Il Maestro Diego Basso ha alle spalle numerose esperienze in ambito musicale e orchestrale, e ha saputo – giorno dopo giorno – nutrirsi di musica e trasformare il suo percorso in una strada piena di note. Il direttore d’Orchestra si è quindi detto prontissimo per i prossimi eventi che lo vedranno protagonista e che saranno da lui organizzati. Tra i tanti, sta per partire presto il Lucio Dalla Orchestra, un omaggio al grande cantautore bolognese che avrebbe compiuto quest’anno 80 anni. Con molta emozione e una sensibilità che non ha eguali, ci ha raccontato le tappe fondamentali della sua carriera e quello che avrà in serbo per lui il futuro.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
E’ iniziato tutto da piccolo; ho frequentato il Conservatorio sin dall’età di 11 anni. Grazie a un’insegnante avuta durante le scuole elementari, ho cominciato l’esperienza nel coro parrocchiale. Ho poi fatto un percorso con Paolo Limiti su Rai 1, durante il quale ero il Responsabile delle voci. Da quel momento ho iniziato a pensare alla direzione d’orchestra e ho studiato seriamente composizione, partendo in primis dalla musica musica e poi approfondendo anche il pop e il rock.
Sarai il protagonista di numerosi appuntamenti nei prossimi mesi, tra cui l’evento Lucio in Orchestra: dove nasce l’idea per questo progetto?
Lucio in Orchestra nasce dalla mia amicizia con Ron, grazie a cui ho avuto modo di conoscere Dalla. Abbiamo fatto un concerto per la Sla molti anni fa: Lucio si è esibito, e io ho diretto con lui l’Orchestra. In quella occasione, mi ha fatto capire la sua grandezza, la sua forza e il grande musicista che era. Mi è così adesso rinata questa cosa dentro: quest’anno avrebbe compiuto 80 anni e ho pensato a questo progetto.
Lucio in Orchestra sarà appunto un omaggio a Lucio Dalla che vedrà anche la partecipazione di Ron. Secondo te, cosa ha rappresentato Dalla nella musica italiana e cosa rappresenta oggi?
E’ stato un grande compositore e un grande artista; era un uomo a tutto tondo che viveva appieno la musica: era un uomo dentro la musica. La musica faceva parte di lui e, quando saliva sul palco, era un grande musicista. Usava inoltre un’interpretazione tutta sua, improvvisava, non era mai schematico. Era un genio assoluto, e io l’ho sempre messo tra i grandi. Dentro i suoi testi c’è insomma qualcosa di davvero unico.
Cosa consiglieresti ai giovani che si stanno approcciando per la prima volta alla musica d’orchestra?
Io consiglio di studiare; in questa epoca ci sono tante cose diverse rispetto agli anni passati. Attraverso i social e i tanti canali virtuali, vediamo cose che 30 anni fa non esistevano. Questo non deve essere però un “pretesto” per saltare le tappe, ma è fondamentale approcciarsi al mondo attraverso lo studio, giorno dopo giorno. L’artista deve applicarsi alla musica in modo serio, anche perché il Conservatorio si è aperto oggi anche alla musica pop e dà possibilità ai ragazzi che vogliono suonare altri strumenti come la batteria e la chitarra. Barbra Streisand e Celine Dion lavorano ad esempio tutti i giorni, nonostante siano diventati dei colossi della musica mondiale. Non si smette dunque mai di studiare: l’applicazione allo studio è sempre fondamentale.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Nell’estate ci saranno diversi appuntamenti come un Festival a Vieste e due concerti, uno su Lucio Battisti e uno sulle musiche dei film hollywoodiani insieme al grande Andrea Griminelli, con cui ho anche fatto un album su Ennio Morricone. Ci saranno poi dei concerti sui Queen insieme al chitarrista di Vasco Rossi; ho conosciuto Brian May per un arrangiamento sul brano e ho capito subito quanto loro avessero in mente questa idea di composizione musicale. Ci sarà infine un percorso a New York che partirà il 19 agosto.