La dirigente dell’unità crimini insoluti dello SCO, la dottoressa Franconieri, ha recentemente rilasciato un’intervista in cui ha espresso il suo disappunto riguardo all’uso del termine “cold case“. Secondo la dottoressa, i casi di omicidio irrisolti non dovrebbero essere considerati freddi, poiché il dolore e la sofferenza delle vittime e delle loro famiglie rimangono sempre attuali. Questo commento è stato fatto il 16 marzo 2025, durante un evento dedicato alla discussione delle sfide legate alla risoluzione di crimini irrisolti.
Durante l’intervista, la dottoressa Franconieri ha sottolineato l’importanza di mantenere viva l’attenzione su questi casi, non solo per le famiglie delle vittime, ma anche per i criminali che credono di averla fatta franca. La dirigente ha affermato che ogni caso ha una storia e che il lavoro della sua unità è finalizzato a garantire che giustizia venga fatta, indipendentemente dal tempo trascorso. La dottoressa ha condiviso alcuni esempi di casi irrisolti che sono stati riaperti grazie a nuove tecnologie e tecniche investigative, dimostrando come la scienza possa fornire risposte anche dopo decenni.
La scienza ha un ruolo cruciale nell’indagine di crimini irrisolti. Grazie ai progressi nelle tecnologie forensi, gli investigatori possono ora analizzare prove che in passato erano impossibili da esaminare. Tecniche come il DNA forense e l’analisi delle tracce possono fornire indizi vitali per risolvere casi che sembravano senza speranza. La dottoressa ha menzionato che, anche dopo trent’anni, nuovi strumenti possono portare a risultati sorprendenti e a identificare i colpevoli.
Il lavoro della sua unità è un esempio di come la determinazione e l’innovazione possano portare a risultati tangibili. La dottoressa ha anche evidenziato l’importanza della collaborazione tra diverse forze di polizia e istituzioni scientifiche, che consente di scambiare informazioni e risorse per affrontare i casi più complessi.
Guardando al futuro, la dottoressa Franconieri ha espresso ottimismo riguardo alla capacità di risolvere crimini irrisolti. Con l’aumento delle tecnologie e la crescente consapevolezza dell’importanza di questi casi, ci sono buone possibilità che molte famiglie possano finalmente ottenere le risposte che cercano. La sua unità è impegnata a mantenere viva la memoria delle vittime e a garantire che la giustizia prevalga, indipendentemente dal tempo trascorso.
In un contesto in cui la criminalità evolve, è fondamentale che le forze dell’ordine rimangano aggiornate e pronte ad affrontare le sfide che si presentano. La dottoressa ha concluso la sua intervista sottolineando che ogni caso è una questione di vita o di morte per le persone coinvolte e che il lavoro di giustizia non finisce mai.