle cinque sono di nuovo in acqua. 

In molti speriamo che presto il nuoto diventi uno sport tanto visibile e importante a livello mediatico quanto il calcio. Cosa ne pensi e come si potrebbe agire a riguardo?

Purtroppo è un ragionamento molto difficile. Il nuoto in Italia è lo sport più praticato di tutti, a tutti i livelli e per tutte le età. Il problema è che non c’è grande interesse a livello mediatico e sociale nel seguire il nuoto. È uno sport che non ha tanto seguito a livello regionale, ne ha solo a livello internazionale in caso di Mondiali e Olimpiadi. Non ci si può paragonare al calcio, girano troppi soldi in più e trovare una soluzione è difficile. L’unica cosa che si può fare è continuare a stare al centro dei riflettori, attualmente abbiamo la squadra più forte di sempre a livello italiano e tanti ragazzi si stanno riavvicinando al nuoto grazie a questi risultati. Ora il nuoto sta ritrovando un po’ di vitalità, un po’ di interesse però ci sta che tra qualche generazione ci sia un calo a livelli di risultati. 

Filippo Megli (kosmomagazine.it)

Il record più bello?

Il record più bello è stato nel 2019 al Mondiale di Gwangju. È stata una spedizione incredibile, mi sono divertito un sacco, ero in forma, sapevo quello che stavo facendo, sapevo la velocità che stavo mantenendo e avevo il controllo del mio corpo. Si può dire che tutto era perfetto. I pianeti erano allineati e io ero sicuro di me

Quanto è importante l’appartenenza al Gruppo Sportivo dell’Arma dei Carabinieri?

L’importanza di un corpo sportivo per un atleta di uno sport individuale come il nuoto, che non è professionistico, è fondamentale perché dà una garanzia per il futuro e inoltre è una garanzia anche a livello economico per il sostenimento di una carriera sportiva che comunque è pesante per le casse economiche dell’atleta. Se non si hanno contratti di sponsorizzazione e non si trovano dei metodi per guadagnare qualcosa in più, con il supporto e l’ingresso in un gruppo sportivo hai la possibilità di un fisso mensile. Poi, stipendio a parte, è un onore far parte di un corpo militare così importante, soprattutto quello dell’Arma dei Carabinieri che ha una storia importantissima a livello italiano e che è al centro dello Stato Italiano. Avendo fatto un corso di un mese e mezzo nell’arma come atleta, ho avuto l’opportunità di vivere in prima persona la caserma e di entrare in contatto con l’essere carabiniere. Mi ci rivedo molto, mi trovo veramente bene e devo ringraziare l’Arma che ha creduto in me e tutti coloro che fanno parte del centro sportivo che durante l’anno ci supporta a 360 gradi per qualsiasi evenienza, dal punto di visita fisico, medico, mentale. Sono fondamentali per raggiungere determinati risultati. 

Puoi anticiparci qualche progetto futuro a cui stai lavorando?

Io sto già lavorando per il mio futuro, portando avanti i miei studi in Economia aziendale, prediligendo comunque il nuoto, per poi integrarmi nell’azienda di famiglia. In più sto cercando di creare anche altre possibili strade, condividendo delle passioni con i miei compagni di squadra. Attualmente abbiamo creato degli eventi sotto il nome di Level Up Swimming, nei quali ci focalizziamo sul condividere le nostre esperienze con altre persone che ne hanno bisogno, sia con atleti giovani sia a livello di master, cioè atleti più anziani molto appassionati che vogliono migliorare la propria tecnica. Questi eventi verranno organizzati ogni mese e mezzo circa. Cercheremo di portarlo avanti in base ai nostri impegni. Siamo sette atleti della Nazionale di cui quattro olimpionici, quindi offriamo tanta esperienza. In più mi piacerebbe molto lavorare con il territorio, andare a rivalutare un po’ quello che è la mia zona, il Chianti, supportando il mercato enograstronomico perché sono molto legato alla mia terra, al benessere e al buon cibo che c’è in zona e, se posso supportare a livello social e a livello aziendale, sono più che disponibile a lavorare con la realtà della zona. 

Published by
Valentina Pasquali