Con l’inizio dell’anno nuovo e la nuova Legge di Bilancio, la domanda che in molti si stanno ponendo è: cosa è cambiato per la modalità di andare in pensione?
Andare in pensione nel 2025 sarà leggermente diverso rispetto agli anni scorsi. Cambiamenti in vista soprattutto per le donne lavoratrici. Ma ci sono dei cambiamenti anche dal punto di vista del fondo pensioni.
La pensione sembra essere un mondo ancora così lontano per tanti lavoratori. Ma è davvero così? Cerchiamo di capire insieme quali sono le nuove dinamiche messe in campo e cosa cambierà da quest’anno.
Come andare in pensione nel 2025
La pensione: quella che in molti vedono ancora come miraggio. In realtà, forse non è del tutto così. Certo, ogni anno, e con ogni nuova Legge di Bilancio, sembrano esserci dei cambiamenti e nessuno, poi, riesce più a capire effettivamente cosa sta succedendo e se, mai, potrà andarci o meno in pensione e riposare dopo anni di duro lavoro.
Anche da questo anno 2025, le modalità per il pensionamento sono cambiate, così come anche tutto ciò che riguarda i fondi pensione. Attualmente, sono diverse le modalità differenti per andare in pensione: restano in vigore, anche quest’anno, “Quota 103” e la pensione anticipata “ordinaria”, che consente di smettere di lavorare prima dei 67 anni.
Sarà, anche, in vigore ancora “Opzione donna” quanto anche l’agevolazione per i lavoratori precoci o per chi svolge mansioni usuranti. Andiamo un attimo con ordine, iniziando proprio dal come si può andare in pensione ordinaria.
Cosa resta e cosa cambia
Resta l’età fissata a 67 anni, quanto per gli uomini quanto per le donne. Occorrono sempre almeno 20 anni di contributi versati, sia con sistema misto che con il contributivo.
Per chi, invece, andrà in pensione anticipata contributiva l’età resta, anche in questo caso, a 64 anni e con 20 di contributi, con un primo assegno di importo non inferiore a 3 volte l’assegno sociale. Per la pensione anticipata con sistema misto (contributivo e retributivo) sono richiesti, invece, almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, ma senza limiti di età anagrafica.
Dall’altro lato c’è, anche, Quota 103 dove occorrono 62 anni di età e 41 di contributi, il tutto entro il 31 dicembre 2025. Anche per chi svolge lavori usuranti, il carrello d’uscita rimane invariato: l’età anagrafica minima è di 61 anni e 7 mesi con almeno 35 di contributi. Per quel che riguarda Opzione donna, invece, le lavoratrici dovranno avere 35 anni di contributi e 61 anni di età, che scendono a 60 in caso di un figlio e a 59 con almeno due.