I telescopi dell’ESO (European Southern Observatory), nonché i più grandi e avanzati al mondo, situati nel deserto di Atacama in Cile, hanno scovato circa 115 potenziali pianeti canaglia (per la precisione tra i 70 e i 170), situati nella nostra Galassia.
I pianeti canaglia (rogue planet), sono oggetti cosmici che vagano nell’Universo in solitudine, senza una Stella a cui legarsi.
QUANTI TELESCOPI POSSIEDE L’ESO?
L’ESO è un’organizzazione intergovernativa fondata nel 1962 e supportata da 16 Stati membri (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito).
Inoltre, dispone di nove telescopi giganteschi, situati nel deserto di Atacama in Cile, un posto unico al mondo e perfetto per osservare l’Universo. Attualmente è in fase di costruzione il prossimo telescopio più grande del mondo: l’ “European-Extremely Large Telescope (E-ELT)”, il quale avrà uno specchio primario di ben 39 metri di diametro, capace di guardare fino a 380.000 anni dopo il Big Bang. E-ELT potrebbe essere pronto tra il 2025 e il 2027.
COME HANNO SCOPERTO I PIANETI CANAGLIA?
Come sappiamo i pianeti canaglia vagano in solitudine, lontani da qualsiasi Stella che li illumini. Tuttavia, alcuni di essi sono ancora “giovani” (qualche milione di anni di età), e questo li rende “caldi” e leggermente visibili agli infrarossi.
E non solo: il team, per scovarli, ha misurato per 20 anni i piccoli movimenti, i colori e la luminosità di decine di milioni di sorgenti, in una vasta area del cielo. Tutto questo ha permesso agli astronomi di identificare gli oggetti più deboli, nonché i pianeti canaglia.
Gli strumenti utilizzati per identificarli sono i seguenti: “Very Large Telescope (VLT)”, con uno specchio primario di 8,2 metri; “Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy (VISTA)”, con uno specchio di 4,2 metri; “VLT Survey Telescope (VST)”, con uno specchio di 2,6 metri; “MPG/ESO Telescope”, con uno specchio di 2,2 metri, e il satellite “Gaia” dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea).
I suddetti strumenti sono stati in grado di scoprire almeno 70 pianeti canaglia, con masse paragonabili a quella di Giove, all’interno della costellazione dello Scorpione e dell’Ofiuco.
Gli esperti ritengono che potrebbero esserci miliardi di pianeti canaglia, che vagano liberamente nella Via Lattea (la nostra galassia), liberi da qualsiasi Stella.
Per quanto riguarda l’origine di questi strambi corpi celesti, alcuni scienziati pensano che possano formarsi dal collasso di una nuvola di gas, troppo piccola per dare vita alla formazione di una Stella; oppure i pianeti canaglia, per un motivo sconosciuto, potrebbero essere stati “cacciati” dal proprio Sistema Stellare.
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I PIANETI CANAGLIA POSSONO OSPITARE LA VITA?
Vagare in solitudine nell’Universo, senza una Stella accanto, potrebbe avere un vantaggio: l’assenza della luce ultravioletta della Stella, che strapperebbe l’atmosfera di idrogeno dell’ipotetico pianeta canaglia, rendendolo inabitabile come Marte.
Il documentario del 1999 “Life-sustaining planets in interstellar space?”, suggeriva che un pianeta vagante solitario, con un’atmosfera ricca di idrogeno, non solo non perderebbe il suo calore radioattivo interno nello Spazio, ma riuscirebbe a mantenere le temperature di superficie sufficientemente calde da sostenere oceani simili alla Terra.
Gli ambienti ricchi di idrogeno, come testimoniano i test simulati nei laboratori, possono contenere microrganismi. Tuttavia, per sostenere la vita su un pianeta canaglia, non basterebbe un’atmosfera ricca di idrogeno, poiché servirebbe anche l’energia di una Stella.
Questi strani pianeti fluttuanti, potrebbero avere una piccola possibilità di sostenere la vita, solo se ci fossero le seguenti condizioni: un’atmosfera ricca di idrogeno, e una Luna abbastanza grande da riscaldare il pianeta, sopperendo all’assenza di una Stella (la Luna dovrebbe avere anche un’orbita ellittica).
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In pratica, l’ipotetico pianeta canaglia “perfetto per la vita”, sarebbe simile alle Lune “Europa”, “Ganimede” ed “Encelado”, le quali hanno una grande possibilità di ospitare la vita, pur vivendo a miliardi di chilometri dal Sole. Infatti, esse attingono l’energia e il calore dall’attrito “magnetico”, provocato dall’interazione magnetica con il pianeta gigante gassoso (Giove o Saturno), intorno al quale orbitano.
In altre parole, un pianeta solitario, con una grande Luna al suo fianco e un’atmosfera di idrogeno, potrebbe riuscire a mantenere un oceano di acqua liquida, pur senza la luce e il calore di una Stella. In questo caso, il calore sufficiente a mantenere un oceano liquido, arriverebbe dall’interazione magnetica tra il pianeta e la sua Luna, proprio come accade con alcune Lune di Giove e Saturno.
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Articolo a cura di Fabio Meneghella