Eugenio Rodondi torna sulla scena musicale con una piccola ‘provocazione‘: pubblica infatti i due brani Tatuaggio e Uragano, ma decide di non essere lui a cantarli. L’obiettivo di questo gesto è quello di trasmettere un concetto che spesso viene dimenticato: l’apparenza può diventare trasparente, mentre il talento deve essere a colori. L’artista mette dunque in atto una gentile rivoluzione, che ha lo scopo di giocare con il concetto di ego e di lasciar correre i processi creativi, produttivi e collettivi. Il brano Tatuaggio è infatti interpretato dalla voce di Rossana De Pace, una giovane cantautrice pugliese; la traccia Uragano è stata invece realizzata grazie alla preziosa collaborazione di Bianca Lombardo, musicista torinese.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai scoperto che sarebbe stata la tua strada?
Non so quando l’ho scoperto, ho sempre fatto anche altre cose. Ho scoperto la musica quando ho pubblicato il primo disco nel 2012; avevo 23/24 anni. E’ stato il primo di una serie di progetti che avevo in testa, e si sono così susseguiti altri lavori e altri dischi. Ho iniziato a suonare semplicemente perché ascoltavo la musica.
Parliamo dei brani Tatuaggio e Uragani: dove nasce l’idea per questi due singoli?
L’idea nasce dall’osservazione della nostra epoca; mi sembra infatti che sia molto improntata sulla performance e sul fatto di mostrare la faccia bella delle nostre vite. Nella solitudine delle nostre case, ci scopriamo sempre più soli e deboli. Siamo abituati a mostrare la parte felice delle nostre esistenze, e non siamo allenati a rispondere quando succede qualcosa di più brutto. I due singoli parlano quindi di errori e di nostalgia. Quando ci capitano sbagli, le cose brutte ci identificano a livello unico.
Sei l’autore di questi brani, ma non sei tu a cantarle: da dove deriva questa decisione? Come mai hai scelto di non prestare la voce alle due canzoni?
È stata un’idea in linea con questo discorso. Nell’ambito artistico, la figura dell’artista è messa molto in mostra a discapito delle canzoni. Mi sembra che ci sia un’esasperazione sull’immagine e comunicazione, e a volte sembra più importante l’apparire rispetto al contenuto.
Le cantanti dei singoli sono Rossana De Pace e Bianca Lombardo. Com’è nato il vostro incontro e come definiresti la vostra collaborazione?
Ho cercato diverse voci per questi pezzi, e ho così fatto qualche provino con diverse cantanti. L’idea era quello di cercare un registro femminile. La voce di Rossana mi ha colpito perché ha compreso la canzone, sa interpretare benissimo e non ho avuto dubbi. Mi ha caricato, mi ha fatto venire i brividi. Bianca è una ragazza che canta, e noi due ci conosciamo da anni. Sono stato molto contento di come abbia interpretato la canzone e l’ho così scelta.
Pensi che questa tua piccola ‘rivoluzione musicale’ possa modificare qualche aspetto nel mondo musicale odierno? Quali sono le tue aspettative a riguardo?
Non ho prospettive magiche, la vedo soprattutto come una provocazione. Non penso che questo modo di esprimere possa cambiare a livello nazionale, ma può servire a far parlare di questi temi. Nel panorama musicale, c’è una grande quantità di cantanti donne che vengono spesso giudicate anche per l’aspetto. Al di là del genere, l’aspetto più importante è il contenuto.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Oggi è uscito Terremoto, una canzone che ho cantante assieme a Paolo Benvegnù. E’ un brano che parla di come noi rispondiamo ai vari traumi e dolori: è nata da un’esperienza personale che ho avuto con la mia compagna, ossia un’interruzione di gravidanza. Ci sono persone che hanno provato le stesse esperienze ma c’è spesso un tabù su questi eventi: il dialogo è invece il modo migliore per affrontare i problemi. Se non si prova a modificare sé stesso dopo un trauma. è difficile che qualcosa cambi in meglio.
Intervista a cura di Stefania Meneghella