L’influenza aviaria preoccupa sempre di più gli scienziati, soprattutto dopo il primo caso riscontrato in un uomo. Ecco tutti i dettagli.
Il 18 dicembre 2024, le autorità americane hanno confermato il primo caso grave di influenza aviaria H5N1 riscontrato negli USA: si tratta di un paziente attualmente ricoverato in condizioni critiche nella Louisiana. Quest’ultimo, secondo i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli USA (US Centers for Disease Control and Prevention), sarebbe stato esposto a uccelli malati e morti presenti nella sua proprietà, i quali gli avrebbero trasmesso il pericoloso virus.
Il Dipartimento della Salute della Louisiana ha inoltre rivelato che la persona ricoverata, a causa dei sintomi dell’influenza aviaria, ha più di 65 anni e presenta delle malattie pregresse, le quali hanno aumentato il rischio di complicazioni influenzali. Oggi, un team di ricercatori australiani ha lanciato l’allarme: l’aviaria mette a rischio soprattutto le donne incinte.
Donne incinta a rischio con l’influenza aviaria
Prima di analizzare lo studio condotto dai ricercatori australiani del Murdoch Children’s Research Institute (MCRI) di Melbourne, cerchiamo di capire cos’è questa influenza aviaria e perché è così pericolosa. Innanzitutto, è una malattia infettiva e contagiosa che colpisce prevalentemente i volatili domestici e salvatici, causando addirittura la morte dell’animale stesso. Talvolta, però, il pericoloso virus può infettare anche gli altri animali e, in alcuni casi, persino gli esseri umani.
Per quanto riguarda i sintomi, questi arrivano dopo un periodo di incubazione che va da 1 a 7 giorni dal momento dell’infezione. Dopodiché, potremmo riscontrare tosse, febbre, mal di gola e dolori muscolari, anche se alcuni individui sperimentano la nausea, il vomito e la diarrea. Il paziente della Louisiana, ad esempio, sta addirittura affrontando una malattia respiratoria grave.
Ritornando allo studio pubblicato dai ricercatori del Murdoch Children’s Research Institute (Mcri) di Melbourne, l’influenza aviaria potrebbe quindi essere fatale per la maggior parte delle donne incinte. Secondo gli autori della ricerca, il tasso di mortalità sarebbe pari al 90% per chi porta avanti una gravidanza: su 30 donne incinte contagiate – affermano gli scienziati – 27 sono purtroppo decedute.
Rachael Purcell, coautore dello studio, ha inoltre dichiarato che dovremmo immediatamente inserire le mamme in attesa nei piani pandemici, affinché possano essere protette e vaccinate il prima possibile. Jim Buttery, professore presso l’MCRI, ha invece ricordato che durante la pandemia da SARS-CoV-2 le donne incinte hanno sperimentato alti tassi di mortalità e malattie gravi, ed è per questo che non possiamo permetterci di ripetere gli errori del passato.