La serie tv sul delitto di Avetrana verrà trasmessa a breve sul piccolo schermo, dopo il via libero avuto dal comune. Ecco il parere di Roberta Bruzzone.
Diventata famosa nel piccolo schermo grazie alla sua attività di psicologa forense e criminologa, ha ottenuto una specializzazione in psicopatologia forense ed è diventata nota – dinnanzi al grande pubblico – perché ha affrontato numerosi casi di cronaca nera. Le sue partecipazioni televisive sono infatti sempre state davvero tante, e le hanno dato la possibilità di affrontare diverse tematiche molto importanti. Il suo volto è anche apparso nel talent show Ballando con le Stelle, da cui ha però deciso di andare via dopo cinque edizioni.
Nel corso della sua carriera, la Bruzzone ha anche affrontato il caso di Sarah Scazzi, la ragazzina che venne uccisa nel comune di Avetrana.
Il parere di Roberta Bruzzone dopo la serie tv sul delitto di Avetrana
La criminologa è apparsa, in varie occasioni, tv per dare le proprie opinioni sui casi di cronaca nera che avvengono quotidianamente. Il suo lavoro ha d’altronde sempre stupito tutti, proprio perché lei riesce – in ogni occasione – ad avere una forte lucidità su eventi che determinano spesso l’opinione pubblica e durante i quali si evidenzia la fragilità umana. Nel corso di un’intervista rilasciata per Kosmo Magazine, Roberta Bruzzone ha parlato di tutto quello che sente quando affronta questi casi, come ad esempio il famoso caso di Avetrana che vide l’uccisione di Sarah Scazzi.
Qualche ora fa è d’altronde arrivata la conferma sulla messa in onda della serie tv Questa non è Hollywood, che era stata momentaneamente interrotta su ordinazione del comune di Avetrana. Il prodotto sarà visibile dal 30 ottobre su Disney+ e ripercorrerà tutte le tappe di un omicidio che, nel 2010, sconvolse l’intera nazione. A tal proposito, Roberta Bruzzone ha svelato alcuni retroscena dei tanti casi del genere che tratta ogni giorno per via della sua professione. “Il dolore è parte integrante della mia attività e può avere diverse sfaccettature“, ha infatti detto lei, “C’è il dolore di stare in relazioni sbagliate, di aver perso una persona cara o di non vedere giustizia in una situazione complessa“.
La criminologa ha inoltre affermato di assicurare alle persone che si rivolgono a lei la verità di quello che è realmente accaduto. “Credo che avere chiarezza su questo aspetto possa essere determinante“, ha continuato lei, “per consentire a queste persone di elaborare la perdita e il dolore che li ha trafitti e poter andare avanti. Quel tipo di dolore non si supera, ma di certo la verità aiuta ad elaborarlo“.