Atleta Nike, maratoneta e fondista di corsa in montagna, Francesco Puppi ha vinto un oro e un argento ai mondiali di corsa in montagna lunghe distanze (2017-2019) e un recente argento ai mondiali di trail 2022, in Thailandia. Un azzurro pieno di talento che ci parla dei suoi progetti con l’associazione Pro Trail Runners di cui ne è co-founder, dei suoi traguardi sportivi e tanto altro.
Ciao Francesco, come e quando è nata la tua passione per la corsa?
E’ nata molto tempo fa, quando avevo sei anni, dalle corse campestri e dalle piste su cui ho mosso i primi passi. Avevo seguito mia cugina di due anni più grande di me nella squadra di atletica del mio paese, ed ero rimasto ispirato nel vedere in TV le imprese di Fiona May, Michael Johnson e Hicham El Guerruoj, che avrei voluto imitare. Ho provato tanti sport durante la mia fase di crescita (pallavolo, nuoto, basket..) ma l’atletica è sempre stata una costante. Negli anni universitari la passione e l’impegno sono cresciuti, fino a far diventare la corsa il mio lavoro attuale.
Qual è l’elemento che ti spinge a dare il massimo mentre corri?
La continua possibilità di cercare la miglior versione di me stesso e di migliorarmi, di fare una cosa che dipende unicamente da me. Penso che i risultati, le medaglie e i titoli siano infondo solo una conseguenza di questo processo. L’allenamento insegna.
Parlaci dell’associazione Pro Trail Runners, da cosa nasce e che scopo si pone?
Nasce da un’esigenza condivisa a livello di comunità degli atleti élite nel trail running. Il nostro sport sta crescendo e si sta espandendo in diverse direzioni; sentiamo, come interpreti principali della nostra disciplina, una responsabilità in tutto questo, e per questo vorremmo avere una voce in capitolo nelle decisioni che ne determinano il suo sviluppo, che ad oggi non sempre pongono al centro gli atleti. Tematiche come organizzazione delle competizioni, accessibilità, diritti degli atleti, inclusività, relazioni con brand e circuiti, tutte cose che hanno conseguenze dirette sulle carriere degli atleti, non solo elite. Sentiamo la necessità di proteggere l’integrità del nostro sport, di minimizzare il suo impatto ambientale, di portare avanti e migliorare la lotta al doping.
Nella tua carriera hai portato a casa diverse medaglie. Quali sacrifici dietro a tutto questo? Ci sono stati dei momenti “no” che hai dovuto superare?
Non vedo alcun tipo di sacrificio e mi piacerebbe che la narrativa attorno a questo modo di fare e raccontare lo sport cambiasse. Si tratta di scelte: ho scelto di allenarmi due volte al giorno, ho scelto di intraprendere questo tipo di carriera, ho scelto di fare fatica per raggiungere i miei obiettivi, sia agonistici che non. Ci sono stati moltissimi momenti no, gli insuccessi sono infinitamente più numerosi dei successi che posso elencare. Lo sport insegna a perdere, perché nello sport si perde molto più di quanto si vinca, per quanto tu possa essere un campione di successo. E in questa nostra società ipercompetitiva della performance, il valore non tanto della sconfitta in sé, ma cosa tu fai della sconfitta e come tu reagisci ad essa in maniera proattiva, è un insegnamento prezioso.
In quali valori ti rispecchi con il brand Nike?
Per storia e per blasone, Nike è forse il marchio simbolo del running e della ricerca dell’eccellenza nello sport. In questo mi rispecchio molto. Andando oltre, sono contento che Nike abbia preso posizioni nette su temi sociali quali l’inclusione, la gender equality, il razzismo, e stia contribuendo alla rottura di alcuni stereotipi sullo sport femminile o sull’accettazione del proprio corpo. Negli anni Nike è spesso stata criticata; io stesso credo che abbia fatto degli errori, ma ritengo più rilevante l’impatto positivo che ha avuto sulle comunità e su moltissime persone. Sento di condividere in maniera essenziale questi valori che sono alla base di una società più equa, sostenibile, diversa. Per me Nike non significa solo indossare lo swoosh sulla mia canotta, è portare ispirazione e espandere questo potenziale attraverso lo sport.
Progetti in corso?
A livello agonistico sono in fase di preparazione della stagione 2023, che mi vedrà impegnato nel circuito Golden Trail Series, tra cui gare iconiche come Zegama, Sierre Zinal e Pikes Peak Ascent, nei mondiali di trail a Innsbruck (giugno 2023) e in alcune gare di UTMB World Series. Sono inoltre costantemente impegnato su molti altri fronti, in primis in vari progetti con i miei sponsor (un training camp con Nike, lo sviluppo di nuovi prodotti per la nutrizione con Naak), con la Pro Trail Runners Association (come leader del competition working group e membro del general board), con il mio podcast (Any Surface Available) e nella collaborazione con Vert.run, una startup leader nell’ambiente trail e ultra running.