Francesco Arienzo torna nella città di Napoli – suo luogo di origine – per mettere nuovamente in scena la sua comicità e la sua arte. Lo fa con uno show intitolato semplicemente Live e che, in pochissimi giorni, ha fatto già il tutto esaurito. L’evento avrà luogo domenica 18 dicembre alle ore 21 presso la Fondazione Foqus ai Quartieri Spagnoli (Napoli), e sarà anticipato da un secondo spettacolo alle ore 19 (su decisione della Full Heads Comedy, società organizzatrice dello spettacolo). L’artista ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci i temi che affronterà nel corso dello show e alcuni aneddoti sul suo percorso professionale.
Com’è nato il tuo primo approccio alla comicità? Come hai capito che sarebbe stata la tua strada?
La comicità è stata sempre la mi passione, ed è arrivata nel momento giusto. Ho iniziato a scrivere pezzi comici quando ho avuto la necessità di farlo: facevo le mie pièce teatrali ed è arrivata l’esigenza della comicità. Mi ha influenzato anche la passione per l’arte anglosassone, e ho così provato ad unire questo amore con le mie conoscenze. E’ inoltre una forma d’arte molto più sostenibile a livello produttivo; non c’è bisogno di scenografie o costumi, ma solo di un microfono e di temi da raccontare.
Domenica 18 dicembre tornerai a Napoli per un nuovo spettacolo che ha fatto già il tutto esaurito. Quali sono le tue aspettative a riguardo e quale sarà secondo te la reazione del pubblico?
La vendita dei biglietti è andata molto bene, e abbiamo pensato di fare uno spettacolo anche per le ore 19. La risposta è stata forte ed è stata positiva; il merito è anche dell’ottima organizzazione che mi ha seguito in questa data napoletana. Sono molto contento, e ogni volta che torno a Napoli ho sensazioni bellissime. Porto i miei stati d’animo in scena, e l’aspettativa è proprio quella di stare bene.
Di cosa tratterà invece lo spettacolo e dove nasce l’idea per questo evento?
È la somma del mio ultimo periodo, dato che da quattro anni mi sono trasferito a Milano. Da sette mesi sono diventato papà, e c’è quindi una parte importante della mia vita in questo show. Vado a toccare gli argomenti che più mi stanno a cuore e che trattano la mia parte emozionale. Non ho infatti avuto paura di mettermi a contatto con passioni più forti, come il tema del coraggio che è diventato adesso materia comica. Tratterà quindi anche questo argomento, come anche il tema della paternità.
Con questo show battezzi appunto il tuo ritorno a Napoli, la tua città di origine. Cosa rappresenta Napoli per te e quanto ha influito il legame con questa città nella tua arte?
Sicuramente tanto; è un luogo comune dire che Napoli è intrisa di arte. Per accorgermene ho dovuto lasciarla, sono cresciuto in provincia e questo mi ha senz’altro stimolato ad uscire fuori. È stata una fortuna, perché mi ha permesso di portare sempre con me il mio essere napoletano. Sono sempre stato curioso e la contaminazione è sempre stata importante. Avevo 20 anni quando sono andato a Roma per studiare Teatro, e poi mi sono trasferito a Milano: nonostante questo, a Napoli non ho mai rinunciato e non lo faccio nemmeno ora.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Non ho in previsione un vero e proprio tour, ma ci saranno altre date in altre città d’Italia. Verso la primavera, verrà alla luce un progetto a cui mi sto dedicando molto.