Cristiana Ciacci – figlia del mitico Little Tony – e la Little Tony Family hanno pubblicato il nuovo singolo Bom Bom, scritto e composto da Davide De Marinis e Angelo Petruccetti. Il brano è un invito all’allegria, alla danza, alla spensieratezza: l’artista – che ha ereditato dal papà la grande passione per la musica – ha accettato di incontrarci e ci ha parlato dei suoi ricordi legati a lui e di tutti i suoi progetti tra presente e futuro.
Sei sicuramente cresciuta immersa nella musica, ma quando è nata questa fiammella? Come hai compreso che sarebbe stata la tua strada?
Sono nata nella musica e cresciuta su un palcoscenico, era inevitabile. Mi sento a casa, è una passione e un fuoco che ho sentito da subito. Stavo bene solo sul palco, mi si placavano tutti i miei tumulti interiori. Ho cercato così di imparare da papà sia la teoria sia il modo di comportarmi: lui era sempre professionale e umile. Faceva tutto con un grande impegno e un grande studio. Speravo tanto di poter fare questo lavoro.
Tu e la Little Tony Family fate sicuramente un lavoro straordinario, proprio come faceva il tuo papà. Qual è l’insegnamento più grande che ti ha lasciato?
Soprattutto l’umiltà. Ma anche amore e rispetto per il pubblico: lui mi diceva sempre che grazie al pubblico abbiamo la fortuna di fare questo lavoro. Mi ha insegnato inoltre la professionalità: nulla va lasciato al caso, tutto va studiato approfonditamente. Papà continuava a studiare, a curare ogni piccolo dettaglio: le canzoni, gli arrangiamenti, i balletti, le coreografie, studiava tutto sempre. Cercava di non ripetersi, di non essere mai banale, di fare accoppiamenti, di tagliare canzoni diverse, di avere look diversi. Lui diceva: “L’umiltà sta al talento come le ombre ad un quadro”. Umanamente, mi ha invece insegnato a non sprecare nemmeno un minuto. “Vedi come passa in fretta la vita?“, mi disse prima di morire.
Parliamo del nuovo singolo Bom Bom, scritto e composto da Davide De Marinis e Angelo Petruccetti. Com’è stato collaborare con loro e cosa ti hanno insegnato professionalmente parlando?
Io e Angelo siamo cresciuti insieme, sia umanamente che professionalmente. Davide l’ho conosciuto due anni fa all’inizio del primo lockdown, inizialmente in modo virtuale. Ci siamo trovati subito bene: loro sono persone molte semplici e tranquille. Gli piace divertirsi, e io apprezzo molto il talento di Davide: scrive canzoni sempre estremamente semplici ma molto divertenti e piene di ritmo. Le sue canzoni riprendono lo stile rock anni 50/60; sono canzoni tipiche che piacevano a papà e che fanno parte della sua storia. Bom bom significa Bene: quindi, “shackerare il Bene“. Dopo 2 anni e mezzo di covid e di guerra, la musica può dare ossigeno quando è fatta di allegria e spensieratezza. Vorrei che questo brano sia un momento di pace e di distacco da tutte le emozioni negative.
Il tuo papà è stato molto amato da tutti: secondo te, qual è stato il segreto del suo successo?
La grande professionalità: ha dimostrato di non essere un artista improvvisato. Ma anche uno studio molto attento, una grande passione, un pizzico di fortuna e il suo essere vero. E’ stato molto amato soprattutto per la sua autenticità: lui dentro era esattamente come appariva sul palco. Si è ispirato a Elvis, ma questo modo di essere è diventato suo: era buono, generoso, sincero, onesto. Nel mondo musicale, non ci sono molto artisti con queste caratteristiche.
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Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Sto provando a realizzare un film su papà, e ci sarà anche uno spettacolo teatrale con 2 tappe a Guidonia. Ci saranno altre canzoni e vari progetti in cantiere. Il prossimo anno, saranno 10 anni dalla scomparsa di papà e troveremo un modo per onorarlo.
Intervista a cura di Stefania Meneghella