Diego Marchelli è originario di Acqui Terme, e ha anche fondato – come cantautore – il progetto musicale Deimos calcando vari palchi in tutta Italia e all’estero. L’artista torna adesso sulla scena musicale con il nuovo singolo Onironautica, con il quale mette in evidenza la potenza del sogno.
Diego è un cantautore piemontese, nato e cresciuto ad Acqui Terme. Tra i membri fondatori come cantante e cantautore del progetto musicale Deimos, ha calcato diversi palchi in Italia (Casa Sanremo) e all’estero (Class’Eurock Festival in Francia e Schlossgrabenfest in Germania).
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Mi sono approcciato alla chitarra e alla scrittura in maniera molto spontanea nel periodo delle superiori come forma espressiva necessaria. In quel periodo, preso dalle più classiche crisi adolescenziali, avevo difficoltà ad esprimere quello che avevo dentro e la musica è stato il mezzo che mi ha aiutato a farlo. Da quel momento la scrittura ha sempre avuto una funzione estremamente catartica e ancora oggi, fortunatamente, il suo potere è ancora intatto. Non ho mai avuto la percezione che fosse una strada necessariamente da seguire, preferisco pensare che la musica sia una amica, una compagna di viaggio con cui condividere la vita.
Parliamo del tuo nuovo Ep Onironautica: dove nasce l’idea per questo progetto?
“Onironautica” è il mio primo Ep solista e arriva dopo qualche anno di pausa dovuta alla fine del mio progetto storico, Deimos. È un lavoro frutto di una grossa esigenza artistica tornata a farsi sentire con forza dentro me. Questa necessità espressiva mi ha portato a scrivere parecchi pezzi in pochissimo tempo dai quali ho selezionato i 4 brani appartenenti a questo Ep. Il titolo “Onironautica” vuole sottolineare uno stato mentale che mi ha accompagnato durante tutto il processo compositivo e che spesso mi ha fatto sentire in un vero e proprio “sogno lucido”. L’onironauta, infatti, è colui che è in grado di “navigare” nei propri sogni ed ha la capacità di intervenire per poterli cambiare a piacimento.
Si parla di varie tematiche tra cui la frenesia della società in cui viviamo. Pensi che c’è un modo per fermarsi un attimo e allontanarsi dal caos del mondo?
Penso che ognuno di noi abbia la necessità di trovare un posto in grado di fermare la corsa folle che la società impone. Nel mio caso, come tratto nel brano “Ancestrale”, riesco a provare questo tipo di sensazione “rintanandomi” nel paese nel quale sono cresciuto, un luogo che ha sempre il potere di ricaricare le mie energie psicofisiche.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
È difficile mettere etichette alla musica, lo è ancora di più quando si tratta di brani scritti da me. Penso che l’Ep si possa definire come pop rock alternativo e credo che al suo interno si possano comunque percepire influenze derivanti dai gruppi che ho amato di più. Se dovessi citarne tre direi certamente i Beatles, i Nirvana e i Cure.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Per quel che riguarda il futuro l’idea è quella di pubblicare dei singoli nuovi, una volta finita la promozione di questo lavoro, a cadenza trimestrale. Questo per dare continuità al progetto e per cercare di arrivare a più ascoltatori possibili. L’esigenza personale sarà sempre il motore che mi muoverà, ma certamente anche il riscontro del pubblico è un fattore importante per mantenere alte le motivazioni.