Il trucco e l’anima: il cinema del maestro truccatore Francesco Freda analizzato da Carlo Alberto Biazzi

Un affascinante viaggio nel mondo del trucco cinematografico è quello che offre il libro Il trucco e l’anima. Il cinema del maestro truccatore Francesco Freda, pubblicato da Giraldi Editore nel 2024. L’opera narra la vita di Francesco Freda, un maestro truccatore la cui arte ha contribuito in modo significativo al successo di molti film iconici, e il suo profondo legame con il giovane regista e scrittore CarloAlberto Biazzi. Quest’ultimo, originario di Cremona e produttore di successo, ha fondato la “Remor Film” e ha diretto opere come Il padre di mia figlia, presentato al Festival di Cannes, insieme a Al di là del mare e al cortometraggio L’ora buia nel 2024.

Il legame tra Francesco Freda e Carloalberto biazzi

L’incontro tra CarloAlberto Biazzi e Francesco Freda avvenne nel 2008, quando Biazzi, poco più che ventenne, cercava l’aiuto del truccatore più rinomato del settore. Freda, all’epoca un uomo di quasi ottant’anni, lo accolse con un sorriso caloroso e una disponibilità che lo rese immediatamente affascinante. Biazzi, aspirante regista, aveva realizzato un film indipendente con risorse limitate e desiderava collaborare con un professionista di alto livello. Freda non mostrava alcuna distinzione tra registi affermati e quelli emergenti, e da quel momento in poi, Biazzi rimase al suo fianco fino agli ultimi anni della vita di Freda.

La prefazione del libro, scritta da Giulio Scarpati, sottolinea come la generazione di Biazzi sia cresciuta ammirando il cinema, non solo per i registi e gli attori, ma anche per le figure chiave come sceneggiatori, musicisti e truccatori. Freda, in particolare, concepiva il trucco come un’arte che andava oltre l’apparenza, cercando di rivelare la profondità del carattere dei personaggi attraverso il suo lavoro.

Memorie e aneddoti dal mondo del cinema

Il libro si presenta come un’autentica raccolta di memorie, scritte con vivacità da Isa Grassano, che guida il lettore attraverso aneddoti inediti e momenti indimenticabili. Le pagine sono arricchite da fotografie in bianco e nero che immortalano i set cinematografici, insieme a estratti dal manoscritto Orizzonti, un’opera inedita di Freda. La narrazione si snoda tra Roma e Pistoia, dove si sviluppò la profonda amicizia tra Biazzi e Freda.

L’autore racconta in modo vivido degli incontri di Freda con grandi nomi del cinema, tra cui Ava Gardner, Katharine Hepburn e Sophia Loren. Ogni incontro è descritto con una sensibilità che mette in luce la complessità delle personalità e delle relazioni interpersonali nel mondo dello spettacolo. La narrazione di Biazzi si arricchisce di dettagli che rivelano come il trucco non fosse solo un aspetto superficiale, ma un elemento cruciale nella creazione di un personaggio credibile e memorabile.

L’arte del trucco e la sua evoluzione

Francesco Freda ha dedicato la sua vita all’arte del trucco, affascinato dalle sue origini storiche. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre l’Italia si preparava a una nuova fase di rinascita, Freda scelse di lavorare a Cinecittà, dove si immerse nello studio delle varie tecniche di trucco. In un periodo in cui il Neorealismo stava per terminare, Freda si trovò a fronteggiare l’emergere di nuove tendenze nel cinema e nella moda.

Le sue esperienze con attori come Alberto Sordi, Vittorio De Sica e Marcello Mastroianni sono raccontate con passione. Freda ha avuto la libertà di esprimere la sua creatività, come nel caso di Nino Manfredi nel film Brutti, sporchi e cattivi, dove applicò una protesi per rendere il personaggio più realistico. La sua capacità di evocare emozioni attraverso il trucco è stata fondamentale anche in opere come La tregua di Francesco Rosi, dove riuscì a trasmettere il dolore e la sofferenza degli attori.

Un’amicizia indissolubile

La relazione tra Biazzi e Freda si è trasformata in un legame profondo, caratterizzato da affetto e confidenza. Biazzi descrive i ricordi condivisi come impressi nella sua mente, simili a un dipinto, dove l’anima non invecchia mai, ma si connette con altre anime affini al di là del tempo. Le parole di Biazzi riflettono un amore sincero e autentico, un legame che ha arricchito entrambe le loro vite nel mondo del cinema.

La narrazione si chiude su una nota di nostalgia, evocando il profumo di momenti vissuti insieme e l’essenza di un’amicizia che ha lasciato un segno indelebile. La storia di Francesco Freda e CarloAlberto Biazzi si rivela così non solo come un racconto di cinema, ma come un tributo a un’arte che continua a vivere attraverso le memorie e i legami umani.

Published by
Maria Marisi