Ora sappiamo finalmente come si è diffuso il Covid-19 esattamente cinque anni fa, il quale generò poi la terribile pandemia del 2020-2023.
Un team di ricercatori internazionali – guidato da Kristian Andersen, che è il direttore della Infectious Disease Genomics presso lo Scripps Translational Research Institute di La Jolla, California – ha recentemente condotto un’analisi approfondita sul materiale genetico contenuto in centinaia di tamponi prelevati dalle pareti, dai pavimenti, dai macchinari e dagli scarichi del Huanan Seafood Wholesale Market (mercato ittico all’ingrosso) di Wuhan, in Cina. Questa città, che è abitata da quasi 14 milioni di persone, è infatti considerata l’epicentro del Coronavirus Covid-19, che tra il 2020 e il 2023 scatenò la terribile pandemia in tutto il mondo.
Gli scienziati, grazie ai loro studi, sono quindi riusciti ad identificare tutte le specie di animali che erano presenti nel mercato di Wuhan a fine 2019, cioè quando il virus iniziò a diffondersi.
Ecco come è nato il Covid-19
Secondo i ricercatori internazionali, guidati da Kristian Andersen dello Scripps Translational Research Institute, tra le specie presenti nel mercato a dicembre 2019 c’erano il cane procione, il ratto canuto del bambù, il cane, il coniglio europeo, il riccio dell’Amur, l’istrice malese, il muntiacus reevesi, la marmotta dell’Himalaya e la civetta delle palme mascherata. Uno di questi animali avrebbe quindi trasmesso, per la prima volta, il Covid-19 ad un essere umano, che in quel periodo si trovava nella città di Wuhan, precisamente nel Huanan Seafood Wholesale Market. Quest’ultimo, per essere precisi, si trovava nel distretto urbano di Jianghan, vicino alla stazione ferroviaria di Hankou.
Nel 2019, cioè prima che venisse chiuso per la diffusione del virus, il mercato all’ingrosso di Wuhan era considerato il più grande mercato ittico della Cina centro-meridionale: si estendeva infatti su una superficie di circa 50.000 metri quadrati, sui quali c’erano più di 1.000 bancarelle. Se desiderate leggere la pubblicazione ufficiale della ricerca scientifica pubblicata sulla rivista Cell, inerente agli studi sulle specie di animali presenti nel mercato di Wuhan, potete cliccare QUI. Per quanto riguarda la prima trasmissione animale-essere umano, gli scienziati hanno dimostrato che i procioni trasmettono il Covid-19 con più facilità, rispetto alle altre specie presenti nel mercato. il Nyctereutes procyonoides, detto anche cane procione, sarebbe quindi il responsabile della diffusione del Covid-19.
Alcuni ritengono però che il Coronavirus SARS-CoV-2, che scatenò la pandemia tra il 2020 e il 2023, sarebbe sfuggito da un laboratorio cinese di Wuhan. Questa ipotesi l’ha confutata la virologa cinese Shi Zhengli, che fino ad oggi era considerata una delle responsabili della fuoriuscita del Covid dal famoso laboratorio della città di Wuhan (il Wuhan Institute of Virology). Shi Zhengli, durante una recente conferenza in Giappone, ha infatti presentato delle prove inconfutabili, le quali dimostrerebbero che nessuno dei virus presenti nei suoi congelatori a fine 2019 abbia una correlazione con il SARS-CoV-2. L’articolo ufficiale sulle prove fornite dalla virologa cinese, pubblicato dalla rivista Nature, lo trovate QUI.