La penisola italiana conta ben 8 obiettivi sensibili, che una potenza nucleare potrebbe colpire per primi. Vediamo quali sono.
Durante una guerra, convenzionale o nucleare, gli obiettivi vengono solitamente selezionati per massimizzare l’impatto sul nemico e destabilizzare il suo popolo. In linea generale, le zone più vulnerabili di un Paese, cioè quelle che potrebbero essere colpite per prime, sono sostanzialmente i centri di comando e controllo, le infrastrutture critiche (come le centrali energetiche, gli impianti industriali e le reti di trasporto), i siti militari (basi aeree, navali e terrestri) e i siti industriali strategici, in particolare quelli dedicati alla produzione di armi e combustibili nucleari.
Per quanto riguarda le potenze nucleari riconosciute a livello internazionale, queste sono la Russia (con 6.257 bombe atomiche), gli USA (con 5.550), la Cina (con 350), la Francia (con 290), il Regno Unito (con 225), il Pakistan (con 165), l’India (con circa 150), l’Israele (con 90) e la Corea del Nord (si pensa che abbia circa 45 bombe atomiche).
Le città italiane più vulnerabili
Le armi nucleari rappresentano purtroppo una delle più distruttive tecnologie mai create dagli esseri umani. La loro potenza può infatti cambiare gli equilibri geopolitici mondiali e, al contempo, provocare danni senza eguali all’ambiente e alle popolazioni. Dobbiamo però ricordare che queste potentissime armi si suddividono in due categorie: armi nucleari strategiche e armi nucleari tattiche. Le prime hanno come obiettivo principale la deterrenza: è infatti sufficiente la loro presenza nei depositi per scoraggiare il nemico ad avviare un attacco nucleare.
Le cosiddette “bombe atomiche strategiche” hanno ovviamente una potenza maggiore, rispetto a quelle tattiche: la loro resa esplosiva varia solitamente da decine a migliaia di kilotoni (l’equivalente di migliaia di tonnellate di tritolo). Ci sono poi le armi nucleari tattiche, le quali sono più piccole e meno potenti di quelle strategiche, e possono essere utilizzate con più facilità sul campo di battaglia. La loro potenza varia da 1 a 10 kilotoni (le bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945 si aggiravano ad esempio tra i 13 e i 23 kilotoni).
Secondo alcuni analisti, l’Italia potrebbe essere un bersaglio della Russia durante un eventuale guerra nucleare: la nostra penisola ha infatti tantissimi obiettivi strategici, come ad esempio le basi militari italiane, americane e della NATO. Quali sono allora i Comuni italiani che potrebbero essere colpiti per primi in una ipotetica guerra nucleare? I due posti che la Russia colpirebbe sicuramente, dopo l’inizio di un conflitto con bombe atomiche, sarebbero Ghedi (in provincia di Brescia) e Aviano (in provincia di Pordenone), ovvero i due Comuni in cui gli americani custodiscono alcune delle loro armi nucleari. Si pensa che a Ghedi ci siano 20 o 40 bombe atomiche, mentre ad Aviano circa 50.
Altri posti italiani che verrebbero attaccati dalla Russia, in caso di guerra nucleare, sono Vicenza (per le due caserme del Din e dell’Ederle), Livorno (per la base militare italiana Camp Darby), Gaeta (per la presenza della base militare NATO), Napoli (per la base della marina militare americana Naval Support Activities Naples), Taranto (per l’Arsenale Militare Marittimo) e Sigonella (per la base dell’Aeronautica Militare Italiana).