Non si tratta semplicemente di nuoto, bensì della specialità del nuoto pinnato ciò che vede Davide De Ceglie primeggiare come atleta della Fiamme Oro. Esperienza, passione e dedizione in primo piano per questo talento italiano. Dai primi passi verso lo sport alle medaglie vinte, Davide si racconta attraverso la nostra intervista.
Ciao Davide, cosa ti attrae di più del nuoto pinnato rispetto al nuoto tradizionale e quando è iniziata questa passione?
Questa passione per l’acqua è iniziata fin da quando ero piccolo grazie ai miei genitori, entrambi subacquei, quindi fin da subito l’ho vissuta in modo estremamente bello. All’inizio praticavo il nuoto che noi definiamo “puro”, facendo comunque qualche gara di nuoto pinnato quando ero esordiente, poi ho visto e provato la monopinna e non l’ho più tolta dai piedi! È uno sport molto affascinante e soprattutto è incredibile la velocità che si può raggiungere in acqua con una monopinna; non per niente è definito la Formula 1 degli sport acquatici!
Come descriveresti gli anni che finora hai trascorso in acqua tra allenamenti e competizioni?
Finora sono stati anni meravigliosi! Ci sono stati anni un po’ più difficili rispetto ad altri, ma nella carriera di un atleta credo sia abbastanza normale; non è facile rimanere sempre al vertice e al top della forma, soprattutto a livello mentale. A me ha aiutato moltissimo in questi anni intraprendere un percorso con una psicologa dello sport e credo sia importante per noi atleti avere questo tipo di aiuto. Siamo sottoposti, sia in allenamento che in gara, a forti stress.
Quanta libertà trovi nel nuotare?
Il nuoto per me è senso di libertà e, oltre ad essere un lavoro e una passione, è anche una valvola di sfogo. Magari non quando nuoto in piscina, ma quando sono a nuotare in lago o in mare per me è come una terapia. È una sensazione difficile da descrivere; diciamo che, pur rimanendo concentrato su quello sto facendo, riesco a liberare la testa da ogni tipo di pensiero, è un po’ come se mi aiutasse a rigenerarmi.
Quale è stata la medaglia più importante finora?
Questa è una domanda difficile: ce ne sono state tante di medaglie importanti. Posso dire che quella più importante per me soprattutto a livello emotivo è stata quella che ho vinto agli ultimi campionati del mondo che ci sono stati a settembre 2022. Erano 7 anni che non salivo di nuovo sul gradino più alto del podio a livello individuale ad un mondiale, in più si svolgevano in Italia ed era venuta a vedermi la mia famiglia. Diciamo che c’è stato un discreto carico emotivo e forse per questo la ritengo la medaglia più importante.
Che rapporto hai con il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro?
Con le Fiamme Oro ho un bel rapporto; è grazie a loro se sono riuscito a trasformare la mia passione per il nuoto in lavoro. Mi danno la possibilità di riuscire ad allenarmi al meglio e di farlo nella mia città. Inoltre per me è un onore vestire la maglia delle Fiamme Oro e portarla nelle manifestazioni nazionali e internazionali più importanti, oltre a vestire la divisa della Polizia di Stato.
Qualche progetto futuro?
Per ora a livello sportivo c’è sempre il campionato mondiale assoluto in acque libere e magari riuscire a strappare la convocazione per il campionato europeo in piscina e i giochi del mediterraneo. Ci potrebbe essere aria di matrimonio per il 2024 ma è ancora tutto in cantiere.