Ibridazione e doppio: un’analisi del cinema di David Cronenberg

Nel panorama cinematografico contemporaneo, il tema del doppio emerge come un elemento ricorrente nella filmografia di David Cronenberg. Le opere del regista canadese, caratterizzate da inquietanti ibridazioni tra corpo e mente, esplorano sessualità inconsuete e la sottile linea di demarcazione tra realtà e immaginazione. Andrea Chimento e Camilla Maccaferri, nel loro saggio “Dal corpo mutante alla proiezione inconscia: il tema del doppio nel cinema di David Cronenberg”, pubblicato nel 2012 nel volume curato da Luca Taddio, “David Cronenberg. Un metodo pericoloso”, offrono un’analisi approfondita di queste tematiche.

Il doppio orrorifico nella prima fase della filmografia

Chimento e Maccaferri sottolineano come i protagonisti delle opere iniziali di Cronenberg siano spesso confrontati con versioni distorte di se stessi, incarnando una manifestazione tangibile del male interiore. Film come “Shivers” (1975) e “Rabid” (1977) presentano il “doppio” come un’estrinsecazione del mostruoso che risiede nell’inconscio. Tuttavia, è con “Brood” (1979) che il concetto si manifesta in modo più evidente, attraverso le creature generate dalla protagonista, che simboleggiano sia il suo lato maligno che una distorsione della figlia.

Con “La mosca” (1986), la riflessione sul doppio si fa più carnale, incarnata dalla figura ibrida di Brundlefly, un essere che, pur avendo un aspetto ripugnante, conserva un barlume di umanità. Anche in “Videodrome” (1983) ed “eXistenZ” (1999), i protagonisti si trovano a fronteggiare un’alterazione della realtà, dove il confine tra vita e virtualità si sfuma. Nel primo caso, la risoluzione avviene attraverso l’eliminazione dell’alter ego televisivo, culminando nel suicidio del protagonista, mentre nel secondo, la liberazione dal doppio avviene tramite la disconnessione dall’esperienza ludica.

Il doppio e la psiche nei film successivi

Nel film “Il pasto nudo” (1991), il protagonista, alter ego di William S. Burroughs, si confronta con un doppio generato dall’uso di sostanze stupefacenti, confondendo la realtà con un universo parallelo. Questo sdoppiamento, incentrato sulla psiche, è simile a quello che caratterizza “La zona morta” (1983), dove un insegnante, dopo un coma, si risveglia come una versione distorta di se stesso, dotata di poteri preveggenti. Qui, Cronenberg esplora come il doppio possa coinvolgere sia corpo che mente, creando una frattura nella realtà.

Nella produzione più recente, il regista affronta il tema del mascheramento dell’identità. In “Spider” (2002), il protagonista schizofrenico nasconde un trauma infantile, mentre in “La promessa dell’assassino” (2007), un agente sotto copertura vive con un’identità fittizia. La tematica dell’identità è presente anche in “M. Butterfly” (1993) e “A History of Violence” (2005), dove il protagonista nasconde una vita turbolenta per mantenere un’apparente normalità, rinunciando a una parte della propria personalità.

La complessità dei legami umani nel cinema di Cronenberg

Con “Inseparabili” (1988), Cronenberg affronta il tema del doppio in modo diretto, esplorando il legame tra due gemelli, la cui identità si frantuma con l’arrivo di una donna. Questo triangolo relazionale culmina in un omicidio-suicidio, evidenziando come l’entrata di un terzo soggetto possa distruggere un legame apparentemente indissolubile. La dinamica tra i gemelli rappresenta uno sdoppiamento tra bene e male, dove la loro esistenza è intrecciata, costretti a vivere esperienze condivise.

Un altro esempio di triangolo è presente in “Crash” (1996), dove James Ballard, la moglie Catherine e Vaughan condividono una perversa attrazione per gli incidenti stradali. Anche qui, il legame si spezza tragicamente, lasciando un’impronta indelebile nella vita della coppia. Il rapporto tra Ballard e Vaughan simboleggia un’asimmetria di potere, in cui l’identità più debole si conforma all’influenza della più forte, creando una dipendenza reciproca.

Il film “A Dangerous Method” (2011) rappresenta l’ultimo capitolo di questa esplorazione del doppio. La relazione tra Freud e Jung, inizialmente simbiotica, si deteriora con l’ingresso di una figura femminile, trasformando il legame in un triangolo. La separazione tra maestro e allievo segna una frattura, dove l’allievo esplora nuove vie, mentre il maestro affronta la perdita della propria influenza.

La complessità dei legami umani e la ricerca dell’identità sono temi ricorrenti nell’opera di Cronenberg. Anche se le separazioni tra i personaggi possono sembrare meno traumatiche rispetto ad altre opere, il distacco dall’Io-doppio non consente riconciliazioni. Le identità rimangono distinte, condannate a essere accostate, come due gemelli, nei dibattiti psicanalitici, perpetuamente “inseparabili” nella memoria collettiva.

Published by
Maria Marisi