Alcuni paesi al mondo inseriscono fluoro nell’acqua potabile pubblica, anche se alcuni esperti vorrebbero eliminarla. Cosa dice la scienza?
L’introduzione di bassi livelli di fluoro nell’acqua potabile è sempre stata considerata una delle più grandi scelte del XX secolo, soprattutto perché è un elemento chimico che aiuta a rafforzare i denti e a ridurre le carie. Tuttavia, i nuovi studi condotti da un team di ricercatori dell’University of Florida di Gainesville (USA), guidato dall’epidemiologa Ashley Malin, ha scoperto uno strano collegamento tra alti livelli di fluoro e il quoziente intellettivo dei bambini. In modo particolare, le ricerche scientifiche si sono concentrate soprattutto sulle donne incinte e sui loro figli.
Il National Toxicology Program (NTP), cioè il Programma nazionale americano di tossicologia, ha inoltre visionato altri studi scientifici simili condotti in Canada, in Cina, in India, in Iran, in Pakistan e in Messico.
Cosa provoca il fluoro nell’acqua potabile
Cosa hanno scoperto allora i nuovi studi scientifici condotti negli USA e negli altri paesi internazionali? Secondo i dati ottenuti dai ricercatori, l’acqua potabile con più di 1,5 milligrammi di fluoro per litro abbasserebbe il quoziente intellettivo dei bambini. Per la precisione, il famoso QI diminuirebbe di 2-5 punti rispetto a chi non viene esposto a questo particolare elemento chimico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha infatti fissato il limite di sicurezza per il fluoro nell’acqua potabile a 1,5 milligrammi. Tutti i paesi del mondo dovrebbero quindi cercare di non oltrepassare questa soglia. Tuttavia – secondo l’ultimo rapporto pubblicato dai ricercatori americani – lo 0,6% della popolazione degli USA (circa 1,9 milioni di persone) – utilizza ancora dei sistemi idrici con livelli di fluoro pari o superiori a 1,5 milligrammi. Altri 209 milioni di americani adoperano invece un’acqua con bassi livelli di fluoro.
Per quale motivo negli USA ci sono ancora questi sistemi idrici pericolosi per la salute? In realtà, gli americani hanno iniziato ad abbassare i livelli di fluoro nell’acqua pubblica solamente dal 2015, dopo una lunga lotta politica e scientifica tra chi era favorevole e chi contrario. Ricordiamoci che circa 80 anni fa alcuni scienziati spinsero il governo americano ad inserire il fluoro nei sistemi idrici, poiché erano convinti che potesse migliorare la salute dentale delle persone e ridurre lo sviluppo delle carie. Nel 1945, Grand Rapids (nel Michigan) fu infatti la prima città degli USA ad aggiungere il fluoro nell’acqua potabile. Subito dopo, tantissimi altri centri urbani decisero di copiare l’iniziativa e di introdurre il famoso elemento chimico nei propri sistemi idrici.
Dal 2015, però, i funzionari hanno iniziato ad abbassare i livelli di fluoro, dopo aver analizzato i nuovi studi scientifici. Tuttavia – secondo il politico e scrittore americano Robert F. Kennedy Jr. – la nuova amministrazione di Donald Trump, che si insedierà dal 20 gennaio 2025, cercherà di rimuovere completamente il fluoro dalle riserve idriche del paese. Questo particolare elemento chimico – come hanno affermato Robert F. Kennedy Jr e l’American Cancer Society – causerebbe anche l’artrite, malattie della tiroide e persino il cancro alle ossa.
E in Italia c’è il fluoro nell’acqua potabile? L’Istituto Superiore di Sanità ha affermato che le acque italiane sono già naturalmente ricche di fluoro, ed è per questo che non è consigliabile aggiungerlo. Ad ogni modo, la media nazionale è di circa 1 milligrammo per litro, cioè meno del limite di sicurezza fissato dalla OMS. Per gli approfondimenti potete leggere l’articolo ufficiale pubblicato dall’American Cancer Society cliccando QUI. L’articolo scritto dalla CNN lo trovate invece QUI.