Francesco Cattani ha alle spalle numerose esperienze artistiche e vari riconoscimenti che lo hanno portato a costruirsi un percorso fatto di salite. E’ un grande onore per noi presentare il nuovo progetto dell’artista bolognese, che unisce disegno e danza in un unico luogo. Si tratta della nuova graphic novel ispirata alla vita del grande étoile internazionale Roberto Bolle. Un modo, questo, per rappresentare a matita l’intramontabile segno che il ballerino ha lasciato sin da subito nel mondo della danza e della cultura mondiali.
Con una grande tecnica e uno stile originalissimo, il fumettista ha saputo cogliere le tappe più importanti del percorso artistico di Bolle evidenziando tutti i suoi sacrifici e i suoi successi. Cattani ha accettato di incontrarci e ci ha raccontato il suo percorso verso questo progetto, nato da uno speciale incontro con lo stesso Roberto Bolle. Ce ne ha parlato in questa intervista.
Com’è nato il tuo primo approccio all’arte del fumetto? Quando hai compreso che sarebbe stata la tua strada?
E’ iniziato abbastanza presto, quando ero all’università. Volevo fare l’artista ed ho visto nel fumetto l’arte più vitale in quel momento storico, in cui molti miei coetanei facevano installazioni. Da ragazzo facevo l’attore e, anche in quel periodo, desideravo fare l’artista e ho così reputato il fumetto come uno strumento nuovo e fresco.
Parliamo della tua nuova graphic novel ispirata al grande étoile Roberto Bolle: dove nasce l’idea per questo progetto?
Sono stato contattato da Chiara Savino di 24 ore Cultura (che è la casa editrice che ha pubblicato la graphic novel) sia per come racconto che per come disegno l’anatomia del corpo umano. Nasce quindi tutto da un’idea di 24 ore Cultura, il quale ha contattato sia Roberto Bolle che me. Io ho accettato subito, nonostante all’inizio non fossi sufficientemente esperto sull’arte del balletto. Mi si è però accesa la lampadina, soprattutto per l’aspetto anatomico che mi ha incuriosito da subito. I ballerini hanno infatti una muscolatura molto complessa rispetto a quella a cui siamo abituati. L’idea di dare la dinamicità dei movimenti – caratteristici del balletto – mi ha da subito entusiasmato. Mi ha inoltre colpito dal punto di vista narrativo l’idea di rappresentare il percorso di chi ha portato l’arte della danza ad un livello così alto.
Com’è nato il tuo incontro con Roberto Bolle e cosa ti ha insegnato lui professionalmente parlando?
L’ho trovato una persona estremamente disponibile e molto alla mano. Lui credo che viva in una specie di Olimpo, circondato da un’aura incredibile dovuta a tutti i suoi impegni; quando lo si incontra si mostra una persona estremamente disponibile e gentile. La cosa che mi ha stupito è che non ha mai realizzato fumetti, eppure gli appunti che ha fatto sulle mie idee e sulle mie pagine erano molto acuti e molto attinenti. Questo mi ha fatto capire che è una persona con una sensibilità artistica molto importate. Lui ha un messaggio positivo che cerca di trasmettere ogni giorno tramite la bellezza, che utilizza come strumento per arrivare al bene.
La vita di Bolle è una vita fatta di tanti sacrifici ed enormi soddisfazioni dal punto di vista artistico. Quale aspetto della sua carriera ti ha influenzato maggiormente durante la stesura di questo lavoro?
Ci tengo in primis a precisare che la mia graphic novel è ispirata alla vita di Roberto Bolle, ma non è una sua biografia. Il mio intento era rappresentare il suo percorso interiore e la sua forza di volontà. Per trasferire al lettore l’esperienza del personaggio, non si può usare la sua vera storia; risulterebbe un diario, che non ha lo stesso effetto su chi legge la storia. L’elemento importante è mettere in scena le emozioni per trasmetterle al lettore.
Il risultato finale di questo lavoro è sicuramente bellissimo, ma cosa c’è dietro tutto questo? Quanto lavoro è stato impiegato nella creazione di questo volume?
Per trasferire l’esperienza di Roberto c’è bisogno di una forte volontà che non riesco a spiegare in altro modo. È un’attività molto istintiva, che trovo dentro di me senza una spiegazione.
La danza e il disegno sono due arti apparentemente distanti. C’è qualcosa che, secondo te, le unisce? Com’è stato rappresentare la danza di Roberto Bolle su dei fogli di carta?
Nel fumetto ho usato due tecniche: una molto realistica ed una più stile comics americano. L’ho fatto perché c’è una doppia vita in lui: quella normale e quotidiana, che rappresento con lo stile comics, ed una in cui utilizza tutta la sua fisicità e la sua capacità per creare un mondo trasversale, che rappresento con lo stile più realistico. Attraverso questi due strumenti sono riuscito ad entrare in contatto con Roberto Bolle. Il punto di contatto più vicino credo sia la sequenza di disegni statici, che creano una logica di movimento, e il ritmo che trasmette la sensazione di vedere un balletto. In sostanza ho cercato di far ballare le pagine.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Al momento sto lavorando ad un fumetto di avventura, ed al seguito del mio precedente libro che è Luna del mattino. La prima sarà un’avventura nel vero senso del termine; l’altra invece è un’avventura urbana molto cruda. Per il resto vedremo, magari qualcosa relativo a biografie.