Il quadro più famoso al mondo sta lentamente invecchiando, eppure nessuno osa restaurarlo. Per quale motivo non vogliono farlo?
Il dipinto ad olio su tavola la Gioconda, che ritrae una nobildonna fiorentina chiamata Lisa di Antonmaria Gherardini (detta anche Monna Lisa), è senza dubbio il quadro più famoso del Museo del Louvre di Parigi. Questa misteriosa tavola larga 53 cm, alta 77 cm e spessa 13 mm, la cui realizzazione risale al 1503-1506, viene infatti ammirata ogni giorno da circa 30.000 visitatori. La sua grande popolarità è però cresciuta notevolmente soprattutto dopo il famosissimo furto avvenuto tra il 20 e il 21 agosto 1911.
Quella notte, un decoratore italiano di nome Vincenzo Peruggia decise infatti di trafugare l’opera di Leonardo da Vinci per riportarla in Italia. Il quadro ritornò poi nuovamente in Francia il 4 gennaio 1914. C’è però una domanda che tutti gli appassionati di arte si pongono spesso: per quale motivo i francesi non vogliono restaurare il quadro?
Ecco come appariva la Gioconda nel ‘500
Il quadro più famoso al mondo, cioè la Gioconda di Leonardo da Vinci, è attualmente costituito da uno spessissimo strato di sporco e vernici ossidate. Quest’ultimo, che ricopre l’intero dipinto, ci impedisce quindi di ammirare i colori e le tonalità originali scelti dal grande maestro fiorentino. La pelle di Monna Lisa appare infatti ingiallita, come se fosse pesantemente truccata con un fondotinta. E non solo: il colore del cielo non è celeste, bensì di uno strano verde. Tutto appare quindi cristallizzato in un bozzolo cromatico, che non appartiene all’opera originale immaginata e dipinta da Leonardo. Per quale motivo allora l’opera non viene restaurata? In realtà, se non fosse il quadro più famoso al mondo i restauratori l’avrebbero già ripulito e messo in sicurezza.
La verità è che nessuno vuole assumersi la responsabilità di “rivoluzionare” l’aspetto dell’iconico dipinto di Leonardo da Vinci. Immaginate cosa potrebbe accadere se improvvisamente la Gioconda diventasse lucente e piena di colori brillanti: la maggior parte impazzirebbe per la rabbia. Un qualcosa del genere è però già successo nella storia dell’arte e, come ci raccontano gli esperti, non ci fu un lieto fine. Stiamo parlando del famoso restauro della Cappella Sistina, che durò ben 14 anni (dal 1980 al 1994). Ebbene, quel restauro trasformò gli affreschi “color caffè latte” in un’opera ricca di colori chiari e brillanti, cioè così come li vedeva Michelangelo nel ‘500.
Negli anni ’90, quando il lungo restauro terminò, nacque infatti una grandissima polemica attorno agli affreschi del genio fiorentino: i restauratori furono addirittura accusati di aver rovinato un capolavoro. Ed è per questo che oggi i francesi non vogliono restaurare la Gioconda, poiché c’è il rischio di creare un nuovo vortice di polemiche. Come possiamo allora sapere come appariva la Monna Lisa nel Rinascimento? In realtà, nel famoso Museo del Prado di Madrid c’è un misterioso dipinto ad olio su tavola che ricalca fedelmente il quadro della Gioconda di Leonardo da Vinci. Si tratta della “Gioconda di Madrid”, un’opera realizzata tra il 1503 e il 1516 da un allievo di Leonardo, probabilmente da Gian Giacomo Caprotti o da Francesco Melzi.
Questa copia della Gioconda, restaurata una decina di anni fa, ha però dei colori completamente differenti rispetto al quadro conservato al Museo del Louvre di Parigi. La carnagione di Monna Lisa è più chiara, il cielo è più azzurro e le maniche del vestito sono rosse. L’opera di Leonardo esposta in Francia è invece cosparsa da una patina di giallo, e questo trasforma il cielo in uno strano verde, le maniche in marrone e il viso della donna in un color arancio-giallo. Il restauro eseguito tra il 2011 e il 2012, sull’opera realizzata da un allievo di Leonardo, ci consente quindi di conoscere quali fossero i colori originali della Gioconda.