Febe racconta il suo mondo interiore grazie al brano ‘Come un bruco diventa una farfalla‘: con queste note, la cantautrice ha infatti voluto vivere un’introspezione musicale con l’obiettivo di aiutare sé stessa da ciò che la opprimeva. Dopo la sua uscita di scena dal talent show Amici di Maria De Filippi, l’artista ha dimostrato in tutto e per tutto come diventare una farfalla: lo ha fatto in punta di piedi, e ci ha per questo raccontato – mostrandocelo in tutta la sua trasparenza – ogni parte della sua anima e del suo straordinario inconscio.
Come nasce il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Il mio primo approccio è nato quando ero piccolissima: prendevo infatti lezioni di canto con la mia mamma. Avevo 8 anni circa. Non c’è stato un vero e proprio approccio, è stato più che altro un escalation a livello emotivo. Questo mi ha portato a far crescere pian piano la mia empatia con la musica. E’ poi diventata una cosa che mi ha aiutato, e lì ho deciso che avrei voluto fare quello.
Ti abbiamo vista recentemente nello studio televisivo di Amici. Cosa ti ha lasciato più di tutto questa esperienza?
L’esperienza di Amici mi ha dato molto a livello umano. Nell’ultimo periodo, ho avuto problemi di attacchi di panico: a livello personale mi ha lasciato quindi una grande vittoria. A livello musicale, l’ho vissuta poco e ho puntato soprattutto a fare la mia esibizione. Ho conosciuto gente gentilissima, c’era anche il pubblico. Per la prima volta dopo qualche anno, ho cantato dinnanzi a moltissime persone.
Parliamo del tuo singolo Come un bruco diventa una farfalla: dove nasce l’idea per questo brano?
E’ stata soprattutto una mia esigenza personale; con i miei problemi ho fatto anche un percorso psicologico. L’obiettivo era soprattutto aiutarmi. Ho così voluto fermare tutte le sensazioni che mi stavano assalendo, ed è stata soprattutto una canzone terapeutica. Ho infatti pensato che avrebbe potuto aiutare anche gli altri.
Il protagonista della canzone è sicuramente una grande introspezione e comunicazione con sé stessi. Secondo te, qual è il modo migliore per ritrovarsi e per diventare appunto una farfalla?
L’ascoltarsi: questa sembra una risposta forse un po’ banale. Molte volte le persone sono convinte di sapere chi sono e cosa vogliono. Per diventare una farfalla, si dovrebbe rivalutare e capire che ci potrebbero essere cose più profonde da conoscere.
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Cosa c’è dietro il tuo stile musicale? Com’è nato l’approccio a questo genere?
Mi trovo sempre in difficoltà quando mi viene fatta questa domanda; molto banalmente non ho un approccio nato da qualcosa. Mi metto al pianoforte e suono, semplicemente.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto facendo altri brani in studio e spero che escano presto. Con il mio pianista, stiamo cercando di tirare su delle serate.
Intervista a cura di Stefania Meneghella