Un’azienda sta sperimentando una nuova macchina in grado di aspirare anidride carbonica dall’aria: il suo costo è astronomico.
L’inquinamento atmosferico è uno dei problemi più importanti dell’attuale epoca storica: la nostra aria, un tempo pura e limpida, è oggi soffocata da una miriade di sostanze nocive come l’anidride carbonica (CO2), il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto e le particelle fini. Questi elementi, oltre ad alterare la composizione dell’atmosfera, causano gravi problemi respiratori, malattie cardiovascolari e contribuiscono al cambiamento climatico, mettendo a rischio la nostra salute e il futuro del pianeta.
Uno dei principali gas serra responsabili del riscaldamento globale e del conseguente scioglimento dei ghiacciai è, senza dubbio, la CO2. Si tratta di un ingrediente prodotto principalmente dalle attività umane, come la combustione di combustibili fossili per la produzione di energia e il trasporto. Secondo il Global Carbon Budget 2023, le emissioni globali di anidride carbonica hanno raggiunto livelli record negli ultimi anni: gli studi hanno infatti dimostrato che nel 2023 abbiamo rilasciato nell’aria circa 36,8 miliardi di tonnellate di CO2.
Un’azienda, però, spera di poter “risucchiare” dall’atmosfera terrestre una parte di questi gas nocivi che inquinano l’ambiente, attraverso una speciale macchina capace di aspirare l’aria e di eliminare i gas più pericolosi.
La nuova costosissima tecnologia che aspira la CO2
La società svizzera Climeworks ha recentemente inaugurato il suo secondo impianto progettato per aspirare anidride carbonica dall’atmosfera terrestre, principale responsabile dell’inquinamento dell’aria e del riscaldamento globale. Questi impianti, tra cui l’ultimo, chiamato “Mammoth”, attualmente il più grande al mondo nel suo genere, si trovano in Islanda. Come funzione allora questa tecnologia ai limiti della fantascienza?
Il processo, chiamato Direct Air Capture (DAC), ovvero “cattura dell’aria”, è sostanzialmente una tecnologia che aspira l’aria e rimuove la CO2 attraverso l’utilizzo di sostanze chimiche. L’anidride carbonica catturata viene poi iniettata sottoterra per essere stoccata in modo permanente o utilizzata per creare prodotti solidi. Nel caso dell’impianto della società Climeworks in Islanda, la CO2 viene trasformata in pietra attraverso una reazione con la roccia basaltica, attraverso un processo alimentato dall’energia geotermica. Il tutto avviene quindi nel rispetto dell’ambiente e senza rilasciare ulteriori gas inquinanti nell’atmosfera.
Il nuovo impianto “Mammoth”, situato nella città islandese di Hengill – secondo quanto riportato dalla CNN – è in grado di estrarre ben 36.000 tonnellate di carbonio dall’atmosfera terrestre ogni anno. Tale quantità di CO2 corrisponde alle emissioni prodotte annualmente da 7.800 macchina a benzina. Tuttavia, ogni tonnellata di anidride carbonica rimossa necessita di una spesa economica pari a circa 1.000 dollari (circa 960 euro). La società svizzera, però, spera di riuscire ad abbassare questa cifra fino a 300-350 dollari per tonnellata nei prossimi anni.