MUSICA

Guglielmo presenta ‘Leggero’: Un omaggio a chi si sente perduto | “Scritto durante la pandemia”

Nato a Siena nel 1996, Guglielmo è nato impregnato di musica e soprattutto di rock. Tutto inizia quando, nel 2015, si esibisce live da solista e all’interno di alcuni gruppi rock. Nel 2018, vince il contest ‘Rock My Life‘ e questo gli permette di aprire i concerti dei Rhumornero e dei Finley.

Oggi ritorna nel panorama musicale con il suo nuovo singolo dal titolo ‘Leggero‘, scritto e composto dallo stesso cantante, prodotto e arrangiato da Vincenzo Cristi (voce e chitarra dei Vanilla Sky). Creato interamente durante la pandemia, Guglielmo vuole trasmetterci il senso di vuoto che spesso si avverte quando crediamo di aver perso noi stessi. Si va quindi alla costante ricerca di una serenità fisica e psicologica, ma soprattutto alla ricerca di quella parte di noi andata perduta.


Com’è avvenuto il tuo primo approccio alla musica? Quando hai compreso che sarebbe stata la tua strada?

Verso i 20 anni, ho iniziato a capire quello che davvero mi rendeva felice. Ho deciso di provarci a tutti i costi e fino in fondo. Avevo iniziato a scrivere verso i 18 anni, ma era più che altro una sorta di autoterapia, che mi aiutava a sfogarmi. Pian piano, gli amici e varie persone del mondo della musica (a cui facevo ascoltare i miei brani) mi hanno invogliato a concretizzare sempre di più questa passione. Ho avuto anche più fiducia e coscienza di me stesso: in precedenza, ero invece sbarrato dalla mia insicurezza. Le canzoni iniziavano a diventare tante, e i live mi facevano stare bene.

Come ti sei invece avvicinato al genere rock?

Sono cresciuto con il rock: in particolare, con i Green Day, i Blink, i Guns N’ Roses, i Nirvana e molti altri. Loro mi hanno formato sin da piccolo, ed è un genere che permette di sfogare energicamente quello che ho dentro.

Parliamo dell’uscita del tuo nuovo singolo dal titolo ‘Leggero’. Come nasce l’idea per questo brano e qual è il significato più importante che vorresti trasmettere?

Il brano è nato durante la pandemia, e l’ho scritto tutto d’un fiato. E’ stato un flusso di coscienza, che mi ha permesso di seguire la linea dell’overthinking. Questo è il motivo che mi ha spinto ad iniziare a scrivere: penso che, quello che ho scritto in questa canzone, l’abbiano passato in tanti. Il sentirsi completamente persi e non sapere dove buttare la testa. Cercare di risolvere i brutti pensieri. Credo che chiunque l’abbia pensato e, ascoltando la mia canzone, ci si può sentire capiti.

Mi ha molto colpito la copertina del singolo: un uomo seduto che sta quasi pescando la propria testa. Io l’ho intesa come una situazione nel quale lui sta cercando di ritrovare sé stesso. Dove nasce l’idea per questa immagine?

Il merito della copertina è da dare al 100% a Manuel, un elemento della band ‘I Giorni tristi‘ (un gruppo musicale romano). Frequentiamo lo stesso studio, e ha pensato lui a tutta la copertina. Gli ho detto cosa rappresentava il brano, e lui ha fatto di testa sua: volevo che rappresentasse questo restare in sospeso. L’ha descritto perfettamente.

Il brano è prodotto e arrangiato da Vincenzo Cristi (dei Vanilla Sky). Com’è nata la vostra collaborazione e com’è stato lavorare con lui?

La mia etichetta discografica mi ha messo in contatto con Vincenzo. Mi sono trovato subito bene, e abbiamo così iniziato questo percorso insieme, seguendo appunto la linea del punk-rock, il grunge e il pop-punk. Mi ci trovo benissimo, soprattutto a livello umano. E’ riuscito a capire quello che volevo trasmettere e il sound che volevo affiancare. Gli sono molto grato.

Cosa ti riserva il futuro? Hai già in programma nuovi progetti?

Ho scritto una decina di brani, che vorrei inserire in un album. Sono al momento in scadenza con la mia etichetta attuale, e sto quindi aspettando di trovare un’etichetta con cui pubblicare questo album. Intanto, non mi sto precludendo niente: sto facendo iscrizioni a qualsiasi talent e concorso.

Intervista a cura di Stefania Meneghella

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Stefania Meneghella