Un team di ricercatori ha recentemente scoperto una specie di insetto unico al mondo: è in grado di mangiare e di digerire la plastica.
Sulla Terra si stima che vi siano tra i 2 e i 30 milioni di esemplari di insetti, suddivisi in circa un milione di specie differenti, alcune delle quali possono rivelarsi preziose alleate nella lotta contro l’inquinamento prodotto dall’attività umana. Uno degli esempi più famosi è quello delle ‘larve di mosca soldato‘, una particolare specie di insetto capace di smaltire i rifiuti organici, trasformando così enormi quantità di scarti alimentari in biomassa. Quest’ultima, che è ricca di proteine, può essere utilizzata come fertilizzante o come alimento per altri animali.
Le larve di mosca soldato, oltre a nutrirsi di scarti alimentari, possono anche essere utilizzate per produrre biocarburanti, fertilizzanti naturali e persino bioplastiche. Un gruppo di ricercatori del Kenya ha recentemente scoperto un’altra specie di insetto capace di mangiare addirittura la plastica, aiutandoci così a risolvere uno dei problemi più importanti dell’attuale secolo: l’inquinamento causato dalla plastica.
L’insetto mangia plastica del Kenya
Per combattere l’inquinamento da plastica, un team di scienziati del Kenya ha scoperto un alleato inaspettato: il Tenebrio molitor (conosciuto come il coleottero della farina). Questo insetto, originario dell’Africa, è infatti in grado di degradare il polistirene, uno dei tipi di plastica più comuni. Fathiya Khamis, ricercatrice dell’ICIPE (International Centre of Insect Physiology and Ecology) – durante una recente intervista – ha spiegato che questa scoperta rappresenta un passo in avanti molto importante nella lotta contro i rifiuti plastici, soprattutto in un continente come l’Africa, in cui l’inquinamento è uno dei problemi principali.
I ricercatori hanno quindi scoperto che le larve dei coleotteri della farina del Kenya possono nutrirsi di polistirene (conosciuto anche come polistirolo espanso), un materiale composto per il 98% da carbonio, idrogeno e aria. Lo studio ha inoltre evidenziato il ruolo dei batteri che vivono nell’intestino di questi insetti: riescono infatti a scomporre la plastica attraverso la digestione. Dobbiamo inoltre ricordare che il polistirene, utilizzato soprattutto negli imballaggi alimentari, elettronici e industriali, è un materiale durevole e difficile da scomporre e da riciclare in modo tradizionale. Per questo motivo, la scoperta del coleottero della farina potrebbe rivoluzionare il mondo, aiutandoci a migliorare lo smaltimento e il riciclo della plastica.
Ogni anno milioni di tonnellate di plastica finiscono infatti negli oceani e nei terreni, alterando i fragili equilibri dell’ecosistema terrestre e della salute umana. In Africa, purtroppo, la situazione è particolarmente grave, poiché moltissimi Paesi non dispongono di sistemi efficaci di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Di conseguenza, la plastica finisce per accumularsi nelle discariche, nei fiumi e negli oceani.