Uno dei moduli russi agganciati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) sta continuando a perdere aria: nessuno sa come risolverlo.
La Stazione Spaziale Internazionale ruota attorno alla Terra alla velocità di circa 27.000 km/h (8 km al secondo) da oltre 20 anni: il primo equipaggio salì infatti a bordo il 20 novembre 2000, anche se i primi moduli arrivarono in orbita già nel 1998. Si tratta quindi di una struttura che sta iniziando a mostrare i primi segni d’invecchiamento. Ricordiamoci che da più di due decenni la ISS è colpita da forti radiazioni, da micrometeoriti e da tantissime sollecitazioni causate dall’attività umana e dagli strumenti a bordo.
Gli esperti russi ritengono inoltre che i sistemi meccanici presenti sulla ISS, come ad esempio quelli utilizzati per l’accumulo di energia, stiano stressando le pareti attraverso delle costanti vibrazioni che farebbero incrinare e usurare il metallo. C’è però una crepa in particolare che sta seriamente preoccupando la NASA.
Il guasto potenzialmente catastrofico
Un segmento della Stazione Spaziale Internazionale controllato dai russi, precisamente il tunnel che collega il modulo Zvezda al porto di attracco che accoglie le navicelle spaziali per il rifornimento, ha purtroppo una crepa dalla quale fuoriesce l’aria. La NASA e la Roscosmos (l’agenzia spaziale russa) non sono però d’accordo sulla gravità del problema: per gli americani si tratterebbe di una situazione potenzialmente catastrofica, mentre per i russi è un guasto che intaccherebbe in minima parte la vita a bordo. Ad ogni modo, ciò che preoccupa maggiormente la NASA è la velocità con cui il modulo perde aria: quest’anno gli ingegneri hanno infatti rilevato un nuovo picco di pressione in uscita.
Ed è per questo motivo che gli americani vogliono affrontare il problema con la massima urgenza, soprattutto perché la ISS è costantemente abitata da esseri umani. Tuttavia, sia i russi sia gli esperti della NASA non possono dimostrare le proprie ipotesi, poiché le presunte crepe non solo non possono essere viste ad occhio nudo, ma si troverebbero anche in un posto inaccessibile agli strumenti. Tutto questo complica ovviamente la situazione: gli americani non possono dimostrare che si tratti di un problema potenzialmente catastrofico e i russi, a loro volta, non sono in grado di fornire rassicurazioni con delle prove.
Nel frattempo, però, gli astronauti e i cosmonauti a bordo della ISS stanno adottando delle misure precauzionali, come ad esempio mantenere il segmento russo che perde aria costantemente sigillato, tranne quando deve essere aperto per disimballare il carico portato dalle navicelle di rifornimento. Per quanto riguarda i numeri inerenti alla perdita di aria, la NASA ha rilevato una fuoriuscita di gas di 2-2,5 libre al giorno oltre i limiti (tra i 900 grammi e 1,1 chilogrammi).
Dobbiamo inoltre ricordare che l’attuale programma prevede la chiusura della ISS, e la conseguente distruzione nell’atmosfera, tra il 2030 e il 2031. I paesi costruttori della Stazione Spaziale Internazionale, che sono gli USA, l’Europa, la Russia, il Canada e il Giappone, devono quindi cercare di farla sopravvivere almeno per altri 5-6 anni.