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Cresce il grido d’allarme del mondo culturale riguardo alla chiusura di storiche sale cinematografiche a Roma e alla loro trasformazione in spazi commerciali. Questi cinema, molti dei quali rappresentano autentici capolavori architettonici progettati da illustri nomi come Marcello Piacentini, Adalberto Libera, Luigi Moretti e Innocenzo Sabbatini, rischiano di scomparire. Tra i progetti di Riccardo Morandi, che ha realizzato oltre dieci sale nella Capitale, solo il cinema Maestoso è rimasto intatto. L’appello per la salvaguardia di questi luoghi è stato recentemente lanciato anche da Renzo Piano, una delle figure di spicco dell’architettura contemporanea, attraverso un articolo su La Repubblica. Piano ha esortato a proteggere questi “luoghi per la gente”, sottolineando come la loro scomparsa possa rappresentare una “pietra tombale” per le nostre metropoli, danneggiando non solo il patrimonio culturale, ma anche il commercio al dettaglio.
Preoccupazioni per il futuro delle città
La preoccupazione per la futura sorte delle città è condivisa da Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Barbera ha avvertito del rischio di una “desertificazione culturale e sociale”, con la possibilità che interi quartieri si trasformino in “non-luoghi”. La chiusura delle sale cinematografiche potrebbe infatti portare alla chiusura di bar, ristoranti e altri spazi di socializzazione.
Mobilitazione per la preservazione delle sale
La mobilitazione di Italia Nostra, partita da Roma ma con l’intento di estendersi a tutta Italia, mira a preservare l’integrità delle sale cinematografiche, riconoscendo il loro valore architettonico. L’associazione ha chiesto alla Regione Lazio di rivedere un progetto di legge approvato la scorsa estate, che ha modificato la normativa esistente a tutela degli spazi culturali, rendendo più semplice la trasformazione dei cinema in spazi commerciali. Italia Nostra ha inoltre proposto che la Regione e Roma Capitale organizzino gli Stati Generali delle sale cinema di Roma, per effettuare un censimento delle sale attive e inattive e per emanare norme di protezione per quelle storiche.
Incontro per unire le forze
Un incontro è stato organizzato da Italia Nostra per unire le forze di coloro che desiderano partecipare a questa mobilitazione, ispirata dal libro di Silvano Curcio, “Fantasmi urbani – La memoria dei cinema di Roma“. Questo libro ha acceso il dibattito sulla crescente chiusura e riconversione “selvaggia” delle sale romane, che ha visto più di 100 cinema chiudere negli ultimi quindici anni. Curcio ha definito questa situazione una “sconfitta per l’intera collettività” e una perdita di un patrimonio “identitario di storia, socialità e cultura”.
Strategie per la salvaguardia degli spazi culturali
Nonostante le buone intenzioni, le strategie per la salvaguardia degli spazi culturali variano tra i diversi attori coinvolti. Un esempio positivo è rappresentato dalla sala Troisi, che è stata riportata in vita come un centro di aggregazione culturale. Originariamente progettata da Luigi Moretti negli anni ’30, la sala ha subito una drastica ristrutturazione per tornare a funzionare. Matteo Anastasi, consigliere di Italia Nostra, ha avvertito che il mantenimento della destinazione d’uso non sempre garantisce la conservazione della qualità architettonica. Antonella Melito, vicepresidente della Commissione Urbanistica di Roma Capitale, ha fatto notare che in alcuni casi, come quello del cinema Airone progettato da Adalberto Libera, non è possibile riaprire le sale a causa della mancanza di requisiti di sicurezza.