LETTERATURA

Enrico Deregibus, dagli inizi all’incontro con De Gregori: “Mi ha insegnato che il destino è fatto di casualità” | Il giornalista si racconta

Enrico Deregibus è un noto giornalista e saggista, che ricopre anche il ruolo di direttore artistico o consulente di molti Festival in tutta Italia. E’ inoltre considerato il biografo di Francesco De Gregori e, dal 2020, collabora con Officina Pasolini per cui ha realizzato diversi incontri con artisti. Da fine agosto ci sarà il PEM! Festival di cui è direttore artistico. Ce ne ha parlato in questa intervista.


Sei un giornalista e saggista, e hai alle spalle numerose esperienze in ambito artistico. Com’è nato questo tuo approccio alla scrittura? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

Ho sempre avuto una grande passione per la musica, che è andata di pari passo con la passione per il giornalismo. È successo che ho iniziato a scrivere per un giornale locale ma poi, per casualità varie, ho gestito un negozio di dischi e ho abbandonato la scrittura. Ho in seguito iniziato a collaborare con una rivista specializzata in musica italiana e con il tempo sono diventato  vicedirettore. Ho lasciato il  negozio e ho provato a fare il giornalista di lavoro, e dopo pochi anni mi hanno chiesto di fare direzione artistica ad un paio di Festival. Da lì ha preso forma quel che faccio adesso.

Sei considerato il biografo di Francesco De Gregori, su cui hai scritto diversi libri. Com’è stato collaborare con lui e cosa ti ha insegnato la sua storia di vita?

I primi libri su di lui non erano realizzati con lui; gli ho chiesto diverse volte se voleva collaborare ma ha rifiutato. Quando ho invece cominciato a lavorare sull’ultimo libro, dedicato alle sue canzoni, gliene ho parlato chiedendogli di leggere le varie schede per dirmi se fossero corrette e se volesse fare un lavoro di controllo. Mi ha detto di no anche stavolta ma, poco tempo dopo, mi ha proposto di inserire i testi delle sue canzoni a fianco alle schede. La cosa mi ha fatto molto piacere, ed è nato così il libro. Lui mi ha insegnato l’esigenza di cercare una coerenza in quello che si fa, senza però che questo diventi qualcosa di ottuso. Non è il non cambiare idea a tutti i costi, ma cercare in qualche modo una linea di coerenza e di rispetto per sé stessi e per gli altri. È anche il fatto di capire che spesso il destino è fatto di casualità e di incontri.

Enrico Deregibus (kosmomagazine.it)

Dal 2020 collabori invece a Roma con Officina Pasolini per cui hai curato diversi eventi. Quali sono le attività che realizzate solitamente?

È innanzitutto un laboratorio di alto perfezionamento per giovani che si divide in tre categorie: canzoni, teatro e multimediale. Non si può definire una scuola in senso stretto ma è come se lo fosse; ogni 2/3 anni vengono infatti selezionati 30 ragazzi per ognuna di queste sezioni. Ci sono corsi, attività formative e altro, ma io non lavoro in questo. Però c’è all’interno anche il Teatro Eduardo De Filippo, in cui vengono realizzati eventi di vario tipo che riguardano musica o teatro. Uno di questi format è curato da me e si basa su una serie di incontri con cantanti in cui si alterna una mia intervista a qualche canzone.

Inizierà a fine agosto il PEM! Festival, di cui sei direttore artistico e che si svolge nel Monferrato, in Piemonte. Questo evento ha ogni anno un grande successo e, nel 2021, è stato inserito da Vanity Fair nella lista dei dieci migliori festival estivi. Ci sarà qualche novità in questa nuova edizione?

Ci sto lavorando proprio adesso; si svolge in molti comuni: l’anno scorso sono stati otto, con 18 eventi, ma quest’anno se ne stanno aggiungendo altri. Riguardo agli ospiti, vediamo un po’, è ancora presto. Cercheremo sempre di tenere d’occhio la qualità e sono intenzionato come sempre ad avere artisti che siano diversi tra loro come genere musicale, età, cercando sempre di evidenziare la qualità più della notorietà. Oltre ai cantanti ci saranno attori, scrittori, intellettuali.

Enrico Deregibus (kosmomagazine.it)

Hai incontrato numerosi personaggi nel corso della carriera, ma c’è qualcuno che ti ha lasciato il segno più di altri?

Molti, in modi differenti e in tanti punti di vista. De Gregori mi ha lasciato un segno per ovvi motivi: era uno dei miei riferimenti sin da quando ero ragazzo; è una persona molto piacevole ed è importante per questo. Ricordo inoltre con molto piacere una intervista a Pem con gli Zen Circus, una band toscana che mi piace molto. Feci 4/5 anni fa un incontro con loro ed è stato memorabile: sono divertentissimi e hanno anche una profondità nel raccontare e spiegare quello che riguarda le loro canzoni e la loro storia artistica. Ma sono molti gli artisti che mi hanno colpito.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Lavoro su molti fronti in campo musicale; al momento ho in ballo un nuovo libro su Luigi Tenco, che uscirà per la fine dell’anno. Sto lavorando anche ad altri Festival che si terranno tutti tra l’estate e l’autunno. Ad esempio sono consulente di Voci per la Libertà, il Festival musicale di Amnesty International che sarà alla fine di Luglio a Rovigo.

Published by
Stefania Meneghella