
Francesca Truzzi e Davide Bortot, una coppia veneta, stanno vivendo un’avventura straordinaria, viaggiando in tutto il mondo con le loro due figlie, Zaira Sahara e Leila Jargal, a bordo di un camion trasformato in casa. Questa originale abitazione è dotata di pannelli solari e riscaldamento a pellet, permettendo loro di sostenere uno stile di vita nomade e sostenibile. La loro passione per il cinema e l’amore per il viaggio li ha spinti a creare il progetto «Cinéma du Désert», che porta il cinema all’aperto in luoghi remoti, dalle steppe della Mongolia alle foreste della Costa d’Avorio.
Un viaggio che unisce cinema e comunità
Francesca e Davide hanno iniziato il loro percorso nel 2009, quando la loro prima casa su ruote li ha portati in Mali per collaborare con l’organizzazione non governativa Bambini nel Deserto. Qui, hanno realizzato la loro prima proiezione di un film sotto le stelle, un’esperienza che ha segnato l’inizio di un progetto che oggi li vede viaggiare per il mondo. Attualmente, la famiglia si trova in Marocco e prevede di rientrare in Italia a maggio 2025. Durante i loro viaggi, organizzano proiezioni gratuite di film, cercando di trasmettere messaggi di sostenibilità ambientale, integrazione tra culture e parità di genere.
Un modello di vita sostenibile
Francesca Truzzi ha spiegato come la loro scelta di vita sia stata guidata dalla volontà di ridurre i costi e vivere in modo non consumistico. La loro casa-camion è dotata di pannelli solari e riscaldamento a pellet, garantendo un’esistenza confortevole e sostenibile. Quando sono in Italia, organizzano serate di cinema a pagamento per finanziare i loro progetti all’estero, dove le proiezioni sono sempre gratuite. Collaborano con enti pubblici e privati per realizzare eventi di cinema all’aperto, cercando di promuovere una cultura della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente.
Educazione e avventura per le figlie
La famiglia Truzzi-Bortot ha trovato un modo innovativo per gestire l’istruzione delle loro figlie, Zaira e Leila. Grazie alla disponibilità delle insegnanti, hanno organizzato un programma di didattica a distanza che consente alle bambine di seguire le lezioni mentre viaggiano. Francesca ha sottolineato che l’avventura di vivere su un camion è parte integrante della loro educazione, offrendo esperienze di vita uniche e incontri con persone di diverse culture. Un momento particolarmente toccante è stato quando ha visto le sue figlie interagire con bambine tunisine in un villaggio del deserto, dimostrando che le barriere linguistiche possono essere superate attraverso l’umanità.
Le sfide della vita nomade
Nonostante le difficoltà che comporta uno stile di vita nomade, come ha raccontato Francesca, la famiglia ha sempre trovato motivazione e gioia nei luoghi che visitano e nelle persone che incontrano. I genitori delle due bambine inizialmente erano preoccupati per questa scelta, ma hanno poi riconosciuto l’energia e la determinazione della coppia. La famiglia continua a seguire il proprio cuore, impegnandosi a realizzare sogni e progetti, come la creazione di un team di Cinema Du Desert in Burkina Faso, un’iniziativa che dimostra il loro impegno per la cultura e l’integrazione.