Spesso, si dice che il mondo non è altro che un enorme palcoscenico su cui possiamo recitare la nostra parte migliore, e diventare forse la persona che abbiamo sempre sognato di essere; indossiamo maschere e andiamo là fuori.. a vivere, ad incarnare i numerosi personaggi che incontriamo ogni giorno.
Ma… cosa accadrebbe se si dicesse che la vita vera è invece il teatro? Cosa accadrebbe se comprendessimo che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è, a volte, uscire dagli schemi in cui siamo abituati a vivere e trasformarci in ciò che siamo destinati a diventare? Forse è vero che la vita è recita, forse è vero persino che ci sono innumerevoli volti che sostituiscono la nostra reale essenza; ma ci siamo mai domandati il perché?
Non ci siamo mai chiesti il motivo che ci induce ad abbandonare noi stessi e diventare altre persone: la recitazione è un modo prezioso che abbiamo per sognare di divenire esattamente la persona che vogliamo essere. Forse, questo mutare continuamente volto ci fa comprendere pienamente chi siamo davvero; forse non è la vita ad essere teatro, ma è il teatro ad essere vita.
Perciò, oggi vi presentiamo un attore che si trasforma continuamente restando sempre sé stesso. Il suo nome è Emanuele Bosi. Sono tante le maschere che ha dovuto indossare, tanti i personaggi che ci ha fatto incontrare, ma lui, con il suo volto semplice e pulito, dimostra di essere unico nella sua diversità, portandoci a credere quei piccoli valori che la recitazione incarna ogni giorno. I suoi film restano impressi nella memoria, non solo per la carica emotiva che trasmettono, non solo per la storia in sé, ma soprattutto per quanta sensibilità e infinita umiltà ci sia nell’attore protagonista.
Giovanissimo, Emanuele Bosi inizia a recitare a Roma, sua città natale, nelle compagnie teatrali. Conseguita la maturità, studia recitazione con Beatrice Bracco e Micheal Margotta. Dopo aver recitato vari anni in teatro, nel 2007 appare per la prima volta in televisione come coprotagonista nel serial tv di Rai Uno, “Incantesimo 9”. Si susseguono poi altre esperienze in alcune fiction televisive, tra cui “Questa è la mia terra – Venti anni dopo”. Il suo primo film viene trasmesso nelle sale nel 2009 e si chiama “La casa sulle nuvole”, diretto da Claudio Giovannesi. Di grande spessore è il film “Questo piccolo grande amore”, di cui è il protagonista, diretto da Riccardo Donna, ispirato all’omonimo concept album di Claudio Baglioni. Nel 2010, è protagonista anche dei film “La vita è una cosa meravigliosa”, diretto da Carlo Vanzina, e “Una canzone per te” di Herbert Simone Paragnani, con Michela Quattrociocche. Nel 2011, è uno dei protagonisti della fiction televisiva “Non smettere di sognare”, in onda su Canale 5 e, nello stesso anno, recita nella miniserie tv “Sposami”, in onda su Rai Uno. Bosi partecipa, poi, a quattro fiction sempre targate Rai Uno: “Rosso San Valentino”, “Trilussa – Storia d’amore e di poesia”, “Il restauratore 2” e “Gli anni spezzati – Il commissario”. Nel 2014, lavora nella miniserie “Madre, Aiutami” con Virna Lisi e, all’inizio del 2016, gira il film per il cinema “Fuori c’è un mondo”, diretto da Giovanni Galletta.
Ora lasciamo la parola a Emanuele Bosi, augurandogli di continuare sempre in questa strada di continue maschere ma anche di continue essenze.
D: Come ti sei avvicinato al mondo della recitazione?
R: Fin da piccolo ho dimostrato un talento naturale in questo tipo di attività, ma per me era solo un gioco. Da grande questo gioco è diventata una passione, e della mia passione ho provato a farne un lavoro.
D: Come inizia la tua carriera all’interno di questo mondo dapprima del mondo dello spettacolo?
R: Per anni ho calcato i più angusti e sperduti palcoscenici teatrali, fra compagnie amatoriali scolastiche e della chiesa. Sono i posti dove ti fai le ossa e cominci a sperimentare. Poi è arrivata la scuola di recitazione.
D: Hai avuto modo di recitare sia per fiction tv, sia per film al cinema e anche in teatro. Quale credi sia la realtà tra queste tre che più ti ha formato e perché?
R: Ognuna di queste realtà ti dà qualcosa. La fiction, nonostante i tempi molto veloci che spesso sacrificano la qualità, è stata quella in cui ho potuto dimostrare varie sfaccettature del mio lavoro, e le ho dovute dimostrare nel minor tempo possibile a disposizione. E’ una sorta di medicina d’urgenza.
D: Durante la tua carriera hai interpretato ruoli totalmente diversi tra loro. C’è un personaggio che più ti è rimasto nel cuore o che hai sentito più affine alla tua personalità?
R: Il personaggio che mi è piaciuto di più è stato nel film “La casa sulle nuvole”, di Claudio Giovannesi. E’ stato curato in ogni dettaglio, il regista era molto attento a ogni sfumatura e quando mi sono rivisto, non sembravo io. Ero contento di aver dato vita ad un personaggio così diverso da me.
D: In due film che ti hanno visto protagonista, cioè “Una canzone per te” e “Questo piccolo grande amore” e una fiction per Mediaset “Non smettere mai di sognare” il ruolo della musica gioca un ruolo fondamentale. E’ una passione che coltivi anche fuori dal set quella del canto?
R: La musica è un attività molto presente nel corso della mia vita; per 7 anni ho studiato fisarmonica, ne ero appassionato fin da bambino. Inoltre aggiungo che anche nel film “La casa sulle nuvole”, io ero un sassofonista e per l’occasione ho dovuto prendere lezioni di sax per 3 mesi.
D: Raccontaci un episodio che più ti è rimasto impresso della tua carriera e che difficilmente dimenticherai.
R: Beh, ricordo il giorno in cui per il film “Questo piccolo grande amore” hanno chiuso al traffico e ai pedoni la via più importante di Roma, Via del Corso, per una scena del film. La gente era tanta e tutta accalcata alle transenne a guardare. E’ la città in cui sono nato e dove sono cresciuto. Ho sentito che stavo facendo qualcosa di importante nella mia vita. E’ stato emozionante.
D: Ti è mai capitato di confrontarti durante questi anni con dei tuoi idoli sul set? Qual è stato il primo impatto e successivamente il vostro rapporto?
R: Purtroppo gli idoli spesso rimangono tali finche non li conosci. Non sempre le aspettative rispecchiano la realtà e spesso le persone che fino al giorno prima ammiravi ti deludono molto. La persona che c’è dietro al personaggio è sempre una sorpresa.
D: Come pensi il tuo mestiere abbia influenzato sul tuo carattere e sulla tua vita? Interpretando determinati ruoli riesci ad immedesimarti con più facilità in determinate problematiche o situazioni?
R: Questo mestiere ti obbliga a metterti sempre in contatto con le emozioni quindi ammetto che a volte la mia sensibilità è più forte del normale. Ma il percorso è sempre uomo-personaggio e non viceversa. In altre parole, io faccio sempre veicolare il personaggio attraverso di me e mai il contrario. I personaggi non mi influenzano. Io influenzo loro. Ed è normale, perché un personaggio lo costruisci con ciò che conosci e hai vissuto. Non puoi ricreare la tristezza di un lutto se non l’hai mai vissuta.
D: Facciamo un salto nel passato… al tuo primo provino. Qual è stato e cosa ti ricordi?
R: Uno schifo, ero talmente emozionato che ad ogni battuta abbassavo gli occhi per ricordarmela.
D: Ora torniamo al presente. Parlaci del film che presto ti vedrà protagonista sui grandi schermi “Fuori c’è un mondo”.
R: “Fuori c’è un mondo” è un film molto coraggioso e di un certo spessore, in cui viene affrontata in maniera super intensa la psicologia di una mente depressa. Interpreto un personaggio molto complesso per il quale ho dovuto prepararmi molto a livello psicologico. Il lavoro è stato faticosissimo e tratta un tema un po’ controcorrente all’offerta commerciale odierna ma è un film che tocca corde talmente profonde che rimarrà sicuramente come una pietra miliare del cinema italiano.
D: Infine pensiamo al futuro. Che progetti ci sono in ballo?
R: Ho appena finito di girare un personaggio protagonista di una puntata de “Il bello delle donne.. alcuni anni dopo” per Canale 5.
D: La vita che conduci ora è la stessa che sognavi da bambino?
R: Io vivo cercando sempre di costruire qualcosa, non mi fermo mai.
Ringraziamo Emanuele Bosi per la sua collaborazione e per il tempo che ci ha donato, augurandogli di poter realizzare tutti i suoi sogni.
Recensione a cura di Stefania Meneghella
Intervista realizzata da Manuela Ratti
Pubblicazione a cura di Roberta Giancaspro