
Julia Messina si racconta (Photo di Alessandro Cantarini) kosmomagazine.it
Julia Messina è molto giovane ma ha alle spalle una carriera bellissima e diverse esperienze sia in Italia che all’estero.
Nata in Toscana ma cresciuta artisticamente a Londra, dove ha frequentato la LAMDA (Accademia di Musica e Arte drammatica presieduta da Benedict Cumberbatch), ha sempre lavorato su set internazionali e ha iniziato la sua carriera proprio in Inghilterra. Tra i suoi tanti ruoli c’è ad esempio quello di The Crown, della serie Amazon Those About to Die insieme a Sir Anthony Hopkins e della serie Miss Fallaci nel ruolo della publicist di Marilyn Monroe. In questi giorni la stiamo vedendo anche nella serie Rai Belcanto, in onda ogni lunedì su Rai 1.
Nel corso della sua carriera ha già raggiunto importanti traguardi. Ricorda però quando è nata questa fiammella per la recitazione? Perché hai deciso di proseguire su questa strada?
Non ho avuto quella vocazione che nasce solitamente quando si è bambini, anche se la mia mamma parla spesso di quella recita scolastica in cui interpretavo il ruolo della Madonnina. In realtà non ho deciso di fare l’attrice a livello professionale fino ai 20 anni, perché sono sempre stata razionale su ciò che può essere una carriera concreta e sicura. Mi sono laureata, ho fatto la specializzazione, ho trovato un lavoro e sono diventata economicamente indipendente. Ad un certo punto ho però sentito che quella vocazione artistica – nata all’improvviso – era diventata difficile da ignorare. Mi sono messa meno pressione involontariamente, dato che non era qualcosa che stavo rincorrendo dalla giovane età. L’accademia e i primi ruoli li ho vissuti con meno senso di angoscia.
Tra le sue tante esperienze spicca anche quella di The Crown. Cosa ricorda di quel periodo? Come definirebbe l’avventura su questo set così importante?
Quello è stato il mio primo ruolo subito dopo l’Accademia. Era un ruolo comprimario e che non fa parte del cast principale, ma sono stata parte di un episodio importante e che personalmente ho adorato. Si parla dell’incidente di Lady Diana; tra l’altro il mio personaggio è quello di una donna italiana che si è trasferita in Francia e che aveva un business di famiglia con suo marito. Rappresentava quindi l’Italia in un contesto straniero, e la particolarità è stata girare la scena in francese e italiano, con una produzione inglese e un regista tedesco.

Questo ruolo è stato un fil rouge che mi ricollegava anche agli anni universitari, quando studiavo il francese, essendo io laureata in Traduzione. Ricordo inoltre che era un set incredibilmente organizzato: eravamo nella parte super economica di Londra e l’avevano ricostruita come centro di Parigi.
In questi giorni sta andando in onda la serie Rai Belcanto, in cui c’è anche il suo personaggio. Siamo nell’Ottocento, prima a Napoli e poi a Milano. Com’è stato vivere quel set e cosa le ha donato più di tutto il suo ruolo?
Il mio personaggio – Vera – è una donna che si è trasferita a Milano e che è pian piano cresciuta nel suo ruolo. Lavorava in primis come dipendente e poi è diventata la proprietaria di un negozio. In quell’epoca è una cosa molto importante far vedere come una donna fosse riuscita ad avere in gestione un atelier e ad avere i suoi dipendenti. La differenza è nel periodo storico, dato che ora viviamo in un mondo completamente diverso. E’ stato bello interpretare quelle che sono state delle rivendicazioni e delle prese di potere che abbiamo realizzato oggi con tanta fatica. Poco tempo fa la situazione era diversa, e si accettavano dei comportamenti che ad oggi sono anacronistici.
Com’è stato costruire questo personaggio?
Si era parlato di Vera come qualcuno di molto più presente nella storia, ma è stato deciso di limitarla molto alle scene in cui si presta ad aiutare Maria. La storia già mi aveva dato tanto per creare questo personaggio, dato che si parla di una persona che si sposta in un periodo di moti rivoluzionari e che conosce l’ambiente lirico musicale di Milano. Mi aveva dato un sacco di spunti e di punti di forza.

Cosa ci può anticipare su quello che vedremo nei prossimi giorni durante Belcanto?
Vale la pena seguire le prossime puntate. Ci sono un sacco di sorprese che, già dai primi episodi, si possono indovinare. Sarà bello vedere come si evolvono le vicende.
L’abbiamo vista anche nel film Fino alla Fine di Muccino, che si potrà vedere presto anche su Prime Video. Cosa ci può dire di questa esperienza?
Si tratta di un film internazionale e che ha avuto una risonanza italiana e americana. Proprio questo è il ricordo più emozionante, cioè quello di essere parte di un progetto diretto da un regista come lui e che lavora in doppia lingua. Quando abbiamo girato, lo abbiamo fatto in inglese e italiano. Mi sono sentita a casa in questo tipo di comunicazione internazionale e sono stata molto felice di essere parte del cast e di una scena importante.
Futuri progetti?
Ho girato una serie tv internazionale a fine anno per Sky Studios, e che dovrebbe uscire prossimamente. Mi vedrete inoltre in un film americano Solo Mio con Kevin James, che è molto conosciuto nel mondo della comedy. Si tratta di una commedia della quale sono molto felice, perché a me piace moltissimo in chiave comica in inglese, e mi sono quindi trovata molto a mio agio.