
Una giovane donna si ritrova in una situazione difficile, con un gatto sotto braccio e una ferita sulla testa, senza un luogo dove tornare. Il suo nome è Paula e la sua vita è stata stravolta dalla rottura con il fidanzato, un fotografo di successo che l’ha cacciata dal loro appartamento. Disperata, bussa alla sua porta, ma non riceve risposta e finisce in ospedale.
Dopo questo episodio, Paula si rivolge alla sorella per chiedere aiuto, ma viene rapidamente allontanata. Anche la madre non può offrirle sostegno e così si ritrova a vagare per le strade di Parigi, senza soldi, amici o un piano per il futuro. La sua vita cambia quando incontra Yuki, una giovane donna che, scambiandola per una vecchia compagna di scuola, le offre l’opportunità di lavorare.
Un approccio comico alla crisi esistenziale
La trama di Montparnasse – Femminile singolare, diretto dalla regista Léonor Serraille, si presenta come un dramma ma viene raccontata attraverso una lente comica. La regista, al suo esordio nel lungometraggio, riesce a trasformare la tragica situazione di Paula in una narrazione che, pur affrontando temi complessi, riesce a strappare sorrisi.
Il personaggio di Paula è descritto come buffo e goffo, affronta le avversità con una combinazione di ingenuità e determinazione. L’interpretazione di Lætitia Dosch è particolarmente apprezzata, essendo già nota per il suo ruolo in La Bataille de Solférino, un film che le ha valso il riconoscimento come Miglior promessa femminile ai Lumière nel 2018.
Una rinascita personale attraverso il lavoro
Il passato di Paula rimane avvolto nel mistero, con pochi dettagli che emergono, principalmente legati alla sua dipendenza affettiva dal compagno. Il film non si limita a descrivere una crisi esistenziale, ma racconta anche una vera e propria rinascita. Paula inizia a scoprire nel lavoro un mezzo per affermare la propria identità e raggiungere l’autonomia economica, elemento fondamentale per la sua libertà personale.
La protagonista si riappropria della sua individualità, costruendo relazioni con persone nuove che le offrono una visione più chiara di chi è realmente. Non è più solo la musa di un fotografo, ma una donna con sogni e ambizioni proprie.
Tematiche sociali e solitudine metropolitana
La storia di Paula si fa portavoce di un problema sociale che colpisce molte donne: l’annullamento della propria identità in nome dell’amore. La narrazione mette in luce le difficoltà di vivere in una grande città come Parigi, dove la solitudine può diventare schiacciante. La protagonista, pur avendo la possibilità di rimanere anonima, deve affrontare le conseguenze di questa scelta, sia positive che negative.
Il film riesce a cogliere l’essenza della vita metropolitana, evidenziando le sfide quotidiane e la ricerca di un equilibrio tra relazioni personali e realizzazione individuale. La vicenda di Paula diventa così un racconto universale, in grado di risuonare con chiunque abbia mai affrontato momenti di crisi e di ricerca di sé.
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