Giancarlo Genise è uno dei più importanti vocal coach italiani che, oltre ad occuparsi di importanti artisti italiani, ha anche avuto l’occasione di lavorare per l’Eurovision Song Contest 2022 tenutosi a Torino lo scorso anno. Lo stesso sta adesso gestendo Hoop Music, il primo network nazionale di formazione, promozione e discografia la cui direzione artistica è affidata a Red Canzian. Genise ce ne ha parlato in questa intervista.
Hai collezionato numerosi riconoscimenti artistici e musicali, ma quando è nata la fiammella per la musica e come ti sei approcciato al vocal coach?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita, dato che mio padre è stato un musicista e mia madre era un costumista; quindi tutto quel che era spettacolo l’ho vissuto sin da bambino. L’inizio del percorso di vocal coach nasce invece come esigenza, nonostante mi fossi diplomato in canto e avessi fatto tutti gli studi, a causa di una paralisi facciale che interessò anche una corda vocale. Questo mi portò ad approfondire tutto il percorso, e per questo ringrazio sempre Red Canzian che mi ha spronato a studiare per poi farmi diventare il vocal coach dei Pooh a partire da Pooh50.
Sei stato il vocal coach ufficiale dell’Eurovision Song Contest 2022. Cosa ricordi più di tutto di questa esperienza?
Per prima cosa bisogna dire che un esperienza di questo tipo capita una volta massimo due volte nella vita, sperando che torni l’Eurofestival in Italia in tempi brevi. Partiamo col dire che un organizzazione di questi livelli non l’ho proprio mai vista, e la cosa più bella sono sicuramente gli abbracci di tutti le delegazioni Europee che mi porto. Mi sono sentito veramente “figlio del mondo”: eravamo davvero tutti un grande popolo sotto un’unica bandiera, i sorrisi, le lacrime, le paure. Confesso che oggi, ogni volta che ripenso a quei momenti, non riesco a raccontare un singolo episodio che mi sia rimasto maggiormente impresso. La mia fortuna era inoltre il poter rappresentare tutte le 40 delegazioni e i conduttori: ho quindi vissuto davvero ogni singola energia ed emozione. E’ un esperienza che auguro a chiunque, compreso chi vinca il nostro Festival di Sanremo. Auguro al vincitore soprattutto di vivere la Buble Area con tutti gli artisti, perché è davvero incredibile quello che si crea nonostante ci siano 40 lingue differenti con un inglese molto “maccheronico” per ognuno di esse. Mentre sei lì, improvvisamente parlano tutti la stessa lingua: la Musica.
Parliamo del progetto Hoop Music, che vede la direzione artistica di Red Canzian. Com’è nato il tuo incontro con lui e cosa ti ha insegnato lui più di tutto?
Il mio incontro con Red nasce 12 anni fa; io frequentavo gli studi dei Pooh dove ero in cura dal mio foniatra dott. Franco Fussi. Red mi porse la mano dicendomi che tutto quel che avrei acquisito come competenze poteva diventare motivo, non solo di essere il loro vocal coach, ma anche di dar nuova vita a questa “casa dei Pooh” trasformandola in una grande scuola. Nasce così il palindromo dei Pooh “Hoop“. Il 1 gennaio 2017 c’è stato l’ultimo concerto della band a Bologna, città in cui per i primi anni abbiamo iniziato a seminare e comprendere tutte le figure da inserire all’interno di questo Sound City. C’è stato poi il Covid, e la pandemia ci ha dato la marcia in più per creare un progetto a network discografico esteso in tutta Italia. Avevamo idee, tra cui anche proposte del caro Stefano D’Orazio. E’ nato così il Progetto Hoop, che non è una semplice Accademia di canto che lascia gli allievi in balìa delle proprie azioni, ma un’Accademia che ha il taglio netto e preciso delle richieste di mercato. La Scuola porta infatti lo studente alla progettualità dove il nostro scopo è quello di “Farli Sentire“: i ragazzi si raccontano per quello che hanno da dire, e il vero giudice è l’ascoltatore delle varie piattaforme digitali. Sta avvenendo questo per Carlo F. Vitrano, Alice Stocchino, Lechien e Monavril.
Hai recentemente presentato i nuovi lavori dei quattro artisti Alice Stocchino, Carlo F. Vitrano, Monavrìl e Lechien. Quali sono i loro punti di forza?
Credo che il loro punto di forza sia il linguaggio diretto e giovane, che permette loro di raccontare la propria vita e in cui molti giovani possono immedesimarsi. Le loro origini sono inoltre fondamentali perché ne determinano il carattere e il loro essere Artisti. Sono davvero fiero del loro lavoro e di quanto si siano impegnati: non si sono arresi quando sono caduti e, dopo tre anni, hanno capito che contano le volte in cui ti rialzi.
Qual è il consiglio migliore che ti senti di dare ai nuovi artisti che stanno per approcciarsi per la prima volta al mondo musicale?
Insistere, non arrendersi al primo ostacolo, organizzarsi, capire che esiste genio e sregolatezza ma con lucidità mentale. Gettarsi nelle proprie paure e imparare ad avere il coraggio di raccontarle. Ma la cosa più importante è: Essere VERI!
Quali sono i prossimi progetti della Hopp Music? Puoi anticiparci qualcosa?
Ci sono molti progetti in cantiere, e stiamo lavorando a tutte le prossime uscite dei ragazzi menzionati prima che di tutti gli altri. Usciamo con le nuove Cover Ariete di apertura canali per i nuovi ragazzi, e ci sarà poi un mega progetto per il 2024 che coinvolgerà moltissime figure professionali di cui non posso parlarvi. La sede Hoop continua inoltre ad essere presente e impegnata nel post produzioni e pre produzioni di vari programmi televisivi, e nel ritorno dei Pooh come super ospiti al Festival di Sanremo.