
Il mistero di Elvira Coda Notari si cela all’interno di cinque box situati in una via di Roma nord. Qui, sono stati riposti gli ultimi oggetti appartenuti alla prima regista italiana, la quale, attraverso la sua Dora Film, ha realizzato oltre 60 lungometraggi e 100 cortometraggi durante l’epoca d’oro del cinema muto. La maggior parte di queste opere è andata perduta nel tempo.
Nei garage non si trovano bobine, ma una serie di attrezzature storiche come una titolatrice, una sviluppatrice, locandine, cineprese, lanterne magiche e altri pezzi della collezione di José Pantieri, storico del cinema, la quale era esposta fino al 2007 presso il Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo. Quest’ultima è stata rimossa e chiusa in centinaia di scatole, subendo un lungo percorso di difficoltà tra ordini esecutivi, traslochi e fallimenti. La collezione è attualmente nelle mani di Elia Buster Domenico Pantieri, figlio di José, che vive a quasi tremila chilometri di distanza dai beni ereditati.
La soprintendenza e la tutela della collezione
Il 9 luglio 2003, la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio ha dichiarato il fondo di notevole interesse storico, un provvedimento che ha garantito una protezione fondamentale. La collezione comprendeva 1860 materiali filmici suddivisi in 350 scatole. Le pellicole più delicate, in particolare quelle in celluloide, sono state le prime a essere messe in salvo, come confermato dal Soprintendente Ferdinando Salemme.
La Soprintendenza ha coordinato i lavori di censimento, affidati alla società RomArchivi, per redigere un inventario topografico e gestire il trasloco, evitando così la dispersione e il deterioramento dei materiali. Nel 2008, le pellicole sono state trasferite presso la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale di Roma, che ha provveduto al restauro e all’inventariazione, come sottolineato da Salemme.
Il contenuto dei box
Dietro le saracinesche dei box di Roma nord, da dieci anni, si trovano circa 500 scatoloni pieni di oggetti, materiali documentali, attrezzature e cimeli. La Soprintendenza ha redatto un elenco preliminare che offre un’idea del contenuto. La sezione dedicata al cinema muto è particolarmente ricca e comprende costumi indossati da attrici come Francesca Bertini e Lyda Borrelli, cineprese, proiettori, lanterne magiche e l’intero fondo ceduto dalla moglie di Edoardo, figlio di Elvira Coda Notari, al Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo.
Steve Della Casa, conservatore della Cineteca Nazionale, ricorda la collezione come un insieme di materiali preziosi per la ricostruzione della storia del cinema. Tra i documenti ci sono lettere, libri e borderò degli anni Trenta, oltre a cineprese Pathé e apparecchi da 9,5 millimetri risalenti ai primi del Novecento.
Il fallimento della società proprietaria
Dieci anni fa, la collezione ha rischiato di essere distrutta a causa del fallimento della società che gestiva i box. La Soprintendenza, come spiegato da Ferdinando Salemme, è venuta a conoscenza del fallimento quasi per caso, poiché nessuno ha informato l’ufficio competente. Dopo molte richieste di chiarimenti e incontri con i curatori fallimentari, sono stati effettuati due sopralluoghi per verificare lo stato di conservazione dei beni, rivelando che, sebbene non ci fosse un pericolo imminente di dispersione, le condizioni di custodia erano inadeguate.
L’ultimo sopralluogo e le prospettive future
L’ultimo sopralluogo si è tenuto a novembre 2024, e da quel momento ogni tentativo di intervento si è bloccato. Salemme ha sottolineato che per salvaguardare definitivamente la collezione del Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo è necessaria la collaborazione di enti pubblici e privati. Nonostante gli sforzi della Soprintendenza, che ha coinvolto diverse istituzioni per trovare una sede adeguata alla conservazione dei materiali, finora non è stato possibile raggiungere un accordo.
La proposta di Napoli per la collezione
Una nuova opportunità è emersa da Napoli, dove è in corso una rassegna di eventi per celebrare i 150 anni dalla nascita di Elvira Coda Notari, organizzata dal Comune di Napoli e da Parallelo 41 Produzioni in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e la Cineteca di Bologna.
Antonella Di Nocera, curatrice della rassegna, ha dichiarato che l’occasione dei 150 anni deve rappresentare l’inizio di un progetto significativo, come la creazione di una casa civica della cultura del cinema intitolata a Elvira Notari, per mantenere vivo il legame tra il pubblico e le sue opere.