Giulia Luzi ha un solo sinonimo: Talento. E’ infatti impossibile non associarla all’Arte, di qualsiasi forma essa sia. Cantante, attrice, conduttrice radiofonica, doppiatrice. Insomma, il suo è stato un percorso artistico molto vasto e che, nonostante la giovanissima età, continua a brillare come non mai. Ha accettato di incontrarci e, con la sua immancabile semplicità, ha risposto alle nostre domande. L’ha fatto spontaneamente, e soprattutto con quell’umiltà che la caratterizza da sempre.
Con alle spalle già numerosissime partecipazioni televisive e canore (si ricorda anche la sua presenza al Festival di Sanremo nel 2017), oggi si è detta pronta per accogliere nuovi progetti e nuovi stimoli. La cosa certa è che l’Arte, lei, non l’abbandonerà mai: ed è proprio questo che la rende unica.
Sei un’artista a 360°, e ti sei sempre distinta per la tua grinta e semplicità. Cosa ti porta a fare arte? Da dove nasce quella luce che è dentro di te da sempre?
L’arte nasce con me, non saprei immaginare la mia vita senza. Per me, non è solo un lavoro ma è anche un vero divertimento. D’altronde, io sono del parere che chi è artista non fa artista. Semplicemente lo è.
Parliamo del tuo primo amore: il doppiaggio. La tua voce ha accompagnato generazioni di bambini e adolescenti, spettatori dei più importanti film Disney. Cosa ricordi di quel periodo e quanto ha influito sul tuo percorso di crescita?
Sicuramente il doppiaggio ha influenzato tantissimo il mio percorso; all’epoca ero solo una bambina: avevo nove anni. Nonostante questo, ho imparato molto da lui. Mi ha insegnato rigore e disciplina, ed è inoltre un ambito che forma moltissimo. C’è bisogno di parecchio lavoro, e questo mi ha certamente aiutato nella crescita.
Sei stata inoltre protagonista di uno spettacolo che ha avuto un impatto mediatico eccezionale: ‘Romeo e Giulietta’. Com’è stato per te interpretare Giulietta e quanto c’era di Giulia in lei?
‘Romeo e Giulietta’ è stata senz’altro un’esperienza formativa, ed io la definisco come l’esperienza più bella che abbia mai vissuto. E’ stata la prima volta fuori dalla mia città Roma: avevo all’epoca 18-19 anni e ho girato davvero tantissimi posti. Ovviamente, mi ha aiutato anche a livello artistico, e ho potuto apprendere molto da Giulietta. Nel mio personaggio, c’era anche molto di Giulia: la mia testardaggine e determinazione. Ma è stata anche Giulietta ad avermi insegnato molto: ad esempio, da lei ho appreso un po’ di romanticismo; grazie alla mia Giulietta, ho potuto riscoprire la mia vena romantica, e questo era un lato che non conoscevo affatto di me.
Torniamo un po’ al presente: lo scorso anno hai esordito con il singolo ‘Mon amour’, che è stato un inno estivo alla libertà. Com’è nato questo pezzo e cosa ti ha lasciato?
L’idea è nata tre anni fa qui a casa mia, ossia a Roma, insieme al mio produttore Roberto Cardelli. Ci venne appunto questa idea di inserire il ritornello in francese, e di rendere la canzone bilingue. Molto tempo dopo, il brano ha potuto concretizzarsi ed è divenuto un duetto: abbiamo infatti scelto il bravissimo Samuel Storm, che era appena uscito da X Factor e che io ritenevo ideale per il pezzo. All’interno del brano, ci sono così state due voci diverse: lui ha dato un timbro potente e ritmico, e io più internazionale e femminile. Abbiamo avuto un grande successo, e siamo anche sbarcati in Francia.
Tra le tue tante doti, c’è anche la conduzione: ne è la prova il tuo programma radiofonico trasmesso su Radio Italia anni ’60. Com’è nata l’idea per questa trasmissione?
Ho sempre amato l’ambito radiofonico, e mi è sempre piaciuto molto ascoltare la mia voce in quel luogo. Insomma, avevo sempre sognato avere una trasmissione tutta mia. E’ stato così che ho buttato giù l’idea di un format e, nel 2020 (prima che accadesse la pandemia), ho presentato questa idea a Radio Italia anni 60. Era una radio che io già conoscevo, e che amavo molto. I proprietari mi hanno così dato subito la loro disponibilità, e mi hanno concesso l’opportunità di iniziare con questo progetto.
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Seguendoti sui social, ho visto e apprezzato le tue recentissime performances nel celebre locale ‘L’Asino che vola’, un posto che vanta sicuramente una grandissima storia. Immagino sia stata una soddisfazione enorme: come ti sei sentita in quel momento? Ti saresti mai immaginata un tale successo?
Anche questa è stata un’esperienza magnifica, e che ho amato molto. E’ stato pazzesco poter suonare dal vivo con tutta la band, soprattutto in un locale così rinomato della Capitale. Loro mi hanno anche dato l’opportunità di aprire la stagione con un mio concerto.
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Per concludere, ti va di parlarci dei tuoi futuri progetti? Dove ti porterà la musica da ora in poi?
Sicuramente la musica mi porterà sempre di più ad esprimere quello che sento. Sto scrivendo tanto in questo periodo, e ho molti progetti nel cassetto. Vi segnalo inoltre che il 17 dicembre 2021 sarò presente al Teatro Nuovo di Ferrara durante la manifestazione canora “80 voglia di Cinema – Le più belle colonne sonore degli anni ’80”. I brani verranno eseguiti dalla Ferrara Film Orchestra, e all’evento parteciperanno anche Giovanni Caccamo, Fabio Frizzi (il fratello del compianto Fabrizio) e Gianni Fantoni.
Intervista a cura di Stefania Meneghella