Delaido torna sulla scena musicale con il suo nuovo brano Ursula: un singolo, questo, che ripercorre le fasi della vita di ognuno di noi. La protagonista passa infatti da uno stato di blocco ad un momento di libertà, durante il quale riesce a vivere appieno quello che accade. L’autore ce ne ha parlato in questa intervista, raccontandoci anche i suoi nuovi progetti tra presente e futuro.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
E’ qualcosa che ti porti dentro da sempre; da piccolo con tanto trasporto ascoltavo i dischi e tutto quello che passava a casa tramite la radio e dischi. L’ho sempre pensato. Ho così intrapreso gli studi: ho studiato chitarra classica e ho approfondito alcuni strumenti. Contemporaneamente, mi sono mosso per lavorare ad alcune produzioni, e ho avuto diverse esperienze discografiche.
Parliamo del tuo nuovo singolo Ursula: come nasce l’idea per questo brano?
L’idea è arrivata in un modo particolare; stavo lavorando insieme a Walter Mogavero, un amico musicista con cui ho avuto modo di collaborare spesso. Stavamo facendo degli arrangiamenti di alcuni brani , e ci siamo messi a giocare con alcune tracce. E’ così uscita fuori una cosa carina. Ci abbiamo registrato delle voci, e il brano è quasi uscito da solo: la fase composita l’ho scritta con lui. Le abbiamo dato un nome femminile particolare, e questo mi ha influenzato in qualche modo durante la stesura del testo. Ho parlato di cambiamento, e di quella fase in cui c’è un passaggio da uno stato di blocco ad uno stato più liberatorio. Ursula deriva etimologicamente dall’orso, un animale che attraversa fasi di letargo e risveglio e che quindi può in qualche modo metaforicamente ricondurre al concetto.
Il brano parte da una dimensione intimista per poi trasformarsi in un mondo fatto di pensieri più liberi. Questo cambiamento si nota anche nel videoclip. Quale pensi che sia il modo per abbandonare la paura e rifugiarsi nella libertà?
Non credo che esistano delle chiavi univoche, o qualcosa che possa essere adatto a tutti. Alcuni processi possono cambiarci sotto uno o più punti di vista, a seconda dell’entità del tipo di condizione che si vive. I cambiamenti devono derivare sempre da una presa di coscienza e da una liberazione interiore. Uno scatto, uno sblocco che spesso sono frutto di un processo più o meno lungo. Sono molto contento del risultato del video, ricalca la situazione che si vive all’interno del brano. Ha un aspetto di estetica molto importante, ed è stato fatto molto bene.
Come ti sei approcciato a questo genere musicale? Chi sono stati i tuoi maestri musicali?
Credo che quello che produco sia il frutto di molte influenze e di tanta roba che ho ascoltato nella mia vita. Non riesco ad attribuire niente di preciso. Non credo di poter descrivere il mio genere come qualcosa di incasellato, ma è frutto di quello che voglio esprimere.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Attualmente sono impegnato nell’implementazione del live; da questa settimana inizio con alcune date dopo alcune cose che ho potuto fare. Inizia l’attività più intensa, e voglio concentrarmi su questo. Per l’anno prossimo inizierò invece a lavorare ad un’uscita che forse sarà un disco.