Lo Zecchino D’Oro tornerà in tv anche in questo 2024, dopo una storia che ha lasciato a tutti gli italiani un ricordo indelebile.
Per anni migliaia di bambini sono saliti sul palco dell’Antoniano per mostrare a tutti il proprio talento canoro. Accompagnati dai tanti conduttori che hanno sempre preso a cuore questo progetto, sono stati presi per mano da tutti gli italiani e accompagnati in un percorso che li ha portati a realizzare i loro piccoli sogni.
Questo incredibile concorso canoro è stato però molto più di questo e ha saputo, pian piano, costruire i minuscoli tasselli che hanno formato la musica italiana. L’edizione che sta per iniziare vede la direzione artistica di Carlo Conti e la conduzione di Carolina Benvenga e Lorenzo Baglioni.
Lo Zecchino D’Oro e il grande potere che ha sempre avuto
Nato nel 1954, l’Antoniano è stato – in tutti questi anni – al fianco di bambini che hanno creduto nella potenza della musica sin da piccolissimi. Sono stati decine, centinaia, migliaia i piccoli che hanno scelto – insieme ai loro genitori – di fidarsi di questa grande realtà e di portare la propria voce a disposizione di tutti gli italiani. Lo Zecchino D’Oro ha inoltre saputo, in tutto questo tempo, farci rendere conto di come l’infanzia fosse un mezzo necessario per arrivare all’età adulta. Con la tenerezza e la dolcezza che solo un bambino è in grado di trasmettere, il magico concorso musicale ha creato in ognuno di noi la strada verso l’età adulta, accompagnandoci nei momenti più belli e dolci che sono ormai impossibile da dimenticare.
I bambini di ieri – diventati oggi adulti pensanti – non possono fare a meno di avere nella mente il chiaro ricordo di quello che è stato per loro lo Zecchino D’Oro, quando erano seduti nel proprio salotto di casa e iniziavano a sognare su cosa poteva significare la musica per la vita di ciascuno. Su quanto potente potesse essere la bellezza della musica, e su quanto anche i bambini potessero completamente fidarsi di essa. In modo del tutto inconsapevole, il famoso concorso musicale dedicato ai piccoli cantanti ha quindi lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte italiana, proprio perché ci ha fatto comprendere un valore ancor più importante: ad ogni passo c’è sempre un modo di vivere un po’ più in grade, e c’è sempre quella capacità di sognare come facevamo da piccoli.
C’è sempre la speranza di salire su un palco e lasciarsi andare senza paure né pressioni, proprio come i piccoli dell’Antoniano fanno da ormai tanti anni. Proprio come dovremmo fare noi, che ancora pensiamo di essere potenti e forti, che ancora non sappiamo che in fondo siamo rimasti quei bambini che, nel proprio salotto di casa, sognavano di essere come quei coetanei che avevano avuto la fortuna – e il privilegio – di cantare davanti a tutta Italia. Senza filtri né trasformazioni, ma soprattutto senza timori. Che la vita è bella così, e che si può essere bambini anche per tutta la vita.