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Daniela Poggi è la protagonista di Ritorno al Presente: “Il silenzio è importante e va ascoltato” | L’attrice racconta la sua Palmira

Daniela Poggi è tra i protagonisti del nuovo short – movie di Max Nardari Ritorno al Presente, che sarà trasmesso dal 6 marzo in esclusiva su Prime Video worldwide. Il progetto – che vede anche la partecipazione di Attilio Fontana e Clizia Fornasier – si interroga sul ruolo dei social network nelle vite delle persone, e ci mette in allarme sul rischio di dipendenza e incomunicabilità dei giorni nostri. La Poggi interpreta il personaggio di Palmira: l’attrice ce ne ha parlato in questa intervista.


Com’è nato il tuo primo approccio alla recitazione? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

E’ nato quando ero bambina, durante le recite scolastiche. Poi questa passione è cresciuta quando facevo le sfilate sulle passerelle e anche in collegio, quando all’età di 14 anni ho interpretato Andromeca. Lì ho capito quanto fossi capace di entrare nella vita di un altro senza conoscere l’altro: questa è una dote naturale che nessuno ti può insegnare.

E’ talento…

Io la chiamerei empatia e forte sensibilità: le due cose insieme possono sviluppare un talento artistico migliore di un altro.

Daniela Poggi (kosmomagazine.it)

Parliamo del cortometraggio Ritorno al presente che ti vede protagonista. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con un’Associazione di psicologi: il significato che vuole lanciare è infatti molto forte. Nella società in cui viviamo, fatta spesso di caos e poco silenzio, quanto è importante fermarsi un attimo e comunicare con chi ci è vicino?

È determinante, essenziale, è l’unica via di salvezza. Se non riusciamo a riprendere in mano il nostro tempo e non riusciamo a riguardarci negli occhi, se non ricostruiamo conversazioni reali utilizzando la nostra lingua nel confronto diretto con gli altri, questa diventa una società che va a rotoli. Il mondo va diviso in quattro fasce: giovanissimi, giovani, adulti e anziani. Gli anziani non hanno rapporti con i social, gli adulti oggi si ritrovano ad utilizzare i social per sentirsi parte della società, i giovani e i giovanissimi ci sono invece nati in questo mondo. Si perde così il punto di vista dell’altro e spesso non si è capaci di ascoltare l’atro. Non c’è un reale confronto: la crescita è invece nel confronto tra le persone.

Interpreti il personaggio di Palmira, una nota attrice degli anni ’90. Quanto c’è di te in lei e cosa ti ha lasciato più di tutto questo personaggio?

C’è una parte di me in lei ed è quella che accompagna tutte le donne che diventano adulte: soprattutto per chi fa l’attrice, affrontare l’età significa sapere che stai per affrontare un peggioramento. Palmira si ritrova da giovane ad essere una donna adulta, e non accetta questa sua vecchiaia. Ha luogo così la famosa denuncia sociale: non accettiamo la nostra età e i social ci permettono di fingere.

Daniela Poggi (kosmomagazine.it)

Il tuo personaggio si ritrova improvvisamente in un mondo che non conosce, cioè quello del 2023. Un mondo, questo, fatto di realtà virtuali e di apparecchi che prima non esistevano. Secondo te, qual è il modo migliore per allontanarci da questa dimensione “virtuale” e riuscire a ritrovare noi stessi e a comunicare con gli altri?

E’ importante prendersi del tempo ed imporsi questo come una vera e propria disciplina: ad esempio, spegnere tre ore al giorno il cellulare, leggere un libro, dipingere, fare una passeggiata, prendere appunti su un quaderno, confrontarsi con gli amici verbalmente. Bisognerebbe andare in giro per strada e iniziare a guardare la gente negli occhi, donarsi la possibilità dell’osservazione. Anche il silenzio è fondamentale e va ascoltato.

Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono approcciarsi per la prima volta nel mondo artistico?

Devono fare un esame di coscienza, su cosa loro vogliono o desiderano fare nella vita. Il nostro mondo non è tutto rose e fiori, non è tutto oro quello che luccica: le nostre non sono soltanto apparizioni televisive. Il mondo dell’attore è una vita dura, fatta di precarietà, tanti desideri, illusioni, sogni che a volte si realizzano e molte volte non si realizzano. Vuol dire avere un grande equilibrio interiore, la voglia di continuare a studiare, leggere, confrontarsi, e avere anche molta umiltà. L’umiltà ti fa riconoscere qual è la motivazione di tutto, se le cose non funzionano. Il mondo teatrale ti insegna inoltre molto più del cinema: in teatro si diventa una famiglia, ci si conosce, si regalano emozioni, ci si confida.

Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho formato una società senza scopo di lucro chiamato Bottega Poggi, con l’obiettivo di diffondere cultura, formare i giovani a una sana consapevolezza di sé stessi e portare questi progetti su temi sociali come l’emarginazione, gli anziani, i malati di Alzheimer, i giovani, l’ambiente, gli animali. Sto lavorando moltissimo su questo: stiamo su molti bandi del Ministero e stiamo realizzando progetti di cinema audiovisivo e progetti di scrittura creativa. E’ un mondo produttivo che si impegna tantissimo. Sto inoltre lavorando su un corto tratto da un mio racconto, e sto scrivendo il mio secondo libro. Stiamo anche programmando la stagione per Emily Dickinson con la regia di Emanuele Gamba.

Published by
Stefania Meneghella