“Viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Dalla terra degli sbagliati scampano temporaneamente quelli che mentono a se stessi costruendo corazze di perfezione, ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è costruire, come te, un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno essere fragili. La leggerezza degli uccelli dipende proprio dal peso delle loro ali: è una leggerezza forte, non frutto di superficialità , ma di aspra lotta”.
(Alessandro D’Avenia : L’arte di essere fragili, come Leopardi può salvarti la vita)
I continui messaggi sbagliati dei social, le foto ritoccate, l’aspetto perfetto. Trecento like, diecimila visualizzazioni, video più cliccato.
“Guardano solo lei, ma cosa ci vedono di così speciale?”
“A mio parere è solo bella esteticamente, ma non ha cervello.”
“Quando troverò il mio posto nel mondo?”
Sembra di sentirli, di vederli i nuovi giovani ossessionati da ciò che pensano gli altri. Timorosi di conoscere realmente se stessi, di badare poco alle voci altrui. Infelici, insicuri, vuoti: fragili. Spesso incompresi, non ascoltati e sbranati dalla macchina chiamata: tecnologia. Tanti falsi miti a cui rifarsi, ciarlatani inesperti ancora più deboli dei loro seguaci. E’ importante avere la popolarità altrimenti non sei nessuno, e quindi sei escluso. Decidere di non seguire la massa, di rispettare e far valere le proprie idee non è da persone fragili. Nessuno però insegna che avere i propri punti di riferimento genera la solitudine, perché chi è diverso, a detta di altri, non ha nulla di meglio da offrire. Ci si chiude nella propria camera, si piange, si ascolta musica e ci si sente tristi. In un mondo che pone al primo posto la perfezione , c’è posto anche per gli altri: gli imperfetti, gli umani. Non è fondamentale modificare ciò che si pensa, i gusti che si hanno, gli ideali che si perseguono. L’uomo è la totalità di ciò che sente dentro. Scegliere ogni giorno di percorrere un cammino non solcato è da veri eroi, perché comporta paura, emarginazione e talvolta derisione. Accettarsi comporta tempo, lacrime e perdizione, perché è necessario perdersi e cadere per trovare la forza di rialzarsi e riscoprirsi. Dialogare con se stessi è il vero segreto per preservare l’autenticità.
La bellezza dell’uomo si annida nelle sue debolezze – la perfezione è solo l’utopia dei deboli.
Articolo realizzato da Marika Carolla