I Negan sono una band indie-rock della città di Verona che tornano oggi nel panorama musicale italiano con il nuovo brano 37100. Un singolo, questo, che porta ad un’attenta riflessione sul dualismo tra passione e lavoro nel quale la musica diventa la vera protagonista. Il gruppo ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il vostro primo incontro e quando avete capito che avreste potuto lavorare insieme?
Ciao a tutti i lettori di Kosmo Magazine! Siamo sempre stati tutti nel “radar” gli uni degli altri, tra chi suonava nella scena rock veronese e chi quella vicentina: dopo anni e varie collaborazioni tra di noi, ci siamo adagiati su questa formazione. Al netto delle differenze stilistiche il fattore d’unione è stato il rendersi conto che ci andava di creare della musica originale e che ci divertisse, fregandocene del resto.
Parliamo del vostro nuovo singolo 37100: dove nasce l’idea per questo brano?
Il brano nasce durante la scorsa estate, figlio di un periodo di pandemia piuttosto estenuante per tutti noi. “37100” ha una narrativa particolarmente intima e introspettiva, una sfaccettatura inedita per chi ancora non ci ha mai sentito dal vivo, ma solo in passato con le precedenti release in streaming. Il singolo parla dunque del superare i propri limiti utilizzando come metafora una città, la propria. Nel nostro caso proprio Verona.
A fare da cornice alla canzone è la città di Verona. Cosa rappresenta per voi questa città e quanto hanno influito le vostre origini sul vostro stile musicale?
Sicuramente molto, ma il titolo più che un CAP è una metafora: la tua città, la mia città, può essere qualunque città. Poi noi siamo di Verona, quindi era un gioco abbastanza facile da fare. Per quanto riguarda le influenze prendiamo spunto da generi differenti: magari il riff ha richiami al punk, al rock e all’hardcore, mentre la topline o il groove dal pop, dal folk e perchè no, anche da generi più dance che si possono ritrovare in discoteca.
Come vi siete approcciati invece a questo genere? Chi sono stati i vostri maestri musicali?
Non credo si possano elencare tutti, ovviamente il nucleo originale ha un anima punk, che nella nostra attitudine è rimasta, se pur sia variato il genere. Sicuramente abbiamo dei riferimenti che per quanto riguarda il panorama italiano possono essere i Verdena, i Ministri, gli Afterhours, mentre dall’estero prendiamo in prestito tanto da gruppi che possono spaziare dai Funeral For A Friend ai Radiohead.
Quali sono i vostri futuri progetti? Potete anticiparci qualcosa?
Sicuramente suonare, e in particolare il più possibile. La pandemia ci ha fatto male e fatto schifo, e vogliamo riprendere a darci una leva in sede live. Oltre a questo, tanti nuovi brani sono in fase di rifinitura, quindi ci auguriamo presto tanta nuova musica.