
Il sindaco di Miami, Steven Meiner, ha suscitato un acceso dibattito con la sua proposta di chiudere l’«O Cinema», una sala cinematografica situata a Miami Beach. La controversia è emersa dopo la proiezione del documentario No Other Land, che tratta dell’occupazione israeliana e della resistenza del villaggio di Masafer Yatta. Nonostante il film abbia ottenuto un Oscar per il miglior documentario, la sua visione è stata etichettata dal sindaco come una «minaccia alla sicurezza pubblica». Meiner ha descritto No Other Land come un «attacco propagandistico unilaterale al popolo ebraico», affermando che non riflette i valori della città. Questo film è stato realizzato da un collettivo di giovani cineasti palestinesi e israeliani, tra cui Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal.
La proposta di Meiner includeva la rescissione del contratto di locazione dell’«O Cinema», che si trova in un edificio di proprietà comunale, e la richiesta di interrompere i finanziamenti pubblici di circa 40.000 dollari che la sala riceve. L’iniziativa ha scatenato una reazione immediata nel mondo del cinema.
La reazione del mondo cinematografico
In risposta alla minaccia del sindaco, un gruppo di 752 registi ha firmato una lettera aperta in cui si sostiene che la proposta rappresenti un attacco alla libertà di espressione e una violazione del Primo Emendamento. Tra i nomi noti che hanno aderito all’appello si trovano Michael Moore, Laura Poitras, Ezra Edelman, Alex Gibney e Alfred Spellman. I registi hanno sottolineato l’importanza di garantire agli artisti il diritto di esprimere le proprie storie senza censure, evidenziando il ruolo fondamentale del cinema come mezzo di comunicazione e riflessione sociale.
La lettera ha messo in luce le preoccupazioni riguardo all’impatto che tale decisione potrebbe avere sulla libertà artistica e sul panorama culturale di Miami. Il documentario, che ha attirato un pubblico numeroso e ha registrato il tutto esaurito, è stato difeso come una narrazione necessaria per comprendere le complessità del conflitto israelo-palestinese.
Il ritiro della proposta e le prospettive future
Le proteste e la mobilitazione della comunità cinematografica hanno avuto effetto. Nella giornata di ieri, Steven Meiner ha annunciato il ritiro della proposta di chiudere l’«O Cinema», rendendosi conto di essere in minoranza all’interno della City Commission. La sala, che si distingue per la sua programmazione non commerciale e per il suo impegno verso il cinema indipendente, continuerà quindi a operare senza interruzioni.
L’«O Cinema» rappresenta un punto di riferimento per la cultura cinematografica a Miami Beach, offrendo una varietà di film che sfidano le convenzioni e promuovono la diversità delle narrazioni. Con il ritiro della proposta, la sala potrà proseguire il suo lavoro di promozione del cinema d’autore e di opere che affrontano temi sociali e politici, mantenendo viva la discussione su questioni importanti e attuali.