Il cantautore salentino Cortese torna sulla scena musicale italiana con l’EP Cuorialcolici: un progetto, questo, che parla soprattutto di amore e che rivede il concetto di bellezza, poi tramutata in musica. L’artista ci ha parlato di tutto il suo mondo e dei valori in cui crede fermamente, raccontandoci anche tutti i suoi progetti tra presente e futuro.
Com’è nato il tuo primo approccio alla musica? Quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Da bambino mi piaceva il teatro, e ho così iniziato a recitare. La passione per la musica mi è nata quando ho visto per la prima volta in tv il musical Jesus Christ Superstar. Mi sono innamorato delle voci di quel musical e, da quel momento, ho deciso che avrei voluto cantare. Mi sono spostato sul teatro musicale e ho iniziato ad ascoltare i brani di Lucio Battisti. Grazie a lui ho infatti suonato la chitarra e scritto le mie prime canzoni.
Le tue origini sono leccesi, e nella tua musica hai spesso parlato del tuo paese Gallipoli. Quanto c’è di Gallipoli in te e quanto hanno influito le tue origini nella tua arte?
Delle mie origini c’è tanto; credo di essere nato e cresciuto in un posto meraviglioso. Gallipoli e il Salento mi hanno regalato da sempre lezioni di bellezza. Ovunque io sia, sono a contatto con paesaggi e colori bellissimi, e temperature meravigliose. Questo mi ha ispirato moltissimo e ha influito nella mia musica.
Parliamo del tuo nuovo EP Cuorialcolici: dove nasce l’idea per questo progetto?
L’idea nasce dalla voglia di raccontare, per l’ennesima volta, l’amore. E’ vero che è l’argomento più antico per una canzone ma è quello che offre più variabili e combinazioni possibili nella creatività, quindi nella scrittura di canzoni. Volevo raccontare di amore alla mia maniera; è una cosa che ha a che fare con i cuori delle persone. Il cuore è un muscolo che, quando è mosso dall’amore, si comporta in maniera molto vicina a quello che accade con gli effetti dell’alcool. E’ una questione di cuori alcolici. Faccio riferimento a due persone che si cercano di notte, e poi di giorno scappano: quando ho pensato al titolo mi è venuta in mente questa espressione, credendo che potesse essere la più adatta. L’ho scritto attaccato perché l’amore è così: ci si appiccica come se fosse appunto una dipendenza.
Il disco diventerà anche un fumetto, la cui copertina è disegnata da Lulo. Com’è stato collaborare con lui? Quale pensi che siano le similitudini tra la musica e il disegno?
Sono un grande fan di Zerocalcare, e avevo condiviso con mio fratello l’idea di rendergli omaggio ricreando delle graphic novel che potessero raccontare un amore turbolento e che accompagnassero l’uscita di tre singoli. Da aprile ad ottobre ho infatti pubblicato tre brani e, all’uscita di ogni singolo, un episodio del fumetto. In occasione dell’uscita dell’Ep, è nata l’idea di farla diventare cartaceo. Ho stampato delle copie e, durante i live, le regalo agli spettatori più affezionati. Credo che ogni forma d’arte sia connessa alla forma d’arte che è la musica: oggi più che mai, tutti i contenuti extra che possono raccontare qualcosa della dimensione creativa di un artista fanno bene all’artista stesso.
Quali sono i tuoi futuri progetti? Puoi anticiparci qualcosa?
Ci saranno molti appuntamenti live; sono infatti in tournée e abbiamo iniziato a portare in giro questo spettacolo.